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ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XV
DURANTE IL CONCISTORO

«NOBIS QUIDEM»

3 luglio 1919

 

Venerabili Fratelli.

Il motivo principale per il quale è stato convocato questo nobilissimo consesso è rappresentato dal fatto che dobbiamo assegnare nuovi Pastori alle Chiese che ne sono sprovviste. Il primo dovere della Nostra autorità è richiesto dalla Chiesa Antiochena del Greci Melchiti, per lungo tempo governata con lodevole zelo dal venerabile fratello di beata memoria il Patriarca Cirillo Geha, il quale si è spento tre anni fa, consunto più dalle amarezze dell’animo che dall’età.

Allo scopo pertanto di designargli un successore, i Vescovi cattolici della medesima Nazione, appena fu consentito dalle difficoltà dei tempi, si adunarono in Sinodo il 29 del marzo scorso nel monastero Basiliano di Sarba; e quando si venne alla votazione, tutti a una voce e per acclamazione nominarono Patriarca lo stesso presidente del Sinodo, il venerabile fratello Demetrio Cadi, Arcivescovo di Aleppo, Vicario Apostolico Patriarcale. Si diedero quindi premura di notificarCi per lettera l’avvenuta elezione; supplicandoCi di confermarla e di conferire all’eletto Patriarca l’onore del sacro Pallio. E la medesima preghiera Ci rivolse egli stesso, aggiungendovi la solenne professione di fede.

Noi affidammo la cosa all’esame e alla decisione della Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale; e questa, dopo matura riflessione, ritenne di dovere annuire alla richiesta. È noto infatti che il venerabile fratello Demetrio Cadi, il quale all’ingegno ed alla dottrina non comune unisce doti egregie di animo, nei vari incarichi fin qui espletati si è sempre comportato in modo da riscuotere l’approvazione della Santa Sede. Egli, inoltre, durante il suo Arcivescovado in Aleppo, si adoperò non poco per la riforma dei costumi, e senza che gli fosse stato ordinato inviò alla Sacra Congregazione di Propaganda della Fede una relazione sullo stato di quella Chiesa: primo tra i Vescovi Melchiti nell’uniformarsi spontaneamente a questa prescrizione della vigente disciplina. Il suo ossequio verso il Romano Pontefice apparve anche dal fatto che, essendo egli venuto a Roma per la visita « ad limina », in una lettera indirizzata al Cardinale Prefetto della stessa Sacra Congregazione, sostenne l’opportunità di dare più larga parte all’autorità della Sede Apostolica nella elezione dei Vescovi Orientali. E non v’è dubbio che egli si adoprerà con diligenza perché sia effettuato ciò che egli già da gran tempo vagheggia.

Pertanto, stando al parere della Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale, abbiamo determinato di confermare lo stesso venerabile fratello a Patriarca di Antiochia dei Greci-Melchiti e di conferirgli il Pallio, tolto di sopra il corpo di San Pietro. Conseguentemente, con l’autorità di Dio Onnipotente, dei santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, confermiamo ed approviamo la elezione o postulazione fatta dai venerabili fratelli Vescovi Greci-Melchiti, in persona del venerabile fratello Demetrio Cadi; e sciogliendolo dal vincolo che lo legava alla Chiesa di Aleppo, lo nominiamo Patriarca della Chiesa Antiochena dei Greci-Melchiti, come sarà indicato nel decreto e nelle pagine Concistoriali, nonostante qualsiasi causa in contrario.

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

* * *

Ed ora, pur tacendo di altre cose riguardanti non solo la Chiesa Orientale, ma tutta la cristianità, non passeremo sotto silenzio la grande ansia in cui Ci hanno tenuto testé le Missioni cattoliche, avendo Noi appreso che alla Conferenza di Versailles per la pace, si prendevano alcune deliberazioni per le quali sembrava non dovessero essere salvi ed incolumi per l’avvenire i diritti alla predicazione evangelica. Ci rivolgemmo con fiducia ai membri di quel consesso, pregandoli di volere portare su di ciò la loro premurosa attenzione. Inviammo anche colà un egregio prelato della Curia Romana con l’incarico di sostenere, per quanto possibile, gli accennati diritti. Ora siamo lieti di annunciare che i detti personaggi, dopo avere preso equamente in esame le Nostre domande, Ci hanno in gran parte dato soddisfazione. Quindi siamo anche indotti a sperare che essi pure si ispireranno alla stessa equità di animo nella esecuzione delle cose stabilite, il che importa non solo alla religione cattolica ma alla stessa cultura politica e all’umanità.

E poiché le ostilità hanno avuto finalmente un termine, supplicando la divina clemenza, facciamo voti che sia ormai tolto il blocco marittimo per tanti infelici che soffrono la fame e la penuria di ogni cosa; che quanti sono ancora prigionieri siano al più presto rimessi in libertà; infine che individui e popoli, fin qui tra loro nemici, siano nuovamente affratellati dai vincoli di quella cristiana carità che Noi certo non cesseremo mai di inculcare, e senza la quale sarà vano ogni trattato di pace.

 

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