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MESSA DEL CRISMA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Giovedì Santo, 8 aprile 1993

 

1. “Oggi si è adempiuta la Scrittura” (cf. Lc 4, 21).

Oggi.

Quest’“Oggi” redentore ha una dimensione trinitaria: il “Triduum Sacrum”: i tre grandi Giorni in onore dell’impenetrabile mistero di Dio: “Dio... che è, che era, e che viene, l’Onnipotente” (Ap 1, 8). Dio: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Triduo messianico del Figlio, diventato uomo per il volere amoroso del Padre, ad opera dello Spirito Santo. “Triduum Sacrum>. Triduo Sacro di Cristo Gesù, che “ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1, 5-6).

Ci troviamo sulla soglia del “Triduum Sacrum”.

2. Carissimi, durante questi tre Giorni s’espanderà progressivamente nella Liturgia e nei nostri animi la commovente, sconvolgente verità sul Figlio – Figlio Servo, Servo fattosi per noi obbediente fino alla morte – fino ad una morte terribile, spaventosa come quella di croce (cf. Fil 2, 8) – morte da cui prenderà inizio l’esaltazione voluta dal Padre: Dio esalterà il Figlio resosi obbediente fino alla morte. Dio esalterà Colui che umiliò se stesso dandogli il nome che è al di sopra di ogni altro nome (cf. Fil 2, 8-9): non c’è altro nome sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati (cf. At 4, 12).

“Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre” (Fil 2, 11).

Il nome di Gesù, generato prima di ogni creatura (cf. Col 1, 15), significa: la gloria di Dio radicata di nuovo in tutto ciò che in Dio ha la sua assoluta origine e il suo ultimo fine. Il nome di Gesù, “primogenito dei morti” (Ap 1, 5), significa: risurrezione e vita. Significa potenza. potenza – attraverso la debolezza; vita – attraverso la morte! Ci troviamo sulla soglia di questo mistero che il Triduo Sacro ci ripropone in modo singolare.

3. Come comprendere, come spiegare altrimenti l’odierna liturgia della “Missa Chrismatis”?

Chrisma – unzione;

L’unzione è simbolo di forza. Questa forza l’uomo la riceve in Cristo crocifisso e risorto. È forza che ciascuno di noi ottiene nei sacramenti, i quali sono l’azione di Cristo nello Spirito Santo attraverso la Chiesa. Sono l’azione di Cristo che ci ama, di Cristo che “ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue”. L’azione di Cristo, “che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre”. Siamo oggi qui riuniti in occasione del Giovedì Santo, per ringraziare Cristo, “luce eterna”, della nostra peculiare vocazione nel sacramento dell’Ordine. Siamo qui per ringraziare. Siamo per chiedere perdono, per supplicare. Veniamo all’altare per ravvivare la grazia ricevuta “per l’imposizione delle mani”! Rendiamo grazie a Dio per la forza della Redenzione, che Cristo ci ha donato nel sacerdozio: Cristo “primogenito dei morti e principe dei re della terra” (Ap 1, 5).

Gesù ha detto: “Vi ho chiamati amici... perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”! (Gv 15, 15-16).

Fratelli carissimi, esiste una forza maggiore di questa divina amicizia?

Amen!

 

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