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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 24 febbraio 1991

 

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. In un passo dell'Enciclica Rerum Novarum, della quale stiamo toccando in questi mesi i punti salienti, Leone XIII ritiene illusorio che lo Stato possa realizzare più facilmente e celermente la giustizia sociale, monopolizzando la gestione del bene comune e dei rapporti di lavoro.

La storia del nostro secolo, e specialmente quella degli anni recenti, conferma la verità di questo giudizio, si direbbe profetico, del Pontefice. E' un diritto "unirsi in società" - egli osserva - per il fatto che "il sentimento della propria debolezza sospinge l'uomo a voler unire l'opera altrui alla sua. L'istinto di questa naturale inclinazione lo muove, come verso la società civile, così verso altre particolari società"; esse non possono essere proibite dallo Stato, perché i diritti naturali lo Stato deve tutelarli, non distruggerli. Vietando tali associazioni esso contraddirebbe a se stesso, perché l'origine della convivenza civile, come delle altre convivenze, sta appunto nella naturale socialità dell'uomo (Leonis XIII, Rerun Novarum, V).

2. Al riguardo, il Papa ricorda talune associazioni che, sorte in passato, erano allora particolarmente attive, ma la cui funzione è, ai nostri giorni, ancora valida, come, ad esempio, le società di mutuo soccorso, i patronati e le corporazioni di arti e mestieri. "I progressi della cultura - aggiunge -, le nuove abitudini e gli accresciuti bisogni della vita esigono che queste corporazioni siano adattate alle condizioni presenti" e la Chiesa vede con piacere il formarsi di associazioni di questo genere sia di soli operai, sia miste di operai e datori di lavoro (Leonis XIII, Rerun Novarum, V). Spetta ai cittadini crearle e farle funzionare in piena libertà, perché il movimento vitale nasce da un principio intrinseco e gli impulsi esterni lo soffocano, mentre è compito dello Stato rispettarle e difenderle. Esse, tuttavia, hanno bisogno di un'adeguata organizzazione e norma, perché ci sia unità di azione e possano, quindi, raggiungere il loro obiettivo di promuovere, oltre che il bene degli associati, quello dell'intera società.

3. Nelle parole di Leone XIII si legge la piena legittimazione dei sindacati e delle associazioni analoghe e le sue argomentazioni ho io stesso ripreso nell'Enciclica Laborem Exercens (Ioannis Pauli PP. II, Laborem Exercens, 20). Egli propone anche una sapiente regola da seguire per quanto riguarda la loro organizzazione e funzionamento. Tale concreta saggezza, per i credenti, si accompagna alla fede che spinge a considerare il prossimo come fratello da accogliere e da servire. E' solo dall'amore, infatti, costruito ogni giorno con gesti concreti di condivisione e di perdono, che derivano, come ci ricordano questi giorni di Quaresima, la giustizia e la pace.

Maria, Madre dell'unità e Regina della pace, guidi tutti noi su questo cammino di conversione e di speranza.

Rivolgo un cordiale saluto agli immigrati dei vari Paesi, che sono venuti oggi in Piazza San Pietro nel desiderio di ricevere sostegno e solidarietà nella risoluzione dei loro problemi.

Nell'assicurarvi che vi sono vicino, condividendo le vostre sofferenze e le vostre difficoltà, auspico che con la buona volontà da parte di tutti sia trovata una soluzione giusta e dignitosa alle vostre aspirazioni.


Invito all'"Angelus" a lavorare e pregare perché cessi questa dolorosa tragedia nel Golfo Persico

Mai come in queste ore, la guerra appare come un germe di morte. Mai come in questi giorni, l'uomo è stato chiamato a far prevalere la ragione sulle passioni.

Mai come oggi i responsabili delle Nazioni, servitori del bene comune, sono interpellati dalla propria coscienza.

Da parte sua, questa Sede Apostolica ha fatto quanto era nelle sue possibilità per evitare questa terribile guerra.

Ora non ci resta che lavorare e pregare perché essa termini quanto prima e perché simili dolorose tragedie scompaiano dall'orizzonte dell'umanità.

O Maria, Regina della Pace, intercedi per noi!

 

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