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VISITA PASTORALE IN SICILIA

MESSA SUL LUNGOMARE DEDICATO A SAN VITO A MARE

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Mazara del Vallo (Trapani) - Sabato, 8 maggio 1993

 

1. “Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli” (At 6, 7). Così leggiamo, carissimi Fratelli e Sorelle, negli Atti degli Apostoli. È la narrazione, appassionata e commossa, della faticosa, ma inarrestabile realizzazione della promessa del Signore: la progressiva diffusione del Vangelo fino ai confini della terra partendo da Gerusalemme, luogo della Risurrezione di Gesù e della prima effusione dello Spirito sui discepoli. Non è il resoconto orgoglioso di un successo umano, non è neanche la compiaciuta constatazione della travolgente azione di una forza taumaturgica. È piuttosto la contemplazione attonita dell’efficacia della Parola salvifica che, senza particolari mezzi umani, senza spettacolarità e clamore, si espande progressivamente e conquista i cuori. Certo, la collaborazione umana svolge la sua parte: è la predicazione coraggiosa dei primi testimoni oculari, è lo sforzo di chiarimento e di assimilazione delle esigenze della fede, è l’impegno di tutta la Comunità per rendere il messaggio evangelico accessibile alla gente di ogni cultura. Di tutto ciò gli Atti degli Apostoli, ma anche gli altri scritti del Nuovo Testamento, offrono un resoconto ricco ed affascinante. La crescita della Chiesa non si riduce tuttavia ad una semplice espansione quantitativa. I nuovi elementi che vengono via via “aggregati” alla comunità non costituiscono una folla anonima e informe. Sono persone che si confrontano con l’annuncio della salvezza e fanno una scelta che impegna la loro vita. La fede penetra nella profondità del loro cuore, lo trasforma e lo illumina, rendendolo capace di cooperare con matura e responsabile libertà alla costruzione dell’edificio ecclesiale.

2. Questo afferma la Prima Lettera di Pietro quando dice: “Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale” (1 Pt 2, 5). Ecco, carissimi Fratelli e Sorelle! La Chiesa è un “edificio spirituale”, costituito dalle “pietre vive” che sono gli uomini e le donne rigenerati in Cristo. Gesù è la “pietra angolare, scelta, preziosa”, sul cui fondamento la Chiesa, sotto l’azione dello Spirito, va edificando se stessa lungo i secoli. Quasi a mettersi in guardia dalle ricorrenti tentazioni della superficialità e del clamore, o anche della delusione e della stanchezza, la Prima Lettera di Pietro ci ricorda che il fondamento vero della Chiesa è nel profondo: è in Cristo, crocifisso e risorto. In lui il cristiano è chiamato a “radicarsi”, per trovare così la forza di corrispondere appieno all’amore salvifico di Dio.

3. È Cristo dunque la radice da cui prende vita e si diffonde anche la Chiesa di Mazara del Vallo, carissimi Fratelli e Sorelle. Le parole bibliche poc’anzi ascoltate paiono un invito a riflettere sulla grandezza del dono che ogni credente ha ricevuto: “Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1 Pt 2, 8-9). Per il popolo cristiano è, questa, una elezione deliberata, una chiamata a partecipare alla regalità del sacerdozio di Cristo. E la grandezza di tale vocazione rende pressante il dovere dell’annuncio. L’intero mondo attende, infatti, con ansia il racconto delle “opere meravigliose” del Signore. Gli uomini anelano a dare un senso vero alla loro gioia e alla loro sofferenza, un oggetto sicuro alla loro insopprimibile speranza, una risposta appagante all’inquietudine a volte angosciante del loro cuore. Spetta alla Chiesa corrispondere a tali attese.

4. Per tale motivo, mentre si volge a Cristo per attingere da Lui la necessaria linfa vitale, la Chiesa si volge anche al mondo per renderlo partecipe delle ricchezze di verità e di amore che le sono state affidate. È il messaggio implicito nella parola di Pietro: “Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense” (At 6, 2). L’elezione dei sette diaconi esprime, ad un tempo, la centralità della Parola di Dio, che in nessun caso dev’essere trascurata, e la necessità della sua espressione nel servizio ai fratelli. Proprio la compresenza di varie esperienze mette in luce, nella Comunità cristiana nascente, l’esistenza di diversi doni dello Spirito, di diversi “carismi”. Il carisma non è affatto un’arbitraria iniziativa del singolo all’interno della Chiesa. È piuttosto la risposta suscitata dallo Spirito ad un bisogno concreto, una risposta incarnata nelle capacità personali, confortata dall’approvazione della Comunità e garantita dall’autorità dell’Apostolo. Il carisma autentico è essenzialmente a servizio della Comunità ecclesiale.

5. Carissimi fratelli e sorelle di Mazara del Vallo, siamo chiamati a meditare attentamente la lezione degli Atti degli Apostoli, per saper discernere i “segni dei tempi”, rimanendo sempre fedeli all’intramontabile verità del Vangelo. Si tratta di un invito che il Signore rivolge questa sera particolarmente alla vostra Diocesi, raccolta intorno al Successore di Pietro in occasione del nono centenario della sua fondazione, evento che essa intende celebrare soprattutto impegnandosi in un approfondito rinnovamento spirituale. Sono venuto tra voi messaggero di speranza e tutti vi saluto con grande affetto. Saluto il vostro Pastore, il carissimo Mons. Emanuele Catarinicchia, che ringrazio per le cordiali parole rivoltemi a vostro nome. Saluto il Cardinale Pappalardo, Arcivescovo di Palermo, e tutti i Presuli presenti a questo sacro rito; i Sacerdoti, stretti collaboratori del Vescovo nel ministero pastorale; i Religiosi e le Religiose, chiamati ad offrire una particolare testimonianza evangelica all’interno del popolo cristiano. Saluto i laici attivamente impegnati nei vari campi dell’apostolato, in particolare i giovani, gli ammalati, i sofferenti. Rivolgo un deferente pensiero alle Autorità civili e militari che hanno voluto unirsi a noi in questa solenne e partecipata celebrazione liturgica. Ringrazio di cuore coloro che hanno contribuito alla preparazione della mia rapida, ma intensa Visita pastorale.

6. Durante questi nove secoli, alterne vicende hanno segnato le sorti di questa terra: si sono succedute dominazioni e civiltà, uomini e cose, il cui ricordo resta impresso nella memoria storica e nei monumenti della Città. Soprattutto Cristo vive fra voi! Già dai primi tempi dell’era nuova, e in particolare da quando, nove secoli orsono, il Gran Conte Ruggero d’Altavilla pose fine ad una lunga permanenza islamica durata quasi trecento anni e fondò questa Chiesa, il Vangelo continua ad echeggiare su queste sponde. Vero crocevia della storia fra due civiltà, la vostra Chiesa di frontiera ha rappresentato e continua a rappresentare il naturale punto di contatto e di dialogo fra mondo cristiano e mondo musulmano, fornendo notevole contributo ad una cultura di tolleranza e di pace. Tuttavia anche qui, come altrove, si avvertono i segni dell’influenza della cultura mafiosa, di forze occulte e di una crisi che va investendo sempre più i cardini ideali ed etici della società. Germoglia infatti e cresce il seme della ingiustizia sociale, del disordine urbanistico ed ambientale, della disgregazione della famiglia, della droga, del degrado amministrativo e politico. Sembra così affievolirsi la tradizionale affezione ai valori religiosi e morali, vanto della Città che si gloria di aver dato i natali al giovane patrono, il martire san Vito. Mazara del Vallo ha un patrimonio spirituale che si è consolidato nei secoli esprimendosi, in particolare, in una profonda devozione a Cristo Salvatore e alla sua Vergine Madre, alla quale è stata intitolata fin dal suo sorgere la vostra Cattedrale. Cresciuta forse troppo in fretta, la vostra Città ha pagato lo sviluppo con un progressivo sfaldamento di quegli antichi valori spirituali sui quali si è innalzato per secoli l’edificio della sua pacifica e fattiva convivenza. La crisi concerne, tra l’altro, l’unità della famiglia, roccaforte di valori etici e religiosi, e il mondo dei giovani privi talora di saldi riferimenti ideali e perciò esposti ai richiami fallaci di un progresso solo materiale. In una congiuntura così complessa esistono, però, grandi segni di speranza. Sono le copiose risorse umane e spirituali, che arginano l’impeto della disgregazione morale; sono le forze attive e disinteressate del volontariato; è il vasto risveglio spirituale ed apostolico che la Diocesi sperimenta nel Sinodo, occasione privilegiata per dare risposta alle sfide del presente momento storico.

7. Carissimi Fratelli e Sorelle, il Signore cammina con voi. Non siete soli; non sentitevi soli. Stretti a Cristo, consacratevi interamente alla costruzione del suo tempio santo. I frutti abbondanti della sua misericordia premieranno, allora, i vostri sforzi e sperimenterete in misura sorprendente la gioia della comunione nell’unica fede. Riprendete con lena rinnovata un itinerario pastorale e missionario, caratterizzato da generosa carità e solidale fratellanza.

8. Quel che disse agli Apostoli Cristo ripete a voi questa sera: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). Cristo è la via della Chiesa. Nella Chiesa Egli è la via di ogni uomo. Preghiamo, perché la Chiesa che è tra voi e in voi cammini su questa via. Perché la Chiesa di Mazara del Vallo guidi ogni credente su questa via.

Preghiamo, affinché su questa Via, grazie pure alla materna intercessione di Maria e dei vostri santi Patroni, questa vostra Chiesa trovi la Verità e la Vita, che è Cristo. Perché tutti siano sempre di più radicati in Lui. Possa la nostra dimora eterna essere nella casa del Padre. Amen!  

Al termine della celebrazione eucaristica, dopo aver impartito la benedizione apostolica, il Papa rivolge ai fedeli presenti queste parole di saluto.  

Carissimi, abbiamo celebrato l’Eucaristia, abbiamo lodato il Padre nel suo Figlio, abbiamo adorato il Creatore e il Cristo Redentore nella forza dello Spirito Santo. Sembra che abbiano celebrato con noi la terra e il mare, questa bellezza stupenda, il sole, le nuvole, il cielo, tutto: hanno celebrato con noi gli oltre duemila anni della storia, molto diversificata, e i novecento anni della Chiesa. Per questo dobbiamo ancora una volta esprimere la nostra gratitudine gli uni agli altri, perché tutti insieme abbiamo composto questa comunione di lode al Signore Risorto e, nel Signore Risorto, al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Il Signore benedica voi tutti che avete partecipato, che avete preparato questa celebrazione, tutti i presenti e anche tutti quelli che non sono venuti: la vostra Chiesa diocesana tutta intera, tutte le generazioni, gli anziani, i malati, gli adulti, le famiglie, i giovani, i bambini. Vi ringrazio per questo privilegio che mi è stato dato di presiedere alla vostra Eucaristia giubilare.

 

 



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