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INCONTRO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
CON I FAMILIARI DELLE VITTIME
DELL'ATTENTATO DI NIZZA DEL 14 LUGLIO 2016

Aula Paolo VI
Sabato, 24 settembre 2016

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Mes chers frères et soeurs, je m’excuse de parler italien, mais mon français n’est pas bon.

Con viva commozione incontro voi, che soffrite nel vostro corpo o nel vostro animo perché, una sera di festa, la violenza vi ha colpito ciecamente, voi o uno dei vostri cari, senza badare all’origine o alla religione. Desidero condividere il vostro dolore, un dolore che si fa ancora più forte quando penso ai bambini, persino a intere famiglie, la cui vita è stata strappata all’improvviso e in modo drammatico. A ciascuno di voi assicuro la mia compassione, la mia vicinanza e la mia preghiera.

Care famiglie, invoco il nostro Padre celeste, Padre di tutti, perché accolga con sé i vostri cari defunti, perché trovino presto il riposo e la gioia della vita eterna. Per noi cristiani, il fondamento della speranza è Gesù Cristo morto e risorto. L’Apostolo Paolo ce lo assicura: «Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,8-9). Possa la certezza della vita eterna, che appartiene anche a credenti di altre religioni, esservi di consolazione nel corso della vita, e costituire un forte motivo di perseveranza per continuare con coraggio il vostro cammino quaggiù.

Prego il Dio di misericordia anche per tutte le persone rimaste ferite, in certi casi atrocemente mutilate, nella carne o nello spirito, e non dimentico tutti coloro che per questo non sono potuti venire o sono ancora in ospedale. La Chiesa vi resta vicina e vi accompagna con immensa compassione. Con la sua presenza accanto a voi in questi momenti così pesanti da affrontare, essa chiede al Signore di venirvi in aiuto e di mettere nei vostri cuori sentimenti di pace e di fraternità.

Il dramma che ha conosciuto la città di Nizza ha suscitato dappertutto significativi gesti di solidarietà e di accompagnamento. Ringrazio tutte le persone che, immediatamente, hanno dato soccorso alle vittime, o che fino ad oggi, e di certo ancora a lungo, si dedicano a sostenere e accompagnare le famiglie. Penso naturalmente alla Comunità cattolica e al suo Vescovo, Monsignor André Marceau, ma anche ai servizi di assistenza e al mondo associativo, in particolare all’associazione Alpes-Maritimes Fraternité, qui presente, che raccoglie rappresentanti di tutte le confessioni religiose, e questo è un segno molto bello di speranza. Mi rallegro di vedere che tra voi le relazioni interreligiose sono molto vive, e questo non può che contribuire ad alleviare le ferite di questi drammatici avvenimenti.

Infatti, stabilire un dialogo sincero e relazioni fraterne tra tutti, in particolare tra quanti confessano un Dio unico e misericordioso, è una urgente priorità che i responsabili, sia politici sia religiosi, devono cercare di favorire e che ciascuno è chiamato ad attuare intorno a sé. Quando la tentazione di ripiegarsi su sé stessi, oppure di rispondere all’odio con l’odio e alla violenza con la violenza è grande, un’autentica conversione del cuore è necessaria. E’ questo il messaggio che il Vangelo di Gesù rivolge a tutti noi. Si può rispondere agli assalti del demonio solo con le opere di Dio che sono perdono, amore e rispetto del prossimo, anche se è differente.

Cari fratelli e sorelle, vi assicuro ancora una volta la mia preghiera e tutta la tenerezza del Successore di Pietro. Prego anche per il vostro caro Paese e per i suoi responsabili, affinché si costruisca senza stancarsi una società giusta, pacifica e fraterna. Come segno della mia vicinanza, invoco su ciascuno di voi l’aiuto della Vergine Maria e l’abbondanza delle celesti benedizioni.

Le Seigneur bénisse vous tous.

 



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