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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO,
A FIRMA DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO PIETRO PAROLIN,
IN OCCASIONE DELLA 67a SETTIMANA LITURGICA NAZIONALE ITALIANA

[GUBBIO, 22-25 AGOSTO 2016]

 

A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Claudio Maniago
Vescovo di Castellaneta

Eccellenza Reverendissima,

in occasione della 67aSettimana Liturgica Nazionale, che quest’anno si svolge a Gubbio, nel mistico e pacificante scenario della terra umbra, il Santo Padre Francesco è lieto di inviare la Sua beneaugurante parola a Lei, ai collaboratori del CAL e a quanti prendono parte alle significative giornate di studio.

La scelta del luogo, motivata dalla ricorrenza dei 1600 anni della Lettera di Papa Innocenzo I a Decenzio, Vescovo di Gubbio (cfr.PL20, 551-561), è quanto mai opportuna nel contesto dell’Anno Santo Straordinario della Misericordia. In tale scritto, in cui il Romano Pontefice offriva risposte chiarificatrici a domande poste dal pastore eugubino, si trovano interessanti notizie su peculiari aspetti e momenti della celebrazione di alcuni Sacramenti in quel preciso momento storico. Tra i tanti argomenti trattati, uno in particolare si impone alla nostra attenzione: la riconciliazione dei penitenti in vista della Pasqua (cfr. c. VII, 10).

La Settimana Liturgica Nazionale ha, pertanto, scelto di ritornare su un tema già altre volte affrontato, riflettendo sulla “Liturgia come luogo della Misericordia”, con l’intento esplicito di offrire, nel contesto dell’anno giubilare, uno speciale contributo al cammino della Chiesa Italiana. Quando ci sforziamo di vivere ogni evento liturgico «con lo sguardo fisso su Gesù e il suo volto misericordioso possiamo cogliere l’amore della SS. Trinità (…). Questo amore è ormai reso visibile e tangibile in tutta la vita di Gesù (…). Tutto in lui parla di misericordia. Nulla in Lui è privo di compassione» (Misericordiae Vultus, 8). Queste parole richiamano alla mente quelle del Papa san Leone Magno, che in un’omelia per l’Ascensione afferma: «Quello che era visibile [e tangibile] del nostro redentore è passato nei sacramenti» (PL54, 398). Un tale accostamento aiuta a percepire tutta la liturgia quale luogo della misericordia incontrata e accolta per essere donata, luogo dove il grande mistero della riconciliazione è reso presente, annunciato, celebrato e comunicato. Le specifiche celebrazioni di Sacramenti o sacramentali declinano l’unico grande dono della divina misericordia secondo le diverse circostanze della vita.

Il dono della Misericordia, però, risplende in modo tutto particolare nel sacramento della Penitenza o Riconciliazione. Si è riconciliati per riconciliare. La misericordia del Padre non può essere rinchiusa in atteggiamenti intimistici ed autoconsolatori, perché essa si dimostra potente nel rinnovare le persone e renderle capaci di offrire agli altri l’esperienza viva dello stesso dono. Partendo dalla consapevolezza che si è perdonati per perdonare, occorre essere testimoni di misericordia in ogni ambiente, suscitando desiderio e capacità di perdono. Questo è un compito a cui tutti siamo chiamati, specialmente di fronte al rancore nel quale sono rinchiuse troppe persone, le quali hanno bisogno di ritrovare la gioia della serenità interiore e il gusto della pace.

Il rito della Penitenza sacramentale va quindi percepito come espressione di una “Chiesa in uscita”, come “porta” non solo per ri-entrare dopo l’essersi allontanati, ma altresì “soglia” aperta verso le varie periferie di un’umanità sempre più bisognosa di compassione. In esso, infatti, si compie l’incontro con la misericordia ricreatrice di Dio da cui escono donne e uomini nuovi per annunciare la vita buona del Vangelo attraverso un’esistenza riconciliata e riconciliatrice.

Sua Santità auspica che dalle riflessioni e dalle celebrazioni della Settimana Liturgica maturi sempre più la comprensione della liturgia come fons et culmen di una vita ecclesiale e personale piena di misericordia e di compassione, perché costantemente formata alla scuola del Vangelo. Egli affida alla materna intercessione di Maria, Mater Misericordiae, i lavori e le attese dell’importante evento liturgico nazionale e, mentre chiede di pregare per Lui e per il Suo servizio alla Chiesa, invia di cuore a Vostra Eccellenza, al Vescovo di Gubbio Mons. Mario Ceccobelli, ai Presuli e sacerdoti presenti, ai relatori e ai partecipanti tutti una speciale Benedizione Apostolica.

Nell’unire i miei personali voti augurali, profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma
dev.mo

Pietro Card. Parolin
Segretario di Stato

 

 



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