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ORDINAZIONE DI TREDICI NUOVI VESCOVI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Solennità dell'Epifania di Nostro Signore
Basilica Vaticana - Domenica, 6 gennaio 1994

 

Cammineranno i popoli alla tua luce, / i re allo splendore del tuo sorgere” (Is 60, 3).

1. Il “Mistero” è stato rivelato! Ecco perché l’odierna solennità si chiama “Epifania”, manifestazione.

È stato rivelato ai Magi giunti a Gerusalemme dall’Oriente: attendevano vigilanti un segno dal cielo e, seguendo da lontano la luce di Cristo, sono giunti finalmente a contemplarne il volto umano, affacciandosi sulla soglia della casa di Betlemme: “. . . e prostratisi lo adorarono” (Mt 2, 11). I Magi, in tal modo, sono diventati “in Cristo Gesù . . . partecipi della promessa per mezzo del Vangelo” (Ef 3, 6). Non tanto il Vangelo è giunto a loro, quanto essi al Vangelo. Questo annuncia il profeta Isaia con le parole della prima Lettura.

2. In seguito il Vangelo ha raggiunto altri uomini. Progressivamente s’è spinto verso altri popoli. Il Mistero, annunciato alle precedenti generazioni, ma non ancora pienamente manifestato (cf. Ef 3, 5), si è rivelato per mezzo dello Spirito Santo anzitutto agli apostoli (Ivi); questi sono poi stati “inviati” in ogni angolo della terra nella potenza dello Spirito. L’apostolo, come uomo, è limitato e debole; la forza divina viene però in lui grazie allo Spirito Santo e lo “costituisce” capace di andare verso i più lontani confini della terra (cf. At 1, 8).

In tale corsa senza sosta verso le genti di tutte le epoche il Vangelo chiama sulla strada di Damasco in modo straordinario ed improvviso Saulo di Tarso. Di questo l’apostolo parla scrivendo alla Comunità cristiana di Efeso, come abbiamo ascoltato nel brano da poco proclamato: “Penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero” (Ef 3, 2-3).

3. È lo stesso Mistero rivelato dapprima ai pastori di Betlemme, figli di Israele, e successivamente, nell’evento che oggi celebriamo, ai Magi, i quali hanno aperto il cammino di tutti i popoli chiamati insieme al popolo eletto ad “avvicinarsi” al Mistero manifestato in Cristo, fino a giungere a contemplarlo in pienezza.

Così si legge nel libro del profeta Isaia: “Alzati, rivestiti di luce, [Gerusalemme], perché viene la tua luce . . . Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere . . . I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio” (Is 60, 1-4). Sono parole profetiche che, oggi, giorno dell’“Epifania”, manifestano il loro arcano significato e la Chiesa, come Maria, le custodisce nel cuore, le proclama a se stessa e al mondo intero.

4. Queste medesime parole, come pure quelle dell’apostolo Paolo, si riferiscono anche a voi, carissimi Fratelli, che oggi ricevete per le mani del Vescovo di Roma l’ordinazione episcopale.

Parlano di tutti voi insieme e di ciascuno singolarmente. Anche a voi, infatti, figli di diverse nazioni, è stato rivelato, mediante lo Spirito Santo, quel mistero insondabile che Egli, lo Spirito, ha annunziato ai Profeti. Parlano di te, Mons. Pietro Paolo Prabhu, inviato come mio Rappresentante in Zimbabwe; di te, Mons. Peter Stephan Zurbriggen, Delegato Apostolico in Mozambico; di te, Mons. Jean-Paul Gobel, Nunzio Apostolico in Georgia ed Armenia; di te, Mons. Julien K. Mawule Kouto, eletto Vescovo di Atakpamé (Togo); di te, Mons. Edward J. Slattery, eletto Vescovo di Tulsa (Stati Uniti d’America); di te, Mons. Uriah Ashley, primo Vescovo di Penonomé (Panamà); di te, Mons. Emiliano Antonio Cisneros Martínez, Vescovo Prelato di Chota (Perù); di te, Mons. Américo Do Couto Oliveira, Vescovo Coadiutore di Lamego (Portogallo); di te, Mons. Christo Proykov, Vescovo Coadiutore dell’Esarcato Apostolico per i cattolici di rito bizantino-slavo in Bulgaria; di te, Mons. Ramón C. Argüelles, Ausiliare dell’Arcivescovo di Manila (Filippine); di te, Mons. Ricardo Valenzuela Ríos, Ausiliare dell’Arcivescovo di Asunción (Paraguay); di te, Mons. Paolo Gillet, Ausiliare del Vescovo di Albano (Italia); di te, Mons. Antoni Józef D. Lugosz, Ausiliare dell’Arcivescovo di Czestochowa (Polonia).

Anche voi, come i dodici nel giorno di Pentecoste e come Paolo presso le mura di Damasco, venite chiamati e consacrati perché altri - persone, popoli e nazioni - diventino partecipi, per mezzo del Vangelo, della promessa donataci da Dio in Cristo Gesù (cf. Ef 3, 6).

5. Cari fratelli, le Ordinazioni episcopali nel giorno dell’Epifania in questa Basilica di San Pietro appartengono ad una significativa tradizione. L’imposizione delle mani da parte del Successore di Pietro e di tutti i Cardinali e i Vescovi presenti, i gesti e le parole della solenne liturgia di consacrazione rappresentano il solido fondamento e il gioioso inizio della vostra missione. Insieme col mio affetto e la mia stima vi accompagni la grazia che il Signore ha voluto donarvi mediante questa santa vocazione. Vi sia di sostegno e di conforto, specialmente nei momenti di difficoltà e di prova, la protezione della Madre del Signore e di San Giuseppe. Contemplando, lungo quest’Anno della Famiglia, il Mistero della Santa Famiglia, possiate sempre ispirarvi alla spiritualità della Casa di Nazaret nel compimento gioioso e fedele del vostro ministero.

È lo Spirito Santo che costituisce i Vescovi nella Chiesa (cf. At 20, 28). Auguro di cuore che si compiano in ciascuno di voi le parole dell’evangelista Giovanni: dal Verbo fatto carne, “noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia” (Gv 1, 16).

L’amorosa fedeltà del Padre, che splende sul volto di Cristo Signore, sia sempre con voi per la potenza dello Spirito Santo, sulla via del vostro servizio episcopale. Amen.

 

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