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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA GORETTI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 31 gennaio 1988

 

1. “Insegnava loro come uno che ha autorità” (Mc 1, 22).

Il testo del Vangelo di Marco ci porta oggi alla sinagoga di Cafarnao. Gesù “entrato proprio di sabato nella sinagoga . . . si mise ad insegnare”. L’evangelista aggiunge: “Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi” (Mc 1, 21-22). Che cosa è questa autorità che si manifesta nelle parole di Gesù sin dall’inizio della sua missione? Essa è la potenza della verità che viene da Dio.

Ne dà testimonianza anche lo spirito impuro, che grida in mezzo alla sinagoga per bocca dell’indemoniato: “Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio” (Mc 1, 24). (Quanta disperazione satanica in questo grido, ed insieme quale testimonianza!).

La liturgia dell’odierna domenica fa riferimento - nella prima lettura - alle parole pronunciate da Mosè, nel nome di Dio, ai figli di Israele: “Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò” (Dt 18, 18).

E così è stato! Dio ha parlato al suo popolo “molte volte per mezzo dei profeti, infine ha parlato per mezzo del Figlio” (cf. Eb 1, 1).

Era Dio che metteva nella bocca dei profeti le parole che essi pronunziavano in suo nome. Dicevano ciò che egli comandava loro.

Infine è venuto il Cristo. Dio ha parlato per mezzo del Figlio. Sin da quando egli iniziò ad insegnare in Galilea, coloro che l’ascoltavano hanno subito capito: “Parla come uno che ha l’autorità, non come gli scribi”. E si chiedevano l’uno l’altro: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità” (Mc 1, 27).

Si compì allora ciò che leggiamo in questa liturgia nel canto del Vangelo: “Il popolo che stava nelle tenebre vide una grande luce” (cf. Is 9, 1).

2. Nella seconda lettura parla l’apostolo Paolo. Egli scrive ai Corinzi sulla vocazione al matrimonio e alla verginità.

Trasmette nella sua istruzione apostolica ciò che Gesù una volta disse con la forza della verità rivelata. San Paolo parla sulla istituzione divina del matrimonio, e sulla sua indissolubilità. Parla anche di coloro che non si sposano, che scelgono liberamente la verginità per il Regno dei cieli.

Le parole dell’Apostolo sono un’eco di quelle del Signore; spiegano il suo insegnamento alla prima generazione dei suoi seguaci.

È contenuta in esse la luce del Vangelo venuta nei cuori e nella vita degli uomini, trapassandoli con la forza della santa vocazione che proviene da Dio.

Paolo di Tarso è un’eco fedele dell’insegnamento di Cristo. Egli stesso, infatti, era stato il primo a sperimentarne la potenza. Egli, il fariseo di una volta, persecutore dei primi cristiani, si era convinto alle porte di Damasco che nella parola di Cristo - crocifisso e risorto - era contenuta la potenza della verità che viene da Dio. Era contenuta la pienezza della verità!

3. E forse anche su di lui, sull’antico Saulo di Tarso, si è compiuto l’annuncio che Dio trasmise ad Israele per mezzo di Mosè, a proposito della missione dei profeti: “Se qualcuno non ascolterà le mie parole dette nel mio nome, io gliene domanderò conto” (cf. Dt 18, 19).

Non ha domandato Dio “conto” a Saulo? La festa della sua conversione, che abbiamo celebrato lunedì scorso, il 25 gennaio, ce l’ha ricordato e reso presente in modo quanto mai eloquente.

4. La liturgia dell’odierna domenica ci fa anche presente che sul terreno dei cuori umani cresce a volte, l’opposizione alla parola, che porta in sé la potenza della verità divina.

L’ha sperimentato Mosè sul cammino del pellegrinaggio verso la terra promessa.

Ancora nel salmo dell’odierna liturgia risuonano gli echi di quella resistenza, che il popolo poneva contro Dio e il suo profeta.

Perciò il salmista esclama:
“Ascoltate oggi la sua voce:
«Non indurite il cuore come a Meriba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova,
pur avendo visto le mie opere»” (cf. Sal 95 [94], 7-9).

5. Così Mosè. E Gesù di Nazaret, non ha forse sperimentato anche lui la stessa cosa, in grado ancora superiore? Già dall’inizio, a Cafarnao, lo spirito maligno voleva costringerlo al silenzio.

E gli uomini? Sì! “Si stupivano del suo insegnamento”, ma anche si opponevano ad esso. Infine credettero di ridurlo al silenzio con la morte in croce; dì assestare un colpo mortale alla verità che egli annunziava, e che era lui stesso.

Ma al terzo giorno si dimostrò che la morte non ha il potere su di lui. Né su di lui, né sulla verità che è da Dio.

6. “Ascoltassimo oggi la sua voce”.

Qui, in questa parrocchia romana, dobbiamo in modo particolare renderci conto dell’eredità, che è la parte di noi tutti.

Qui la potenza della verità, che è il Cristo, si è manifestata per il tramite dell’insegnamento apostolico di Pietro di Betsaida e di Paolo di Tarso. Per mezzo della loro vita e della loro morte, a testimonianza di questa verità. E sulle loro orme, per mezzo di tanti altri, di generazione in generazione.

7. Per testimoniare questa stessa verità sono venuto oggi in mezzo a voi, in questa parrocchia intitolata a santa Maria Goretti. Come Pietro e Paolo, anch’io desidero comunicarvi la gioia che deriva dalla verità cristiana, ed infondervi fiducia e coraggio nel conseguirla.

Insieme con il Cardinale vicario, Ugo Poletti, e con il Vescovo ausiliare del settore nord, Mons. Salvatore Boccaccio, saluto tutti voi, cari fedeli del quartiere Nomentano. Rivolgo un saluto particolare al vostro parroco, Don Isidoro Taschin, che con la sua generosa dedizione ha contribuito a far crescere la vostra comunità cristiana anche nella sua dimensione interiore. Il mio saluto si volge poi a tutti i sacerdoti, che con zelo collaborano con lui nell’animazione cristiana di questa zona. Un pensiero speciale va alle persone anziane, agli ammalati e a quanti soffrono nel corpo e nello spirito.

Rivolgo una parola di plauso e di incoraggiamento alle suore Figlie della Madonna del divino Amore, che si occupano della scuola materna, della catechesi e delle attività parrocchiali. Il mio vivo apprezzamento va pure ai vari gruppi che sono attivi nell’ambito delle iniziative parrocchiali: i catechisti laici, i Neocatecumenali, le donne di Azione Cattolica, l’Associazione del Rosario Perpetuo, i responsabili della Caritas, che sono molto attivi nell’affrontare e alleviare le situazioni più gravi di povertà e di emarginazione. So dell’impegno con cui ci si adopera nella vostra parrocchia, in favore delle persone anziane, il cui numero è percentualmente in aumento a motivo del fenomeno della denatalità. Esprimo un sentito ringraziamento a quanti si occupano di questi nostri fratelli bisognosi di aiuto: la loro premura nelle varie iniziative, la serenità e la forza che cercano di infondere sono una preziosa testimonianza di solidarietà autenticamente cristiana.

Ai giovani, in particolare, addito l’esempio della loro coetanea, santa Maria Goretti, a cui è affidata questa comunità parrocchiale. Questa fanciulla dodicenne preferì alla vita le ragioni della vita.

Non temete di onorare in lei la purezza cristiana, l’innocenza, e il senso del pudore. Sono virtù di cui c’è sempre bisogno, specialmente oggi, per la tutela della dignità umana e cristiana, per l’autenticità di una vita evangelica, per la sincerità dell’amore, per il rispetto reciproco delle persone, per l’onestà e la felicità della famiglia. In un campo tanto delicato, seguite l’esempio di questa generosa atleta del Signore, che seppe opporre la fortezza cristiana alla violenza della malvagità, riportando una splendida vittoria.

8. Cari fratelli e sorelle! Preghiamo insieme al salmista: cantiamo al Signore, presentandoci davanti al suo volto con accenti di lode, innalziamo la voce dei nostri cuori acclamando la roccia della nostra salvezza (cf. Sal 95 [94], 1-2). “Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68). Tu sei il nostro Dio e noi il popolo del tuo pascolo, il tuo gregge (cf. Sal 95 [94], 7).

Ascoltassimo oggi la sua voce . . . con l’orecchio interiore della fede, con la sensibilità del cuore. Non induriamo mai i nostri cuori.

Cristo! Istruiscici sempre. Tu, la cui parola porta in sè la potenza della verità che proviene da Dio! Tu, che sei la verità!

Amen!  

 

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