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AUDIO-MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI AL 37° PELLEGRINAGGIO MACERATA-LORETO

[6 GIUGNO 2015]

 

 

Cari fratelli e sorelle, buonasera!

Per me è un piacere rivolgervi la parola in questo 37° pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. L’ho fatto nei due anni scorsi e sono rimasto contento della vostra forza, della vostra fede, del vostro amore a Gesù Cristo. L’altro giorno nell’Udienza generale ho benedetto la fiaccola; c’erano alcuni di voi che l’avevano portata.

Voglio dirvi che sono vicino a voi, che sono vicino a questo pellegrinaggio!

Il pellegrinaggio è un simbolo della vita, ci fa pensare che la vita è camminare, è un cammino. Se una persona non cammina e rimane ferma, non serve, non fa nulla. Pensate all’acqua, quando l’acqua non è nel fiume, non va avanti, ma è ferma, si corrompe. Un’anima che non cammina nella vita facendo il bene, facendo tante cose che si debbono fare per la società, per l’aiuto agli altri e anche che non cammina per la vita cercando Dio e che lo Spirito Santo ti muove da dentro, è un’anima che finisce nella mediocrità e nella miseria spirituale. Per favore: non fermatevi nella vita!

Può accadere: tutti abbiamo avuto nella vita cadute, sbagli; ma se tu hai fatto uno sbaglio alzati subito e continua a camminare. «Canta e cammina», diceva Sant’Agostino ai suoi fedeli; camminare con la gioia e anche camminare quando il cuore è triste, ma sempre camminare. E se tu hai bisogno di fermarti, che sia per riposarti un po’ e prendere un po’ di fiato per andare avanti dopo. Canta e cammina! Sempre, canta e cammina! C’è anche il pericolo di sbagliare strada. Chi cammina può sbagliare strada; questo può succedere a ognuno di noi e quante volte noi abbiamo fatto questo. Se tu sbagli strada, torna. Torna, perché c’è la misericordia di Gesù.

Voi fate questo pellegrinaggio “Accarezzati dalla misericordia”. La misericordia di Gesù perdona tutto, sempre ti aspetta, sempre ti ama tanto. Ognuno di voi conosce la propria storia. Noi tutti la conosciamo, la nostra. “Eh, Padre, tante volte sono caduto”. Mi viene in mente quella bella canzone degli alpini: l’arte di salire non è nel non cadere, ma nel non rimanere caduto. Canta e cammina e se sei caduto, alzati: c’è la carezza della misericordia di Gesù che perdona tutto e lì è la gioia, la gioia di quell’incontro con Gesù.

In questa lunga serata notturna, in questa notte di cammino, pensate alla vostra vita. Cosa devo fare della mia vita? Cosa mi dice Gesù che devo fare della mia vita? Cosa pensa il Signore per me? C’è gioia nel mio cuore, per cantare mentre cammino? Se non c’è gioia, cercàtela! Il Signore te la darà, te la donerà con la Sua misericordia.

Cari fratelli e sorelle, fate questo cammino, io penso a voi. Questa sera pregherò per voi, vi accompagnerò spiritualmente da Sarajevo a Roma, perché rientrerò questa sera a Roma. Sarò con voi e voi per favore pregate per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. E l’Angelo custode di ognuno di voi vi dica all’orecchio: “Canta e cammina!”.

A risentirsi!

 



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