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EPISTOLA
CUM SEMPER ROMANI
DEL PAPA BENEDETTO XV
AL PRESIDENTE DEL COMITATO
DELL'ERIGENDA UNIVERSITÀ CATTOLICA
DEGLI STUDI DI MILANO
CON LA QUALE METTE A DISPOSIZIONE
UNA SOMMA PER CONSENTIRE
A DUE GIOVANI LA PROSECUZIONE DEGLI STUDI

 

Diletto Figlio,
salute e Apostolica Benedizione.

Poiché i Romani Pontefici si sono sempre adoperati a favorire la vera scienza — nessuno infatti può ignorare che le più celebri Accademie d’Europa, tanto nel Medio Evo quanto nei secoli successivi sono sorte con il loro incoraggiamento — perciò ben volentieri anche Noi tributiamo lode al proposito testé deliberato da codesto Comitato di fondare in Italia una Università Cattolica, e precisamente a Milano, in una ferventissima città dove si sviluppa con tanto impulso l’industria e dove più ferve il lavoro, affinché ivi si esercitino pure con alacrità maggiore le energie dello spirito e dell’ingegno. Veramente, l’iniziativa a cui vi siete dedicati con tanto impegno e che ha già avuto felice successo in Europa e in America, così pure fu per lungo tempo nei voti di illustri personalità cattoliche d’Italia, e soprattutto di quell’infaticabile e devotissimo Cardinale Andrea Ferrari di felice memoria, Arcivescovo della Chiesa Ambrosiana, il quale l’accolse fra le braccia sul nascere, quasi con paterno affetto, e la favorì poi in ogni modo.

E qui basta accennare appena quanto interessi alla causa del progresso cristiano e civile che rivivano fra noi questi nobili focolari degli studi superiori. Mentre infatti, in questo secolo pieno di errori, la religione è messa al bando dalle scuole, e uomini malvagi, specialmente con le arti di una scienza ingannevole, si studiano di corrompere con il veleno dell’empietà gli animi della gioventù, nessun rimedio può darsi più opportuno di quello di educare i giovani in modo che, illuminati sotto la scorta della virtù e della religione, pienamente preparati nelle più alte discipline, entrino in seguito nella vita pubblica disposti a difendere con coraggio e saggezza la verità e la fede.

Pertanto, diletti Figli, abbiate fiducia, in quanto promuovete un’opera dalla quale deriverà certamente grande giovamento alla causa cattolica. Noi, da parte Nostra, riteniamo senza alcun dubbio che, sotto l’alta protezione del Cuore sacratissimo di Gesù, al quale la vostra devozione ha voluto consacrare l’Ateneo e « nel quale sono racchiusi tutti i tesori della sapienza e della scienza », felicemente e presto voi condurrete l’impresa al desiderato compimento. Inoltre, affinché già fin d’ora vi sia più ampiamente nota la Nostra approvazione, ben volentieri Noi stessi destiniamo a favore dell’Istituto una certa somma, intendendo con questa di fornire a due giovani di ottime speranze i mezzi necessari per proseguire costì i loro studi. In pari tempo, implorando da Dio sopra di voi gli opportuni aiuti, vogliamo raccomandare una così proficua istituzione alla più larga generosità di tutti i cattolici, i quali devono pure riflettere che non è possibile contrastare la scuola « neutra » o « laica » (come la chiamano) se non contrapponendo scuole cattoliche e specialmente le Università, nelle quali vengono formati i veri maestri; se il promuovere tali istituzioni è dovere di tutti i buoni, quest’obbligo incombe soprattutto ai più colti e ai più facoltosi.

Quale auspicio dei celesti favori e quale testimonianza della Nostra paterna benevolenza, impartiamo con animo caldamente affettuoso l’Apostolica Benedizione a te, diletto Figlio, ai singoli membri del Comitato e a tutti coloro che in qualsiasi modo aiuteranno l’iniziativa.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 9 febbraio 1921, anno settimo del Nostro Pontificato.

 

BENEDICTUS PP. XV


 

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