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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
PER I CINQUANT'ANNI DI SACERDOZIO
DEL CARDINALE SERGIO GUERRI

 

Al Nostro Venerabile Fratello
S.E.R. Cardinale Sergio Guerri.

Abbiamo ben presente la fausta ricorrenza che si sta avvicinando per te, Venerabile Nostro Fratello: infatti alla fine di marzo celebrerai il tuo 50° di sacerdozio. Con la mente rivolta a tale giorno, ci sentiamo in dovere di scriverti questa lettera nell’intenzione di essere anche noi tra i tuoi più cari congiunti partecipi di questo momento per te così consolante, anzi di essere presenti in spirito e di lodare con fervida preghiera Dio, che ti ha dato il dono eccelso della vocazione.

Ci piace ricordare con te il tempo ormai lontano in cui, nell’anno 1929, hai ricevuto l’ordinazione sacerdotale e hai iniziato a spendere con generosità le forze della tua giovinezza al servizio della Chiesa. Sappiamo con quanta solerzia ed esperienza a lungo hai assolto alla tua funzione in questa Sede Apostolica; e sappiamo che per questo il nostro Predecessore di recente memoria, Paolo VI, nell’anno 1969 ti ha voluto nel sacro Collegio dei Cardinali.

Quanti doni ti sono stati fatti da Dio in questo lungo periodo, quante opere hai intrapreso e compiuto con l’aiuto di Dio! Noi per l’affetto che ti portiamo ci congratuliamo con te con tutto il cuore di questo felice evento della tua vita, innalzando preghiere e facendo voti. Infatti la vocazione a cui hai risposto generosamente 50 anni fa, in questi anni si è corroborata ed è cresciuta, giacché, insignito della pienezza del sacramento dell’ordine, sei diventato “economo della grazia del supremo sacerdozio” (Lumen Gentium, 26).

Oltre a tutto il resto ti torna ad onore il fatto che, nominato vice dal preside della Pontificia Commissione per la Città del Vaticano, hai svolto con la massima attenzione e cura il compito affidatoti.

Preghiamo dunque il Redentore misericordioso e la sua santissima Madre, di rendere il giorno dell’anniversario del tuo sacerdozio, che abbiamo voluto celebrare con questa lettera, il più lieto possibile. Ti esortiamo perciò, Venerabile Nostro Fratello, a considerare l’esortazione di Sant’Agostino Vescovo di Ippona: “Nelle tue opere gratuito sia l’amore di Dio, benefico l’amore del prossimo” (S. Agostino, Serm. 91, 9) e perché tu possa imitare Cristo, il buon Pastore, ti invitiamo a considerare l’esortazione sempre di Sant’Agostino che suona così: “Siamo presuli, e siamo servi; possiamo essere presuli solo se facciamo del bene” (S. Agostino, Sermones post Maurinos reperti, Roma 1930, p. 565).

Questo volevamo esprimerti, Venerabile Nostro Fratello, con tutto il cuore. Ci ricorderemo di te in quel giorno, e già da ora invochiamo un futuro pieno di frutti e un fecondissimo esito del sacro ministero con la nostra Benedizione Apostolica, impartita a te e a tutti coloro che parteciperanno a tale celebrazione.

 

IOANNES PAULUS PP. II



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