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PAPA FRANCESCO

MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE

Papa Francesco offre la Messa per Benedetto XVI che compie ottantasei anni

Lo Spirito non si addomestica

In preghiera per le vittime dell’attentato a Boston

Martedì, 16 aprile 2013

 

(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 89, Merc. 17/04/2013)

 

«Oggi è il compleanno di Benedetto XVI. Offriamo la messa per lui, perché il Signore sia con lui, lo conforti e gli dia molta consolazione». All’inizio della celebrazione eucaristica presieduta martedì 16 aprile, nella cappella della Domus Sanctae Marthae, il primo pensiero di Papa Francesco è stato per il suo predecessore che ha compiuto ottantasei anni. Durante la messa sono poi state ricordate le vittime dell’attentato di Boston. Mentre l’omelia ha offerto al Pontefice lo spunto per un monito a quanti si lasciano sedurre dalla tentazione di opporre resistenza allo Spirito Santo. «Lo Spirito — ha sottolineato con dolce fermezza — non si addomestica».

Il Santo Padre si è riferito al concilio Vaticano II, che — ha detto — «è stato un’opera bella dello Spirito Santo. Pensate a Papa Giovanni: sembrava un parroco buono e lui è stato obbediente allo Spirito Santo», realizzando quello che lo Spirito voleva. E si è chiesto se «dopo cinquant’anni abbiamo fatto tutto quello che ci ha detto lo Spirito Santo nel concilio», in continuità con quella «crescita della Chiesa che è stato il concilio».

«No» è stata la sua risposta. «Festeggiamo questo anniversario» — ha spiegato — quasi erigendo «un monumento» al concilio, ma ci preoccupiamo soprattutto «che non dia fastidio. Non vogliamo cambiare». Anzi, ce n’è «di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama “essere testardi”, questo si chiama voler “addomesticare lo Spirito Santo”, questo si chiama diventare “stolti e lenti di cuore”».

Il Papa ha preso spunto dalla prima lettura, tratta dagli Atti degli apostoli (7, 51- 8, 1a ). «Le parole di Stefano — ha esordito — sono forti: “Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori”. I profeti “li avete uccisi”, poi avete fatto loro una bella tomba, un monumento, no? — non so se si dice proprio così — e poi li avete venerati, ma dopo averli uccisi. Ecco si manifesta quella resistenza allo Spirito Santo. Anche lo stesso Gesù, un po’ più soavemente, lo dice, con più mitezza, ai discepoli di Emmaus: “Stolti e lenti di cuore, a credere tutto quello che hanno annunciato i profeti!”».

Anche tra noi, ha aggiunto il Pontefice, si manifesta quella resistenza allo Spirito Santo. Anzi, «per dirlo chiaramente, lo Spirito Santo ci dà fastidio. Perché — ha spiegato — ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti. E noi siamo come Pietro nella trasfigurazione: “Ah, che bello stare così, tutti insieme!” Ma che non ci dia fastidio. Vogliamo che lo Spirito Santo si assopisca. Vogliamo addomesticare lo Spirito Santo. E questo non va. Perché lui è Dio e lui è quel vento che va e viene, e tu non sai da dove. È la forza di Dio; è quello che ci da la consolazione e la forza per andare avanti. Ma andare avanti! E questo dà fastidio. La comodità è più bella. Voi potreste dire: “Ma, padre, questo accadeva in quei tempi. Adesso siamo tutti contenti con lo Spirito Santo”. No, non è vero! Questa tentazione ancora è di oggi», come dimostra appunto l’esperienza della recezione del Vaticano II.

«Anche nella nostra vita personale, nella vita privata — ha proseguito il Papa — succede lo stesso: lo Spirito ci spinge a prendere una strada più evangelica, e noi: “Ma no, va così, Signore...”». Da qui l’esortazione conclusiva: «Non opporre resistenza allo Spirito Santo». Perché «è lo Spirito che ci fa liberi, con quella libertà di Gesù, con quella libertà dei figli di Dio! Non opporre resistenza allo Spirito Santo: è questa la grazia che io vorrei che tutti noi chiedessimo al Signore; la docilità allo Spirito Santo, a quello Spirito che viene da noi e ci fa andare avanti nella strada della santità, quella santità tanto bella della Chiesa. La grazia della docilità allo Spirito Santo».

Alla celebrazione hanno partecipato, fra gli altri, i componenti della presidenza e di diversi uffici centrali del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano — guidati dal cardinale presidente Giuseppe Bertello e dal vescovo segretario generale Giuseppe Sciacca, che hanno concelebrato — insieme alla direzione della Ragioneria dello Stato, con il direttore Antonio Chiminello. Tra i concelebranti anche il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, ricevuto ieri in udienza dal Pontefice.

 



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