Index   Back Top Print

[ ES  - IT ]

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 23 marzo 1994

 

1. Il Concilio Vaticano II, nell’imprimere un nuovo slancio all’apostolato dei laici, ha avuto la sollecitudine di affermare che la prima, fondamentale ed insostituibile forma di attività per l’edificazione del Corpo di Cristo è quella svolta dai singoli membri della Chiesa (cf. Apostolicam actuositatem, 16). Ogni cristiano è chiamato all’apostolato, ogni laico è chiamato a impegnarsi personalmente nella testimonianza, partecipando alla missione della Chiesa. Ciò presuppone e comporta una convinzione personale, nascente dalla fede e dal “sensus Ecclesiae” che essa accende nelle anime. Se si crede e si intende essere Chiesa, non si può non essere convinti del “compito originale, insostituibile ed indelegabile” che ogni fedele ha “da svolgere per il bene di tutti” (Giovanni Poalo II, Christifideles laici, 28).

Non si farà mai abbastanza per inculcare nei fedeli la consapevolezza del dovere di cooperare alla edificazione della Chiesa, all’avvento del Regno. Ai laici compete anche l’animazione evangelica delle realtà temporali. Molte sono le possibilità d’impegno, specialmente negli ambiti della famiglia, del lavoro, della professione, dei circoli culturali e ricreativi ecc.: e molte sono anche le persone, nel mondo d’oggi, che vogliono far qualcosa per migliorare la vita, per rendere più giusta la società, per contribuire al bene dei propri simili. Per esse la scoperta della consegna cristiana dell’apostolato potrebbe costituire lo sviluppo più alto della vocazione naturale al bene comune. che renderebbe più valido, più motivato, più nobile, e forse anche più generoso, l’impegno.

2. Ma vi è un’altra vocazione naturale che può e deve attuarsi nell’apostolato ecclesiale: quella associativa. Sul piano soprannaturale, la tendenza degli uomini ad associarsi si arricchisce e si innalza al livello della comunione fraterna in Cristo: si ha così il “segno della comunione e dell’unità della Chiesa in Cristo che disse: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20)” (Apostolicam Actuositatem, 18).

Questa tendenza ecclesiale all’apostolato associativo ha senza dubbio una genesi soprannaturale nella “carità” diffusa nei cuori dallo Spirito Santo (cf. Rm 5, 5), ma il suo valore teologico combacia con l’esigenza sociologica che nel mondo moderno porta all’unione e alla organizzazione delle forze per raggiungere gli scopi prefissi. Anche nella Chiesa, dice il Concilio, “solo la stretta unione delle forze è in grado di raggiungere pienamente tutte le finalità dell’apostolato odierno e di difenderne validamente i beni” (Apostolicam Actuositatem, 18). Si tratta di unire e coalizzare le attività di coloro che si propongono di incidere col messaggio evangelico nello spirito e nella mentalità della gente che si trova nelle varie condizioni sociali. Si tratta di mettere in atto una evangelizzazione capace di esercitare un influsso sulla pubblica opinione e sulle istituzioni; e per raggiungere questo scopo si richiede un’azione svolta in gruppo e bene organizzata (cf. Ivi).

3. La Chiesa, pertanto, incoraggia sia l’apostolato individuale sia quello associativo, e col Concilio afferma il diritto dei laici a formare delle associazioni per l’apostolato: “Salva la dovuta relazione con l’autorità ecclesiastica, i laici hanno il diritto di creare e guidare associazioni e dare il proprio nome a quelle fondate” (Ivi, 19).

La relazione con l’autorità ecclesiastica implica una volontà fondamentale di armonia e di cooperazione ecclesiale. Ma non impedisce l’autonomia propria delle associazioni. Se nella società civile il diritto di istituire un’associazione è riconosciuto come un diritto della persona, basato sulla libertà dell’uomo di unirsi con altri uomini per ottenere uno scopo comune, nella Chiesa il diritto di fondare un’associazione per il perseguimento di finalità religiose scaturisce, anche per i fedeli laici, dal Battesimo, che comporta in ogni cristiano la possibilità, il dovere e la forza di una partecipazione attiva alla comunione e alla missione della Chiesa (cf. Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, 29). In questo senso si esprime anche il Codice di Diritto Canonico: “I fedeli hanno il diritto di fondare e di dirigere liberamente associazioni che si propongano un fine di carità o di pietà, oppure l’incremento della vocazione cristiana nel mondo; hanno anche il diritto di tenere riunioni per il raggiungimento comune di tali finalità” (Codex Iuris Canonici, can. 215).

4. Di fatto, nella Chiesa, i laici fanno sempre più uso di questa libertà. In passato, per la verità. non mancarono associazioni di fedeli, costituite nelle forme possibili a quei tempi. Ma non vi è dubbio che oggi il fenomeno ha un’ampiezza e una varietà nuove. Accanto alle antiche Fraternità, Misericordie, Pie Unioni. Terz’Ordini ecc., vediamo svilupparsi dappertutto nuove forme aggregative. Sono gruppi, comunità, movimenti che perseguono una grande varietà di scopi, di metodi, di campi operativi, ma sempre con un’unica finalità fondamentale: l’incremento della vita cristiana e la cooperazione alla missione della Chiesa (cf. Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, 29).

Lungi dall’essere un male, la diversità delle forme associative è piuttosto una manifestazione della libertà sovrana dello Spirito Santo che rispetta ed incoraggia la diversità di tendenze, temperamenti, vocazioni, capacità ecc. esistente fra gli uomini. È certo però che nella varietà bisogna sempre conservare la preoccupazione dell’unità, evitando rivalità, tensioni, tendenze al monopolio dell’apostolato o a primati che lo stesso Vangelo esclude, e nutrendo sempre fra le varie associazioni lo spirito della partecipazione e della comunione, per contribuire veramente alla diffusione del messaggio evangelico.

5. I criteri che permettono di riconoscere l’ecclesialità, cioè il carattere autenticamente cattolico delle varie associazioni, sono: a) il primato dato alla santità e alla perfezione della carità come scopo della vocazione cristiana; b) l’impegno di confessare responsabilmente la fede cattolica in comunione col magistero della Chiesa; c) la partecipazione al fine apostolico della Chiesa con un impegno di presenza e di azione nella società umana; d) la testimonianza di comunione concreta col Papa e col proprio Vescovo (cf. Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, 30).

Questi criteri vanno seguiti ed applicati a raggio locale, diocesano, regionale, nazionale. e anche a livello dei rapporti internazionali tra enti culturali, sociali, politici, in conformità con la missione universale della Chiesa, che cerca di infondere in popoli e Stati, e nelle nuove comunità che essi costituiscono, lo spirito della verità, della carità e della pace.

Le relazioni delle associazioni dei laici con l’autorità ecclesiastica possono anche avere particolari riconoscimenti ed approvazioni, quando ciò sia suggerito come opportuno o anche necessario in ragione della loro estensione o del tipo del loro impegno nell’apostolato (cf. Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, 31). Il Concilio segnala questa possibilità ed opportunità per “associazioni o iniziative aventi un fine immediatamente spirituale” (Apostolicam Actuositatem, 24). Quanto al caso di associazioni “ecumeniche” con maggioranza cattolica e minoranza non-cattolica, sta al Pontificio Consiglio per i Laici determinare le condizioni per approvarle (cf. Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, 31).

6. Tra le forme di apostolato associativo, il Concilio cita espressamente e particolarmente l’Azione Cattolica (Apostolicam Actuositatem, 20). Pur nelle varie orme prese nei diversi paesi e le mutazioni che si sono succedute nel tempo, l’Azione Cattolica è contraddistinta dal più stretto legame mantenuto con la gerarchia: non ultima ragione degli abbondantissimi frutti prodotti nella Chiesa e nel mondo nei molti anni della sua storia.

Le organizzazioni conosciute sotto il nome di Azione Cattolica (ma anche sotto altri nomi e di tipo simile) hanno come fine l’evangelizzazione e la santificazione del prossimo, la formazione cristiana delle coscienze, l’influsso sul costume, l’animazione religiosa della società. I laici ne assumono la responsabilità in comunione con il Vescovo e i Sacerdoti. Essi agiscono “sotto la superiore direzione della Gerarchia medesima, la quale può sancire tale cooperazione anche per mezzo di un mandato esplicito” (Ivi). Dalla misura della loro fedeltà alla Gerarchia e della loro concordia ecclesiale dipende e dipenderà sempre il loro grado di capacità edificativa del Corpo di Cristo, mentre l’esperienza dimostra che, se a base della propria azione si mette il dissenso e si segue quasi programmaticamente un atteggiamento conflittuale, non solo non si edifica la Chiesa, ma si innesca un processo autodistruttivo che vanifica il lavoro e generalmente conduce al proprio dissolvimento.

La Chiesa, il Concilio. il Papa auspicano e pregano che nelle forme aggregative dell’apostolato dei laici e specialmente nell’Azione Cattolica sia sempre riconoscibile l’irradiazione della comunità ecclesiale nella sua unità, nella sua carità, nella sua missione di diffusione della fede e della santità nel mondo.


Ai pellegrini polacchi della Famiglia “Radio Maria”

Saluto cordialmente i qui presenti partecipanti del pellegrinaggio della Famiglia “Radio Maria”. Un saluto particolare rivolgo al Vescovo della diocesi di Torun. Saluto anche il Padre Direttore e i suoi collaboratori religiosi e laici. Mi rallegro di potermi incontrare in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, con voi, che con molto impegno dedicate disinteressatamente il vostro tempo e le vostre capacità al bene dei radioascoltatori del Paese.

Radio Maria esiste soltanto da pochi anni, durante i quali però si è verificato un grande sviluppo sia per quanto riguarda il raggio di influenza sul territorio che per il programma. In questa sede desidero sottolineare soprattutto la ricchezza di questo programma che va incontro ai bisogni fondamentali dell’uomo e in particolare a quelli religiosi. Direi che questo programma è completo, in quanto comprende preghiera, catechesi, informazione, musica religiosa e rapporti telefonici con gli ascoltatori. Tutto ciò è frutto di un immenso lavoro di tanta gente di buona volontà, segno di un amore sincero per la Chiesa e della profonda comprensione della sua missione annunciatrice, dell’evangelizzazione.

Il Decreto conciliare su “Gli strumenti della comunicazione sociale” dice: “la Chiesa Cattolica giudica suo dovere predicare l’annuncio della salvezza anche mediante gli strumenti della comunicazione sociale, nonché indirizzare gli uomini al retto uso degli stessi” (cf. Inter mirifica, 3). Oggi c’è un bisogno grande dell’annuncio del Vangelo nella nostra Patria. La gente ha bisogno di una parola autentica. Parola che costruisca e non divida, che infonda fiducia nei cuori spaventati, parola pura, semplice, che annunci amore e verità. Questa parola è il massaggio della salvezza. È Cristo stesso. Di questa parola voi siete gli annunciatori, ma soprattutto dovreste esserne i testimoni. Soltanto la parola dietro la quale si nasconda una testimonianza di vita, la parola cresciuta sul terreno della fede, della speranza e dell’amore, avrà la forza di convincere e di formare l’uomo. Potrà diventare lo strumento della nuova evangelizzazione. Già oggi posso dire come è prezioso il contributo di Radio Maria, come esso realizza la nuova evangelizzazione, costruisce la famiglia “forte in Dio”, educa la nuova generazione alla “civiltà dell’amore” Questa Radio ripropone la tradizione delle Ore, questa forma bellissima di culto della Madre di Dio e del suo eccezionale privilegio di Immacolata Concezione, e di sera raduna genitori e figli nella comune recita del Rosario e nell’Appello di Jasna Gora. Con la Lettera alle Famiglie ho invitato alla preghiera per le famiglie e con le famiglie.

Proprio Radio Maria aiuta le famiglie ad inserirsi in questa corrente vivificatrice della preoccupazione della Chiesa per tutta la famiglia umana. “La preghiera serve al rafforzamento dell’unione spirituale della famiglia, possedendo la forza unificante nell’amore e nella verità” (cf. n. 4). Che questa preghiera sia sempre più possibile, che non cessi neanche sulle onde radiofoniche. Radio Maria aiuta anche le persone malate, le persone sole, le persone che viaggiano e che lavorano, ad inserirsi in questa preghiera di tutta la Chiesa. Inoltre, attraverso una profonda catechesi rafforza i radioascoltatori nella fede e li invita all’approfondimento delle Sacre Scritture e alla letteratura religiosa.

Una buona musica religiosa infonde un senso di calma nel mondo chiassoso c inquieto di oggi, favorendo raccoglimento e riflessione. Cari miei, la vostra attività è soprattutto un servizio per la Chiesa in Polonia. Diffondete un sano insegnamento in stretta collaborazione e unione con i Vescovi, ai quali è stato affidato “l’ufficio pastorale, ossia l’abituale e quotidiana cura del loro gregge” (cf. Lumen Gentium, 27), soltanto in questo modo il Vostro apostolato particolare contribuirà: “all’incremento della Chiesa e alla sua continua ascesa nella santità” (cf. Lumen Gentium, 33).

Approfittando di questa occasione desidero ringraziare per le preghiere che Radio Maria rivolge al Signore nelle intenzioni del Papa. Vi ringrazio di cuore per le parole di fedeltà e di solidarietà. Che il Signore ricompensi voi qui presenti e quelli rimasti in Patria.

Auguro a Radio Maria un ulteriore sviluppo affinché il suo raggio di attività arrivi in tutti gli angoli della Polonia. Che la vostra Radio resti sempre al servizio di una informazione basata sulla verità, impregnata di amore e basata sulla giustizia, contribuisca in questo modo alla formazione delle coscienze umane, nello spirito dell’insegnamento di Cristo. Affido Voi e il Vostro apostolato alla tutela della Santissima Maria Vergine che noi veneriamo come Stella dell’Evangelizzazione: “Maria, orienta le nostre scelte di vita, confortaci nell’ora della prova, affinché, fedeli a Dio e all’uomo, affrontiamo con umile audacia i sentieri misteriosi dell’etere, per recare alla mente ed al cuore di ogni persona l’annuncio gioioso di Cristo Redentore dell’uomo. Maria, Stella dell’Evangelizzazione, cammina con noi”!

Guida Radio Maria e sii la sua protettrice.

Alla fine di questo incontro, dopo il discorso in tedesco ai nostri fratelli dell’Ovest. impartirò a tutti la benedizione apostolica. Dio vi ricompensi per questa visita!

Witam serdecznie Uczestników pielgrzymki Rodziny Radia “Maryja”. Szczególne pozdrowienie kieruję do Księdza Biskupa Ordynariusza Toruńskiego. Pozdrawiam również Dyrektora oraz Jego Współpracowników duchownych i świeckich. Cieszę się z tego, że mogę spotkać się z Wami w Bazylice św. Piotra. Z Wami, którzy bezinteresownie poświęcacie tyle czasu i swoje zdolności dla dobra słuchaczy w Kraju.

Radio “Maryja” istnieje dopiero kilka lat. W ciągu tych kilku lat nastąpił jednak wielki rozwój, tak gdy chodzi o zasięg oddziaływania, jak też o program. Pragnę podkreślić przede wszystkim bogactwo tego programu, który wychodzi naprzeciw podstawowym potrzebom człowieka, uwzględniając przede wszystkim potrzeby religijne. Program ten jest wszechstronny, obejmuje modlitwę, katechezę, informację, muzykę religijną, a także kontakty telefoniczne ze słuchaczami. To wszystko jest wynikiem ogromnej pracy wielu ludzi dobrej woli, znakiem szczerego umiłowania Kościoła i głębokiego zrozumienia Jego misji przepowiadania, ewangelizacji.

Dekret soborowy o środkach przekazywania myśli mówi: “ Ponieważ Kościół katolicki został ustanowiony przez Chrystusa Pana, aby wszystkim ludziom nieść zbawienie, i wobec tego przynaglany jest koniecznością przepowiadania Ewangelii, przeto uważa on za swój obowiązek głosić orędzie zbawienia również przy pomocy środków przekazu społecznego oraz uczyć ludzi właściwego korzystania z nich ”. Wielka jest dzisiaj potrzeba przepowiadania Ewangelii w naszej Ojczyznie. Potrzebne jest ludziom autentyczne słowo. Słowo, które buduje, a nie dzieli, które wlewa otuchę w zalęknione srca; słowo czyste, proste, głoszące miłość i prawdę. Takim słowem jest orędzie zbawienia. Jest nim sam Chrystus. Tego właśnie słowa wy jesteście głosicielami, ale winniście nade wszystko być jego świadkami. Tylko słowo, za którym kryje się świadectwo życia, słowo wyrosłe na glebie wiary, na glebie nadziei i miłości, będzie miało moc przekonującą i kształtującą człowieka. Będzie mogło stać się narzędziem nowej ewangelizacji.

Już dzisiaj można to powiedzieć, że cenny wkład Radia “Maryja” w dzieło nowej ewangelizacji buduje rodzinę “Bogiem silna”, wychowuje społeczeństwo, a zwłaszcza młode pokolenie do “cywilizacji miłości”. Radio “Maryja” wskrzesza tradycję Godzinek - w tej tradycyjnej formie kultu Matki Bożej, Jej Niepokalanego Poczęcia. Wieczorem zaś, gromadzi rodziców i dzieci na wspólnej modlitwie różańcowej, przy Apelu Jasnogórskim. W Liście do Rodzin zachęciłem do modlitwy za rodziny i z rodzinami. Właśnie Radio “Maryja” pomaga rodzinom włączać się w ten ożywczy nurt troski całego Kościoła o każdą rodzinę, o całą rodzinę ludzką. “Modlitwa służy ugruntowaniu duchowej spoistości rodziny, posiada moc jednoczącą je w miłości i prawdzie”. Niech tej modlitwy będzie jak najwięcej. Niech ona nie ustaje także na falach eteru. W ten wielki nurt modlitwy całego Kościoła Radio “Maryja” pomaga włączyć się także osobom chorym, samotnym, podróżującym, zajętym przy warsztatach pracy. Z kolei poprzez gruntowną katechezę umacnia w wierze radiosłuchaczy, zachęca do zgłębienia Pisma Świętego i literatury religijnej, a dobra muzyka religijna wprowadza w dzisiejszy świat hałaśliwy uciszenie, sprzyja skupieniu i refleksji.

Moi Drodzy, Wasza działalność to przede wszystkim służba Kościołowi w Polsce. Głoście zdrową naukę w ścisłej jedności i współpracy z Biskupami, którym “został powierzony urząd pasterski, czyli ustawiczna i codzienna troska o dobro wiernych, dobro duchowe wszelkie”. Tylko w taki sposób Wasze apostolstwo “przyczyni się do wzrastania Kościoła i do jego ustawicznego uświęcania”.

Przy okazji pragnę również podziękować za modlitwy, jakie Rodziny Radia “Maryja” zanoszą do Boga w intencjach Papieża. Dziękuję Wam za to z całego serca za wszystkie wyrazy przywiązania i solidarności. Bóg zapłać wszystkim tu obecnym, a także wszystkim, którzy są w Kraju.

Życzę Radiu “Maryja” dalszego rozwoju, aby zasięgiem swego działania objęło całą Polskę. A może trzeba trochę wyżej podnieść poprzeczkę i powiedzieć, ażeby sięgnęło do Rzymu, albo do Chin, a przynajmniej na Syberię. Niech Wasze Radio służy prawdziwej informacji, przepojonej miłością i opartej na sprawiedliwości. Niech przyczynia się do kształtowania ludzkich sumień w duchu nauki Chrystusa. Was wszystkich, Wasze apostolstwo oddaję w opiekę Najświętszej Maryi Panny, którą czcimy jako Gwiazdę Ewangelizacji: “Maryjo... wskazuj nam drogi życia, umacniaj w godzinach próby, abyśmy dochowując wierności Bogu i człowiekowi, umieli z pokorą i odwagą przekazywać na falach eteru umysłom i sercom wszystkich ludzi radosną wieść o Chrystusie, Odkupicielu człowieka. Maryjo, Gwiazdo Ewangelizacji, prowadź nas!”.

Prowadź Radio “Maryja” i bądź jego Opiekunką!

Na końcu tego spotkania, po przemówieniu w języku niemieckim do naszych Braci z Zachodu, udzielę wszystkim Błogosławieństwa Apostolskiego. Bóg zapłać za Wasze odwiedziny!

Ai gruppi di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Nach dieser kurzen Betrachtung grübe ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher nochmals sehr herzlich. Mein besonderer Grub gilt den Bürgermeistern, die an einem Exerzitienkurs der Erzabtei Beuron teilnehmen sowie den Akademikern und Studenten des Kartellverbandes katholischer deutscher Studentenvereine, insbesondere der Verbindung ”Ravensberg“ aus Münster. Ferner grübe ich die Pilger der Schönstattbewegung aus den Diözesen Basel, Chur und Sankt Gallen, die Pfarrgemeinde Heilig Geist aus Hüsten sowie die Bezirksschützen aus Südtirol.

Euch allen, Euren lieben Angehörigen zu Hause sowie den mit uns über Radio Vatikan verbundenen Gläubigen erteile ich mit meinen besten Wünschen für ein frohes Osterfest von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai fedeli di lingua francese

Chers frères et sœurs,

Je vous salue cordialement, chers pèlerins de langue française. Je souhaite la bienvenue en particulier au groupe de prêtres de Montréal et aux religieuses de Saint-Paul de Chartres.

A quelques jours du début de la Semaine sainte, je vous souhaite à tous, jeunes et aînés, de suivre le Christ sur le chemin qui le mène jusqu’à la joie de Pâques.

Que Dieu vous bénisse et vous garde!

Ai pellegrini di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

I greet with affection the children from the Canossian School for the Hearing Impaired in Singapore and I thank them for their music. May Jesus always grant you joy and peace! I also greet the visitors from Tel Aviv, Israel. Upon all the English-speaking visitors, especially the pilgrims from England, Scotland, Indonesia and the Unite States, I cordially invoke the abundant blessings of Almighty God.

Ad un gruppo di pellegrini giapponesi

Sia lodato Gesù Cristo!
Dilettissimi pellegrini del gruppo “ Don Bosco ”
e Membri del “ Nice Christian Study ” di Nagoya.

Ormai è imminente la Pasqua del Signore. Dobbiamo prepararci con impegno e fervore per questa festa, pregando e meditando intensamente la Passione di Gesù, accompagnati dalla nostra Madre, la Madonna. È con questo desiderio che imparto su di voi la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

Ai fedeli di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Saludo ahora con todo afecto a los peregrinos y visitantes de lengua española. En particular, a los alumnos y formadores de la Escuela de Aviación Española, así como a los miembros y familiares del Cuerpo Nacional de Policía.

Mi más cordial bienvenida a los grupos de jóvenes de numerosos Colegios e Institutos de España y a la peregrinación procedente de México.

A todas las personas, familias y grupos de los diversos países de América Latina y de España imparto de corazón la Bendición Apostólica.

Ai pellegrini di espressione portoghese

Caríssimos irmãos e irmãs de língua portuguesa,

Saúdo a todos, cordialmente, com votos de felicidades e que a presença em Roma vos sirva para vivificar a própria fé, continuando a “ voltar-vos para Deus, acreditando no Evangelho ”, como convida a Quaresma, em preparação das alegrias pascais. Minha saudação vai também para o grupo de peregrinos de Évora: que o Santo Patriarca São José vos conduza ao Senhor Jesus, nosso Salvador. Com a minha Bênção Apostólica.

Ai gruppi di lingua italiana

Saluto ora i numerosi pellegrini di lingua italiana.

In particolare, le Suore dell’Istituto “Pia Società Figlie di San Paolo”, che partecipano ad un corso di formazione missionaria qui a Roma, per prepararsi adeguatamente all’avvio di ben 12 nuove missioni in diverse parti del mondo.

Il mio pensiero va, inoltre, al folto gruppo di Focolarini, sacerdoti e studenti di teologia, provenienti da molte nazioni, che prendono parte, a Loppiano, ad un corso di spiritualità della durata di un anno; ai lavoratori provenienti dallo Sri-Lanka ed attualmente residenti a Napoli, con le loro famiglie, guidati dal Rettore della Chiesa del Gesù Nuovo; ai fedeli della Comunità parrocchiale dei Santi Filippo e Gualtiero in Lodi, venuti per ricordare accanto alla Tomba di Pietro il 150o anniversario della consacrazione della loro chiesa parrocchiale; ai soci del “Serra International” delle Regioni Triveneto, Lubjana e Zagabria e Pecs (Ungheria) ed al Comandante, agli Ufficiali ed agli Allievi della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di Taranto.

Mi rivolgo, poi, agli insegnanti, ai genitori ed agli alunni dell’Istituto “Sant’Anna” di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Carissimi, ricordo con commozione insieme a voi Don Giuseppe Diana, Parroco nella vostra cittadina, ucciso sabato scorso mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. Nella memoria del suo sacrificio, chiediamo a Dio che l’impegno per la giustizia e la pace prevalga sull’odio e la violenza.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Saluto infine, i giovani, le coppie di sposi novelli ed i malati qui presenti, in particolare il gruppo dell’UNITALSI di Firenze e Lucca.

Carissimi, in questo ultimo tratto del cammino quaresimale, guardiamo alla Croce di Cristo, massima espressione dell’amore di Dio, sicura speranza per chi cerca la pace. Voi, giovani, siate sempre vicini a coloro che soffrono, a quanti sono soli, ai deboli che patiscono violenza e non hanno chi li difenda. Voi, ammalati, trovate conforto nel Signore sofferente, che continua la sua opera di redenzione prendendo su di sé ogni umano dolore. E voi, cari sposi novelli, traete dal mistero pasquale sempre nuovo entusiasmo nel reciproco dono di voi stessi aperto alla vita.

Vi accompagni sempre la mia Benedizione!

 

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana