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BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 6 dicembre 2006

 

 

Saluto ai pellegrini presenti nella Basilica Vaticana

Cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliervi in questa Basilica e di rivolgere a ciascuno di voi il mio cordiale benvenuto. Saluto anzitutto i fedeli delle Diocesi del Lazio, qui convenuti con i loro Vescovi in occasione della Visita ad Limina Apostolorum. Cari amici, vi incoraggio ad approfondire sempre di più la vostra vita di fede, tenendo ben presenti gli orientamenti emersi dal recente incontro della Chiesa Italiana a Verona. Una coraggiosa azione evangelizzatrice, ne siamo certi, susciterà l’auspicato rinnovamento dell’impegno dei cattolici nella società, anche nel Lazio. Compito primario dell’evangelizzazione è indicare in Cristo Gesù il Salvatore di ogni uomo. Non stancatevi di affidarvi a Lui e di annunciarlo con la vostra vita in famiglia e in ogni ambiente. È questo che gli uomini anche oggi attendono dalla Chiesa, dai cristiani.

Saluto, poi, voi fedeli del Decanato di Busto Arsizio e, nel ringraziarvi per la vostra visita, auguro a ciascuno di vivere questo tempo di Avvento come occasione propizia per rafforzare la fede e l'adesione al Vangelo. Il mio pensiero va, inoltre, a voi, rappresentanti della parrocchia dell’Immacolata, in Terzigno e vi invito, alla scuola della Vergine Santa vostra celeste patrona, ad amare Dio sopra ogni cosa, sempre disponibili e pronti a compiere la sua volontà. Saluto, infine, voi, studenti delle Scuole Pie, di Frascati e vi assicuro la mia preghiera affinchè il Redentore infonda nei vostri cuori la vera gioia e vi colmi dei suoi doni. Vi benedico tutti con affetto.

 

Viaggio Apostolico in Turchia

Cari fratelli e sorelle!

Come è ormai consuetudine dopo ogni Viaggio apostolico, vorrei, nel corso di questa Udienza generale, ripercorrere le varie tappe del pellegrinaggio che ho compiuto in Turchia da martedì a venerdì della scorsa settimana. Una visita che, come sapete, si presentava non facile sotto diversi aspetti, ma che Dio ha accompagnato fin dall’inizio e che ha potuto così realizzarsi felicemente. Pertanto, come avevo chiesto di prepararla ed accompagnarla con la preghiera, ora vi domando di unirvi a me nel rendere grazie al Signore per il suo svolgimento e la sua conclusione. Affido a Lui i frutti che spero da essa possano scaturire sia per quanto riguarda i rapporti con i nostri fratelli ortodossi, che per il dialogo con i mussulmani. Sento, in primo luogo, di dover rinnovare l’espressione cordiale della mia riconoscenza al Presidente della Repubblica, al Primo Ministro e alle altre Autorità, che mi hanno accolto con tanta cortesia e hanno assicurato le condizioni necessarie perché tutto potesse svolgersi nel migliore dei modi. Ringrazio poi fraternamente i Vescovi della Chiesa cattolica in Turchia, con i loro collaboratori, per tutto ciò che hanno fatto. Un particolare ringraziamento dirigo al Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, che mi ha ricevuto nella sua casa, al Patriarca Armeno Mesrob II, al Metropolita Siro Ortodosso Mor Filüksinos e alle altre Autorità religiose. Lungo tutto il viaggio mi sono sentito spiritualmente sostenuto dai miei venerati predecessori, i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II, che hanno compiuto entrambi una memorabile visita in Turchia, e soprattutto dal beato Giovanni XXIII, che fu Rappresentante Pontificio in quel nobile Paese dal 1935 al ’44 lasciandovi un ricordo ricco di affetto e di devozione.

Rifacendomi alla visione che il Concilio Vaticano II presenta della Chiesa (cfr Cost. Lumen gentium 14-16), potrei dire che anche i viaggi pastorali del Papa contribuiscono a realizzare la sua missione che si snoda “a cerchi concentrici”. Nel cerchio più interno il Successore di Pietro conferma nella fede i cattolici, in quello intermedio incontra gli altri cristiani, in quello più esterno si rivolge ai non cristiani e all’intera umanità. La prima giornata della mia Visita in Turchia si è svolta nell’ambito di questo terzo “cerchio”, il più largo: ho incontrato il Primo Ministro, il Presidente della Repubblica e il Presidente per gli Affari Religiosi, rivolgendo a quest’ultimo il mio primo discorso; ho reso omaggio al Mausoleo del “padre della patria” Mustafa Kemal Atatürk; ho quindi avuto la possibilità di parlare al Corpo Diplomatico nella Nunziatura Apostolica di Ankara. Questa intensa serie di incontri ha costituito una parte importante della Visita, specialmente in considerazione del fatto che la Turchia è un Paese a larghissima maggioranza musulmana, regolato però da una Costituzione che afferma la laicità dello Stato. E’ dunque un Paese emblematico in riferimento alla grande sfida che si gioca oggi a livello mondiale: da una parte, cioè, occorre riscoprire la realtà di Dio e la rilevanza pubblica della fede religiosa, e dall’altra assicurare che l’espressione di tale fede sia libera, priva di degenerazioni fondamentaliste, capace di ripudiare fermamente ogni forma di violenza. Ho pertanto avuto l’occasione propizia per rinnovare i miei sentimenti di stima nei confronti dei musulmani e della civiltà islamica. Ho potuto, nel contempo, insistere sull’importanza che cristiani e musulmani si impegnino insieme per l’uomo, per la vita, per la pace e la giustizia, ribadendo che la distinzione tra la sfera civile e quella religiosa costituisce un valore e che lo Stato deve assicurare al cittadino e alle comunità religiose l’effettiva libertà di culto. Nell’ambito del dialogo interreligioso, la divina Provvidenza mi ha concesso di compiere, quasi alla fine del mio viaggio, un gesto inizialmente non previsto, e che si è rivelato assai significativo: la visita alla celebre Moschea Blu di Istanbul. Sostando qualche minuto in raccoglimento in quel luogo di preghiera, mi sono rivolto all’unico Signore del cielo e della terra, Padre misericordioso dell’intera umanità. Possano tutti i credenti riconoscersi sue creature e dare testimonianza di vera fraternità!

La seconda giornata mi ha portato ad Efeso, e dunque rapidamente mi sono trovato nel “cerchio” più interno del viaggio, a contatto diretto con la Comunità cattolica. Presso Efeso, infatti, in un’amena località chiamata “Collina dell’usignolo”, prospiciente il Mare Egeo, si trova il Santuario della Casa di Maria. Si tratta di un’antica, piccola cappella sorta intorno ad una casupola che, secondo un’antichissima tradizione, l’apostolo Giovanni fece costruire per la Vergine Maria, dopo averla portata con sé ad Efeso. Era stato Gesù stesso ad affidarli l’uno all’altra quando, prima di morire in croce, aveva detto a Maria: “Donna, ecco il tuo figlio!”, e a Giovanni: “Ecco la tua madre!” (Gv 19,26-27). Le ricerche archeologiche hanno dimostrato che quel luogo è da tempo immemorabile un luogo di culto mariano, caro anche ai musulmani, che vi si recano abitualmente a venerare Colei che chiamano “Meryem Ana”, la Madre Maria. Nel giardino antistante il Santuario ho celebrato la Santa Messa per un gruppo di fedeli, venuti dalla vicina città di Izmir e da altre parti della Turchia e anche dall’estero. Presso la “Casa di Maria” ci siamo sentiti davvero “a casa”, e in quel clima di pace abbiamo pregato per la pace in Terra Santa e nel mondo intero. Lì ho voluto ricordare Don Andrea Santoro, prete romano, testimone in terra turca del Vangelo con il suo sangue.

Il “cerchio” intermedio, quello dei rapporti ecumenici, ha occupato la parte centrale di questo viaggio, avvenuto in occasione della festa di sant’Andrea, il 30 novembre. Tale ricorrenza ha offerto il contesto ideale per consolidare i rapporti fraterni tra il Vescovo di Roma, Successore di Pietro, e il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Chiesa fondata secondo la tradizione dall’apostolo sant’Andrea, fratello di Simon Pietro. Sulle orme di Paolo VI, che incontrò il Patriarca Atenagora, e di Giovanni Paolo II, che fu accolto dal successore di Atenagora, Dimitrios I, ho rinnovato con Sua Santità Bartolomeo I questo gesto di grande valore simbolico, per confermare l’impegno reciproco di proseguire sulla strada verso il ristabilimento della piena comunione tra cattolici ed ortodossi. A sancire tale fermo proposito ho sottoscritto insieme con il Patriarca Ecumenico una Dichiarazione Congiunta, che costituisce un’ulteriore tappa in questo cammino. E’ stato particolarmente significativo che questo atto sia avvenuto al termine della solenne Liturgia della festa di sant’Andrea, alla quale ho assistito e che si è conclusa con la duplice Benedizione impartita dal Vescovo di Roma e dal Patriarca di Costantinopoli, successori rispettivamente degli apostoli Pietro ed Andrea. In tal modo abbiamo manifestato che alla base di ogni sforzo ecumenico c’è sempre la preghiera e la perseverante invocazione dello Spirito Santo. Sempre in questo ambito, ad Istanbul ho avuto la gioia di fare visita al Patriarca della Chiesa Armena Apostolica, Sua Beatitudine Mesrob II, come pure di incontrare il Metropolita Siro-Ortodosso. Mi piace inoltre ricordare, in questo contesto, il colloquio avuto con il Gran Rabbino di Turchia.

La mia visita si è conclusa, proprio prima della partenza per Roma, ritornando al “cerchio” più interno, e cioè incontrando la Comunità cattolica presente in ogni sua componente nella Cattedrale latina dello Spirito Santo, ad Istanbul. Hanno assistito a questa Santa Messa pure il Patriarca Ecumenico, il Patriarca Armeno, il Metropolita Siro-Ortodosso e i Rappresentanti delle Chiese protestanti. Insomma, erano riuniti in preghiera tutti i cristiani, nella diversità delle tradizioni, dei riti e delle lingue. Confortati dalla Parola di Cristo, che promette ai credenti “fiumi di acqua viva” (Gv 7,38), e dall’immagine delle molte membra unite nell’unico corpo (cfr 1 Cor 12,12-13), abbiamo vissuto l’esperienza di una rinnovata Pentecoste.

Cari fratelli e sorelle, sono tornato qui, in Vaticano, con l’animo colmo di gratitudine verso Dio e con sentimenti di sincero affetto e stima per gli abitanti dell’amata nazione turca, dai quali mi sono sentito accolto e compreso. La simpatia e la cordialità di cui mi hanno circondato, nonostante le difficoltà inevitabili che la mia visita ha recato al normale svolgimento delle loro quotidiane attività, mi restano come un vivo ricordo che mi spinge alla preghiera. Aiuti Iddio onnipotente e misericordioso il popolo turco, i suoi governanti e i rappresentanti delle diverse religioni, a costruire insieme un futuro di pace, sì che la Turchia possa essere un “ponte” di amicizia e di fraterna collaborazione fra l’Occidente e l’Oriente. Preghiamo inoltre perché, per intercessione di Maria Santissima, lo Spirito Santo renda fecondo questo viaggio apostolico, e animi nel mondo intero la missione della Chiesa, istituita da Cristo per annunciare a tutti i popoli il vangelo della verità, della pace e dell’amore.


Saluti:

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin, en particulier les pèlerins de Lorraine, invoquant sur chacun l’abondance des Bénédictions de Dieu.

I welcome all the English-speaking pilgrims here today, including the student groups from America, Australia and Denmark. May your Advent visit to Rome be a time of renewed hope and joy. Upon all of you, I invoke God’s abundant Blessings!

Von Herzen grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Dankt mit mir dem Herrn für den reichen Ertrag meiner Apostolischen Reise in die Türkei! Euch allen wünsche ich einen gesegneten Aufenthalt hier in Rom.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, especialmente a las religiosas de María Inmaculada, a los numerosos fieles de distintas parroquias, cofradías y colegios de España, así como a los de América Latina. Pidamos al Espíritu Santo que haga fecundo este viaje apostólico y aliente la misión de la Iglesia, instituida por Cristo para anunciar a todos los pueblos el Evangelio de la verdad, de la paz y del amor.

Saluto in lingua ceca:

Srdečně vítám všechny české poutníky! Přeji vám, abyste se v tomto Adventu připravili na příchod Páně se srdcem podobným srdci Mariinu, aby tak Kristus skrze vás mohl přijít i do dnešní společnosti. Rád vám žehnám! Chvála Kristu!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Saluto cordialmente tutti i pellegrini cechi! Vi auguro che in questo Avvento vi prepariate alla venuta del Signore con il cuore simile a quello di Maria, così che il Cristo possa venire anche oggi nella società, tramite voi. Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua polacca:

Pozdrawiam serdecznie obecnych tu Polaków. Wraz z wami, dziękuję Bogu za wizytę apostolską w Turcji i zawierzam Mu rozwój nowych relacji z braćmi prawosławnymi i z muzułmanami. Proszę was o modlitwę, by Turcja stała się „pomostem” przyjaźni między Wschodem i Zachodem. W adwentowym czuwaniu, polecam was wszystkich Niepokalanej Matce. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente tutti i Polacchi qui presenti. Mentre con voi ringrazio Dio per il Viaggio apostolico in Turchia, a Lui affido lo sviluppo delle nuove relazioni con i nostri fratelli ortodossi e con i musulmani. Vi chiedo di pregare perché la Turchia si diventi un “ponte” di amicizia fra l’Occidente e l’Oriente. E in questo tempo di Avvento, caratterizzato dalla vigilanza, e vicini alla festa dell’Immacolata, vi affido all’intercessione della Vergine Maria. Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua slovacca:

S láskou pozdravujem slovenských pútnikov z Čadce a Turzovky. Bratia a sestry, prajem vám, aby ste prežívali tento Advent podľa vzoru Panny Márie v radostnom očakávaní Spasiteľa. Rád vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Saluto con affetto i pellegrini slovacchi provenienti da Čadca e Turzovka. Fratelli e sorelle, vi auguro di vivere questo tempo di Avvento come la Vergine Maria nella gioiosa attesa del Salvatore. Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!

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Cari Fratelli e Sorelle,

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Grazie, il vostro affetto è forte! In particolare, saluto le Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli e le incoraggio a proseguire con fedeltà e gioia il loro servizio al Vangelo e ai fratelli. Saluto poi con gratitudine i fedeli provenienti da Cervia e l’Associazione Vivaisti di Padova, assicurando loro un ricordo nella preghiera perché il Signore li renda suoi testimoni sempre più generosi.

Saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli.

Il tempo di Avvento, da poco iniziato, ci presenta in questi giorni l’esempio fulgido della Vergine Immacolata. Sia Lei a spronarvi, cari giovani, nel vostro cammino di adesione a Cristo. Per voi, cari malati, sia Maria il sostegno per una rinnovata speranza e la guida per voi, cari sposi novelli, nel costruire la vostra famiglia. La mia Benedizione a voi tutti.

 

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