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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 18 settembre 1996

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Nei santi rifulge in modo speciale la luce di Cristo, che illumina il volto della Chiesa (cf. Lumen gentium, 1). La loro venerazione è un ponte che unisce vitalmente le Chiese d’Oriente e d’Occidente, favorendo lo scambio dei doni spirituali e il cammino verso la piena unità.

Nell’amore alla Vergine Santa, poi, si direbbe che i cristiani occidentali e orientali “gareggino”, riconoscendo in Maria la Madre del Redentore e della Chiesa, la sintesi e il vertice delle meraviglie operate da Dio per l’uomo. Proprio in questi giorni abbiamo celebrato la sua Assunzione al cielo. In Oriente, dove questa solennità è anche detta “Dormizione” di Maria, si tratta della massima festa mariana, alla quale i fedeli si preparano con otto o più giorni di digiuno e preghiere.

In effetti, nell’assunzione di Maria emerge un aspetto della visione cristiana, che la tradizione orientale giustamente sottolinea: se ogni persona umana è stata fatta ad immagine e somiglianza di Dio, Maria, piena di grazia, è la “somigliantissima”. In Lei si realizza pienamente il disegno di Dio che vuole elevare l’uomo all’altezza della sua vita trinitaria. Maria è stata innalzata al vertice della “visione di Dio”. E ciò non solo perché al Verbo di Dio, come vera Madre, ha dato la sua carne, ma soprattutto perché lo custodisce per sempre nel suo cuore, come è splendidamente rappresentato dall’icona Znamenie. Il noto inno akathistos alla Madre di Dio presenta Maria come “compendio delle verità di Cristo”.

2. Insieme con Maria, sono i santi il grande tesoro della Chiesa in Oriente come in Occidente. Essi sono lo splendore della Redenzione operata da cristo. La loro morte è ricordata come «nascita al cielo», e ogni giorno la liturgia ne commemora diversi. Tanti di essi sono comuni alle due tradizioni, specie quelli di epoca biblica e dei primi secoli cristiani. Ad essi sono dedicate infinite modulazioni di lode. L'arte ne fa oggetto di splendide raffigurazioni. IL popolo li sente come patroni e modelli di vita.

Se si confronta la liturgia orientale con quella occidentale, si riscontra un'evidente complementarità. Anche in questo campo occorre conoscersi e apprezzarsi di più. Mi piace, a tal proposito, ricordare il caso di san Gregorio Magno: il grande Papa, che era stato apocrisario a Costantinopoli, comprese il suo ministero di Successore di Pietro come quello di «servo dei servi di Dio». Egli fu apprezzato dai cristiani di Oriente ed è da loro ricordato col singolare epiteto di «Gregorio il Dialogo». Espressione suggestiva, che mentre evoca una famosa opera del grande Pontefice, suona anche ispiratrice di un programma di santità e di ministero in cui il risoluto servizio alla verità cammini sempre di pari passo con la capacità di ascolto e la viva ricerca della comunione tra i fratelli.

3. Affidiamo all'intercessione di Maria il cammino ecumenico in cui i cristiani sono impegnati, e a cui il Concilio Vaticano II  ha dato un impulso decisivo. Se ci volgiamo al passato sotto lo sguardo della Madre comune e nella luce dei santi, sarà più facile costruire un futuro di santità, e con esso, un futuro di unità. Ombre anche gravi non sono purtroppo mancate nella storia dei rapporti tra Oriente e Occidente. Ma occorre oggi più che mai guardare in avanti, mentre si avvicina a grandi passi il terzo millennio. Maria Santissima, modello della Chiesa, icona vivente del suo mistero, guidi e sostenga i nostri passi.

 

© Copyright 1996 - Libreria Editrice Vaticana

 



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