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VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE

MESSA A CONCLUSIONE DEL XII CONGRESSO
EUCARISTICO NAZIONALE
BRASILIANO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

«Praça do Congresso» (Natal) - Domenica, 13 ottobre 1991

 

1. “La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda” (Gv 6, 55).

Confesso insieme a tutti voi, cari fratelli e sorelle, questa verità della nostra fede e della nostra vita di fede. Noi la professiamo insieme durante questo Congresso, che è diventato il grande altare dove tutto il Brasile sta venerando e celebrando il Mistero Eucaristico.

È un’occasione felice che il Congresso si stia svolgendo a Natal. Proprio qui, nel 1645, un uomo semplice, profondamente religioso, Matias Moreira, ha dato, con i suoi compagni nella regione nota come Cunhaú e Uruacú, una bella testimonianza che ricorda quella dei martiri della Chiesa. Quando era insultato e ferito dagli eretici per il suo rifiuto a rinnegare la fede nell’Eucaristia e la fedeltà alla Chiesa del Papa, quando gli hanno squarciato il petto per strappargli il cuore, ha esclamato: “Lodato sia il Santissimo Sacramento!”.

Fratelli e sorelle, questa magnifica professione di fede ha irrigato con sangue generoso la terra dove tutto il Brasile è venuto a riaffermare la sua devozione nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.

Nel rinnovare, in questo momento, con tutti voi qui presenti, questa stessa professione di fede, desidero abbracciare tutte le regioni di questo immenso Paese, che in un certo senso è un continente nel continente sudamericano. Inizio oggi la visita alla Chiesa in terra brasiliana. Anche se il tragitto del mio pellegrinaggio è necessariamente limitato, tuttavia, nel mio cuore e nella mia preghiera, mi sento unito a tutti. Invito i brasiliani di tutte le regioni a questo banchetto eucaristico preparato per noi dal Signore: dalla remota Amazzonia e da tutto il Nord e il Nordest, dalla costa dell’Atlantico e dal Sud, dalle montagne e dalle vaste pianure del centro, e anche dai confini dell’Ovest.

Tutti ci uniamo in un’unica affermazione della fede eucaristica e nell’adorazione del mistero: “Ave verum Corpus natum de Maria Virgine”.

2. “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere” (Dt 8, 2). Leggiamo queste parole nel Libro del Deuteronomio che ricorda a Israele i quarant’anni del suo pellegrinaggio nel deserto quando, con il potere di Dio, lo ha liberato dalla schiavitù dell’Egitto: “Il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione servile” (Dt 8, 14).

Quel deserto è un’immagine della vita degli uomini e dei popoli. Per quali cammini il Signore Dio ha guidato il popolo di questa terra brasiliana lungo i secoli? Da quanti luoghi siete giunti qui? E continuate a camminare. Il Brasile è lo scenario di grandi migrazioni alla ricerca di lavoro, di pane e di una casa.

Il deserto è immagine della vita umana sulla terra - in qualsiasi luogo, anche se questa terra fosse la più fertile e possedesse tutta la ricchezza della civiltà moderna. In qualsiasi luogo: l’uomo è un pellegrino dell’Assoluto. È pellegrino verso la casa del Padre, dove ha la vera dimora.

Così come il corpo umano ha necessariamente fame di pane e sete di acqua per non cadere nella spossatezza, lo spirito umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, ha sete di Dio: “L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente” (Sal 42, 2).

3. L’Eucaristia è la risposta di Dio alla sete degli uomini che camminano in questo mondo verso la Patria celeste. Nel deserto Dio ha nutrito il suo popolo con la manna caduta dal cielo. La manna era l’immagine dell’Eucaristia. Cristo ha detto: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6, 51-52).

Gesù di Nazaret ha pronunciato queste parole dopo la miracolosa moltiplicazione dei pani vicino a Cafarnao. Molti dei presenti non potevano comprenderlo. Dicevano: “Questo linguaggio è duro” (Gv 6, 60). E si sono allontanati per non ascoltare più quello che Gesù diceva, tanto inverosimili sembravano loro quelle parole. È stato necessario arrivare all’ultima cena a Gerusalemme.

È stato necessario che il giorno seguente il Corpo di Cristo fosse consegnato alla morte in Croce, che il suo Sangue fosse versato in sacrificio propiziatorio per i peccati del mondo, perché l’Eucaristia divenisse il cibo sacramentale e la bevanda della Chiesa dai primi giorni fino ai nostri tempi . . . fino alla fine del mondo.

4. Gli apostoli che, il giorno di Pentecoste, uscendo dal Cenacolo di Gerusalemme, sono andati in tutto il mondo ad annunciare che “Gesù è il Signore” (Rm 10, 9), ci hanno trasmesso il Vangelo e l’Eucaristia. Il Vangelo è la testimonianza del Figlio di Dio crocifisso e risorto. L’Eucaristia è il sacramento del suo sacrificio redentore per la vita del mondo.

5. Quando il Signore ha istituito la Santa Eucaristia nell’Ultima Cena, era notte, il che significava - come commenta San Giovanni Crisostomo - che i tempi erano compiuti (S. Ioannis Chrysostomi, In Matthaeum homiliae, 82,1: PG 58,700). Si è aperto così il cammino per una vera alba: la nuova Pasqua. L’Eucaristia è stata istituita durante la notte, in preparazione al mattino della Risurrezione. Essa ci indica che non torneremo a nutrirci della manna del deserto, noi che abbiamo il Pane di oggi e di sempre.

Cari fratelli e sorelle, il Papa vuole iniziare questo suo pellegrinaggio in terra brasiliana proprio nel quadro della Celebrazione Eucaristica, perché è il portatore del messaggio dell’Altissimo, del “Verbo che si è fatto carne” (cf. Gv 1, 14) per annunciare questa nuova alba che spunta all’orizzonte. Il XII Congresso Eucaristico Nazionale, che ha per tema “Eucaristia ed Evangelizzazione”, è stato come il soffio dello Spirito Santo che fa germogliare i “semi del Verbo nelle iniziative anche religiose, negli sforzi dell’attività umana tesi alla verità, al bene, a Dio” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris missio, 28). Ringrazio il caro fratello nell’Episcopato Alair Vilar Fernandes de Melo e tutta la Commissione organizzatrice di questo Congresso per l’amore e la dedizione che hanno messo nella sua preparazione e realizzazione e approfitto dell’occasione per salutare il Signor Cardinale Nicolas Lopez Rodriguez, formulando i miei auguri di felicità all’inizio del suo mandato quale Presidente del Celam.

Chiedo a Dio che la veglia di preghiera, che ha visto la partecipazione di molti di voi che siete qui per preparare questa solenne Eucaristia, ravvivi la grazia di Dio che è già presente nel popolo di questa terra, nel popolo brasiliano. Cristo nostro Signore è il divino seminatore che tiene il grano tra le sue mani ferite, lo bagna del suo sangue, lo monda, lo purifica e lo getta nel solco del mondo. Getta i semi ad uno ad uno, perché ciascun cristiano, nel proprio ambiente, renda testimonianza alla fecondità della Morte e Risurrezione del Signore.

Non dimentichiamo quanto ho affermato nell’Enciclica Redemptoris missio: “Prima beneficiaria della salvezza è la Chiesa: il Cristo se l’è acquistata col suo sangue (cf. At 20, 28) e l’ha fatta sua collaboratrice nell’opera della salvezza universale” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris missio, n. 9). La salvezza, che è dono dello Spirito, esige la collaborazione dell’uomo perché salvi sia se stesso che gli altri. Occorre pertanto spargere generosamente la parola di Dio, fare sì che gli uomini conoscano Cristo e, conoscendolo, abbiano fame di lui. “Ora - diceva San Paolo - come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?” (Rm 10, 14). Perciò è significativo che l’introduzione al Testo-base di questo Congresso sproni tutti a “un maggiore sforzo per la dimensione evangelizzatrice . . . che può avviare tutto un lavoro missionario, non solo di massa, ma anche a livello di gruppi ristretti o settori specializzati”. “Esso servirà - si aggiunge più avanti - a preparare e a formare gli agenti di pastorale: sacerdoti, religiosi e laici che, da parte loro, porteranno questo messaggio alle basi”. È urgente quindi riflettere e mettere in pratica le sue conclusioni dinanzi a una nuova evangelizzazione che rappresenti una penetrazione della fede “nei cuori di tutti gli uomini e di tutte le donne, nelle strutture sociali e politiche, nelle famiglie, soprattutto nei giovani, nei settori del sapere e del lavoro, nei gruppi etnici e indigeni, nei villaggi e nelle città” (Discorso a Port-au-Prince, 9 marzo 1983).

6. Questo clima di fervore apostolico, che è alla base della IV Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano, convocata per il 1992 a Santo Domingo, è anche la luce che ha illuminato tutti i partecipanti ai lavori di questo Congresso, che oggi ho il piacere di concludere, in questa solenne celebrazione eucaristica. Che lo Spirito Santo possa effondere su tutti, Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, abbondanti grazie di azione evangelizzatrice, perché da qui nascano frutti di pace, di amore e di santità, che la Chiesa attende in Brasile e dal Brasile.

7. “La fede dipende dunque dalla predicazione - ci dice San Paolo - e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo” (Rm 10, 17).

A Cafarnao gli apostoli hanno ascoltato l’annuncio dell’Eucaristia fatto da Cristo. Nonostante molti che erano lì si fossero allontanati, gli apostoli non se ne andarono. Alla domanda di Cristo hanno risposto: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68).

La verità eucaristica è la parola di vita eterna. Gesù dice: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6, 53-54). E prosegue: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me” (Gv 6, 56-57).

Carissimi fratelli e sorelle, Chiesa che sei in Brasile, popolo del Dio vivo!

Da chi andremo?

Lui - il Cristo - solo lui ha parole di vita eterna.

 



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