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LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA SOLENNE INAUGURAZIONE DELLA CATTEDRA
GAUDIUM ET SPES
AL PONTIFICIO ISTITUTO TEOLOGICO GIOVANNI PAOLO II
PER LE SCIENZE DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA

 

Al Venerato Fratello
Mons. Vincenzo Paglia
Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II
per le scienze del matrimonio e della famiglia

Invio il mio cordiale saluto a Lei, al Preside del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia e a tutti quanti sono riuniti per la solenne Inaugurazione della Cattedra Gaudium et spes del medesimo Istituto.

La data scelta per questo atto accademico ci porta alla memoria il 25 gennaio 1959, quando San Giovanni XXIII sorprese la Chiesa e il mondo intero convocando il più grande evento ecclesiale del XX secolo: il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Proprio al termine dei lavori di quell’assise, venne approvata la Costituzione pastorale Gaudium et spes. Essa fu capace di esprimere e dare forma alle intenzioni profonde che guidarono l’indizione e lo svolgimento del Concilio. Esso, infatti, «è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario. Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro... Dovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo e portare la misericordia e il perdono di Dio. Una spinta missionaria, dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo» (Omelia nella Messa con apertura della Porta Santa, 8 dicembre 2015).

Sono lieto che il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia si assuma un particolare impegno di mantenere viva l’attenzione a quel documento conciliare, ad approfondirne lo studio, a rendere sempre più feconda la sua preziosa eredità.

Non possiamo dimenticare quanto la Gaudium et spes sia stata cara al vostro Fondatore, San Giovanni Paolo II. Egli fu tra i protagonisti della sua stesura e molta parte del suo magistero affonda le sue radici proprio in questo documento.

Mi piace qui ricordare le sue parole: «Devo confessare che la Gaudium et spes mi è particolarmente cara, non solo per le tematiche che sviluppa, ma anche per la diretta partecipazione che mi è stato dato di avere alla sua elaborazione. Quale giovane Vescovo di Cracovia, infatti, fui membro della sottocommissione incaricata di studiare i “segni dei tempi” e, dal novembre 1964, fui chiamato a far parte della sottocommissione centrale, incaricata di provvedere alla redazione del testo. Proprio l’intima conoscenza della genesi della Gaudium et spes mi ha consentito di apprezzarne a fondo il valore profetico e di assumerne ampiamente i contenuti nel mio magistero fin dalla prima Enciclica, la Redemptor hominis. In essa, raccogliendo l’eredità della Costituzione conciliare, volli ribadire che la natura e il destino dell’umanità e del mondo non possono essere definitivamente svelati se non alla luce del Cristo crocifisso e risorto» (Commemorazione della Cost. Gaudium et spes, 8 novembre 1995: Insegnamenti, XVIII, 2 [1995], p. 1053).

La nuova Cattedra, che oggi viene inaugurata, si colloca bene nell’orizzonte della vostra peculiare missione accademica rivolta al matrimonio e alla famiglia. Sappiamo bene che proprio queste fondamentali realtà dell’umana esistenza vennero messe dai Padri conciliari al primo posto tra i «problemi contemporanei particolarmente urgenti» (GS, 46). Si può ben dire che, in Gaudium et spes, la Chiesa ha saputo esprimere una comprensione profondamente rinnovata del vangelo della famiglia, che, attraverso varie tappe, ci ha condotto fino all’intensa stagione sinodale sfociata nell’Esortazione apostolica Amoris laetitia.

Sono fiducioso che tale Cattedra potrà contribuire a far sì che il vostro Istituto sia in prima linea di fronte alle nuove sfide pastorali a cui la comunità cristiana è chiamata a rispondere. La straordinaria rilevanza antropologica e sociale che oggi assume l’alleanza dell’uomo e della donna, in ordine all’apertura di un nuovo orizzonte per la convivenza umana nel suo complesso, esalta la sua originaria vocazione a farsi interprete della benedizione di Dio per l’intera creazione. L’impegno di riflessione e di formazione legato a questa nuova Cattedra rappresenta una conquista e una promessa per il vostro Istituto, e potrà andare a beneficio di tutta la Chiesa e anche della società civile.

E’ particolarmente importante, oggi, generare luoghi di incontro e dialogo – anche di alto profilo intellettuale – nei quali sperimentare quanto la comunità ecclesiale sia capace di dare carne e sangue alle parole con cui il Vaticano II ha voluto esprimere il suo sguardo agli uomini del proprio tempo: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (GS, 1).

Nel giorno in cui ricordiamo la Conversione dell’Apostolo Paolo, a cui il Signore Gesù affidò la singolare missione di proclamare l’universalità della salvezza cristiana, mi auguro che anche questa iniziativa accademica concorra a rendere sempre più visibile «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36).

Ringrazio tutti coloro che sono impegnati in questa opera e, in diversi modi, la sostengono; che il Signore vi benedica e la Madonna vi protegga.

Dal Vaticano, 25 gennaio 2018

 

Francesco



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