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 LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II 
PER IL 50° DI SACERDOZIO 
DEL CARDINALE EGIDIO VAGNOZZI

 

Al Nostro Venerabile Fratello Cardinal Egidio Vagnozzi, 
Presidente della Prefettura dell’Economato della Santa Sede.

Il 22 dicembre, nell’imminenza della solennità del Santo Natale, celebrerai il 50° di ordinazione sacerdotale. Potrai quindi aggiungere alla gioia del Natale di Cristo, quella di tale felicissima ricorrenza. 

In tale occasione, da sottolineare in modo particolare, tu, venerabile nostro fratello, farai memoria dell’inizio del tuo sacerdozio, anzi ricorderai il primo segno della chiamata del Signore, quando l’Altissimo ha messo in te, ancora bambino, il seme di una così grande chiamata e ti ha infuso l’amore per il sacerdozio. Tu hai risposto a Dio che ti chiamava, con grande passione e zelo, e a somiglianza di Abramo e di Paolo hai risposto: “Eccomi” (Gen 22,1) e “che cosa vuoi che io faccia?” (At 9,6). E così, l’ordinazione sacerdotale ricevuta in quel giorno tanto remoto, ti ha trasfigurato con la sua forza in Cristo; tu hai, come annunciatore della parola di Dio e fedele mediatore tra Dio e uomo, predicato senza stancarti la parola di Dio, che non torna mai in cielo senza frutto (Is 55,11), e hai rimesso i peccati, nel nome di Cristo, ridando speranza alle coscienze; e hai consacrato l’Eucaristia, per la gloria di Dio e la salvezza del popolo cristiano. Hai poi lavorato molto come sacerdote e questo è ascritto a tua lode.

L’Episcopato poi, che ti è stato conferito nel 1949, ha in un certo senso reso maturo il tuo sacerdozio, e ti ha chiamato tra i successori degli Apostoli, e ti ha così dato nuovi poteri, tra i quali quello di consacrare altri sacerdoti e Vescovi: hai vissuto il tuo Episcopato, o Venerabile Fratello Nostro, per la diffusione della santa Chiesa, con tua grande gioia.

Sebbene il tuo Episcopato non abbia comportato l’incarico di guidare una diocesi, un gregge, tuttavia la grazia dello Spirito divino ti ha reso idoneo a sostenere compiti assai vasti nelle varie province.

Infatti, poiché la Chiesa vive in questo mondo e si trova ad aver relazioni con uomini e nazioni, ha anche bisogno di uomini che siano preposti a questi compiti. Tu, Venerabile Fratello Nostro, sei stato tra questi: a Manila, a Washington e in altre città. Poiché “ha sempre da dove attingere colui che ha il cuore pieno di carità” (Sant’Agostino, Enarr. in Psalm. 33, II,13), hai sempre dato perciò molto sia alla Chiesa, sia ai popoli presso i quali hai avuto la Nunziatura Apostolica: hai dato la tua opera instancabile perché crescesse una reciproca amicizia tra la Chiesa cattolica e quei popoli; l’amore costante e fedele verso la Sede Apostolica e il Vicario di Cristo; la preoccupazione che i decreti del Concilio Vaticano II e le disposizioni dei Pontefici fossero tenuti in considerazione e fossero applicati; hai dato insigni esempi di religiosità, fiori del tuo sacerdozio; hai infine dimostrato prudenza, e non poca, che, come dice Cicerone “si vede nella scelta tra le cose buone e quelle cattive” (M. T. Cicerone, De Officiis, I, 43,153).

Giustamente dunque da Paolo VI, vostro Predecessore, sei stato cooptato nel Collegio dei Padri Cardinali, cioè nel Senato e nel vastissimo Consiglio della Chiesa. Del resto la tua attività è ancora oggi molto preziosa, dal momento che presiedi la Prefettura dell’Economato della Santa Sede.

Cogliamo dunque l’occasione di gioire e congratularci con te, e ti auguriamo ogni bene e lo chiediamo a Dio. Tzi auguriamo anche buona salute, Venerabile Vostro Fratello; ti giovi la Benedizione Apostolica, che impartiamo a te e a tutti i tuoi cari.

Dal Vaticano, 7 dicembre 1978.

IOANNES PAULUS PP. II



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