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VISITA PASTORALE A TORINO

CONFERIMENTO DELLA CRESIMA A 800 GIOVANI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Palazzo dello Sport di Torino - Venerdì, 2 settembre 1988

 

1. “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Gv 14, 15).

Siamo riuniti a Torino in occasione del centenario della morte di san Giovanni Bosco. Egli educava i giovani proprio nello spirito di queste parole di Cristo. Educava all’amore di Dio e del prossimo perché questo è “il più grande e primo dei comandamenti” (cf. Mt 22, 38) e questo è, nello stesso tempo, “il vincolo di perfezione” (cf. Col 3, 14). Educava all’amore che si esprime e si conferma nella vita, nelle opere, nel comportamento. Sapeva dalla propria esperienza, che un tale amore è capace di trasformare l’uomo, di far emergere il bene nascosto nel profondo del cuore umano, e, nello stesso tempo, di far superare il male, che in esso si annida.

Don Bosco sapeva tutto questo; e tutto sapeva tradurre in atto. In questo consiste la particolare “capacità dei santi”. In questi giorni ci rechiamo numerosi nei luoghi legati al ricordo di san Giovanni Bosco, per guardare, ancora una volta, dalla prospettiva di un secolo, questa grande “opera” del padre della famiglia salesiana; per ringraziare, ancora una volta, la Santissima Trinità di questa “capacità dei santi” di irradiare Dio nella loro vita. Lo irradiava san Giovanni Bosco, quando visse ed operò qui - e continua ad irradiarlo oggi. “Benedictus Deus . . . et sanctus in omnibus operibus suis”.

2. Il mio primo saluto a tutti voi, giovani cresimandi, che con fervido animo vi accingete a ricevere la Confermazione, il sacramento della maturità cristiana e della testimonianza. Un saluto anche ai vostri padrini, coloro che vi accompagnano a questo passo come garanti della vostra fede e della vostra preparazione, e come guide spirituali nel vostro inserimento cristiano nella società degli adulti. Saluto i vostri genitori, dai quali avete ricevuto la prima iniziazione alla fede, a mano a mano che crescendo vi siete interrogati su Dio, su Cristo, sulle verità eterne. Saluto i vostri catechisti, efficaci cooperatori in questi anni della vostra crescita e maturazione di fede verso l’età adulta. Saluto in modo particolare i Vescovi del Piemonte qui convenuti per amministrare, insieme con me, il sacramento della Cresima. Saluto i sacerdoti, i religiosi e le religiose, che vi hanno preparato a questa tappa tanto importante per la vostra vita cristiana; saluto tutta la comunità che oggi vi accoglie con festa. E saluto in modo speciale le autorità civili, che rappresentano questa illustre città di Torino.

3. Il Vangelo odierno ci ricorda le parole del Signore Gesù, pronunciate nel cenacolo il giorno prima della sua passione: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità” (Gv 14, 16). Lo Spirito Santo, lo Spirito di verità doveva trasformare il cuore degli apostoli, guidarli e rafforzarli dopo la partenza del Signore Gesù.

A questo Spirito, chiamato da Cristo Consolatore, desideriamo rivolgerci anche noi tutti, ai quali è caro il patrimonio di san Giovanni Bosco.

Per questo alla celebrazione del suo Giubileo uniamo la celebrazione del sacramento della Confermazione. “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4, 5). Il sacramento della Cresima è come un compimento del Battesimo, la tappa di maturazione del cammino verso il pieno ingresso nel mistero di Cristo e verso la responsabile accettazione della vocazione nella Chiesa.

4. Per comprendere il significato di questo sacramento occorre che noi riflettiamo anzitutto sul valore di tutti i sacramenti: essi fanno rivivere in noi il Vangelo, cioè riportano alla nostra vita e comunicano alla nostra esistenza personale, la figura, la vita, i misteri, la parola, gli eventi della stessa vita di Gesù. Gesù si avvicina, entra nella nostra storia proprio mediante questi segni sacramentali, concreti e visibili. Con questi segni Gesù ci chiama, ci associa alla sua missione, ci fa partecipi di tutti i misteri della sua vita.

Nella missione di Gesù il momento della Pentecoste è fondamentale, perché dal dono dello Spirito Santo i discepoli di Cristo possono comprendere tutta la verità del Signore, ed il loro spirito è rigenerato nella pienezza della partecipazione alla vita soprannaturale.

La Confermazione è per voi, carissimi giovani, la vostra personale Pentecoste. Voi oggi ricevete l’effusione dello Spirito Santo, che nel giorno della Pentecoste fu mandato dal Signore risorto sugli apostoli. Ogni battezzato ha bisogno di accogliere, nella sua storia di credente, il momento ed il mistero della Pentecoste: essa compie e perfeziona il dono del Battesimo.

5. Dalla Pentecoste, come sappiamo, i discepoli del Cristo partirono e si dispersero per il mondo come annunciatori del Vangelo. Il dono dello Spirito ha fatto di loro i continuatori efficaci e generosi dell’opera di Gesù: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni . . . insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni . . .” (Mt 28, 19-20). Proprio con la Pentecoste gli apostoli “cominciarono a parlare . . . come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (At 2, 4).

Con il sacramento della Cresima, dunque, anche voi, che avete conosciuto il Cristo e siete stati innestati in lui in un solo corpo mediante il Battesimo, ora siete chiamati a “parlare” di lui, ad essere suoi testimoni coraggiosi nella difesa della fede e nella pratica della vita cristiana in un mondo che talora si mostra indifferente di fronte al problema religioso e morale. Venite posti strettamente in rapporto con la missione del Figlio: siete “afferrati” oggi dallo Spirito Santo, che vi dona il “potere di esprimervi”, di annunciare ad ogni nazione, ad ogni uomo, ad ogni donna, in ogni circostanza verrete a trovarvi, la vostra fede in Dio, in Gesù suo Figlio, nello Spirito Santo.

6. Comprendete dunque la vostra vocazione, e siate araldi di vita nuova, motivo di vigorosa speranza per tutta la Chiesa. Comprendete che da oggi, la missione della Chiesa, degli apostoli, dei discepoli, continua e si realizza in voi, e trova il suo cammino per mezzo vostro. Con voi la Chiesa adempie il suo impegno di essere sempre più operante nell’edificazione della fede e della carità.

Lasciate spazio allo Spirito Santo. Lasciatevi condurre dalla sua multiforme azione. Egli, lo Spirito di Cristo, sa che cosa vuole fare di voi, e voi lasciatevi guidare da lui.

Tutta la spiegazione dell’eccezionale vita di don Bosco, come ben sapete, si trova proprio in questa grande sua disponibilità all’azione dello Spirito Santo.

7. “Vi esorto . . . a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto”, così leggiamo nella lettera agli Efesini (Ef 4, 1).

Il sacramento della Cresima imprime nell’anima di ciascuno di noi un particolare segno: che è come sigillo dello Spirito Santo. Questo sigillo è stato impresso da Cristo stesso prima sul cuore degli apostoli, quando - durante la sua apparizione nel giorno della risurrezione - “alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo” (cf. Gv 20, 22). Queste parole costituiscono come un’introduzione al giorno della Pentecoste, quando - dopo la dipartita di Cristo al Padre - lo Spirito Santo discese su di loro nello stesso cenacolo. E allora nei cuori dei Dodici è stato impresso, con la potenza dello Spirito Santo, il sigillo della vocazione e della missione apostolica.

Nel sacramento della Cresima si rinnova ciò che si è compiuto nel giorno della Pentecoste. Nei nostri cuori viene impresso il sigillo della vocazione cristiana. E la vocazione cristiana - come insegna l’ultimo Concilio - è, per sua natura, vocazione all’apostolato (cf. Apostolicam Actuositatem, 1).

8. Comportatevi dunque “in maniera degna della vocazione che avete ricevuto”.

Non vogliate rattristare mai lo Spirito Santo (cf. Ef 4, 30). E non perdetevi mai d’animo, non perdete la speranza. San Giovanni Bosco anche nei momenti più difficili irradiava la speranza. Così voi, chiamati alla speranza della vostra vocazione (cf. Ef 4, 4), cercate sempre la luce e la forza di questo Consolatore, che Cristo Signore ha dato alla Chiesa, perché sia con essa per sempre. Amen!


Al termine della celebrazione eucaristica, prima di impartire la benedizione apostolica, il Santo Padre aggiunge queste parole:  

Adesso vorrei invitare vostra eminenza, Arcivescovo di Torino, e tutti i miei fratelli nell’episcopato, Arcivescovi e Vescovi di questa regione piemontese, a impartire la benedizione conclusiva ai partecipanti alla santissima Eucaristia, specialmente a quei giovani che hanno ricevuto il sacramento della Cresima.

Non si poteva immaginare un modo più significativo per inaugurare questo centenario di san Giovanni Bosco. Centenario vuol dire memoria di ieri, cento anni fa. Ma si vivono i centenari, i millenni, in Cristo Gesù, si vive ogni tempo sempre come oggi, ieri si fa oggi; ieri si trova nel nostro oggi e il nostro oggi abbraccia ogni ieri. Abbiamo voluto con questa Cresima abbracciare ieri, cento anni fa, più di cento anni fa, un ragazzo che si chiamava Giovanni Bosco e riceveva la santa Cresima come oggi voi l’avete ricevuta. E così abbiamo potuto rivivere il momento decisivo della sua vita, della sua storia personale, storia di santità: tutti siamo chiamati alla santità, e lo Spirito Santo che ci è dato in dono, Spirito Santo che sigilla i nostri spiriti, ci dice: “Siete chiamati alla santità, alla partecipazione alla vita divina, a un oggi senza fine che è nella divina eternità”. Forse sono orizzonti un po’ troppo lontani per voi, dodicenni, quattordicenni, quindicenni, giovani, ma sono orizzonti della vita umana in ogni epoca, in ogni secolo; e la vita di san Giovanni Bosco conferma questi orizzonti e questa vocazione.

Ringrazio ancora una volta vostra eminenza come Arcivescovo di Torino, tutti i miei fratelli e l’episcopato per questa introduzione così profonda e significativa nel centenario della morte di san Giovanni Bosco. Adesso vi invito, carissimi fratelli, a impartire la benedizione a tutti i presenti e specialmente ai giovani che hanno ricevuto la santa Cresima.

 

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