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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI PER LA
NOMINA A INVIATO PERSONALE
ALLE CELEBRAZIONI CENTENARIE
DELL'ORDINE DEI CAVALIERI DI COLOMBO

 
Al Venerabile Fratello Nostro
Agostino di S.R.C. Cardinale Casaroli

Tra poco, cioè all’inizio del mese di agosto, con grandi manifestazioni di esultanza e con la dovuta solennità, quella fraterna e benefica Associazione di fedeli Cattolici, che ha l’illustre nome di “Cavalieri di Colombo”, ricorderà il centenario della sua nascita non lontano dal luogo di origine, ossia la città di New Haven dello Stato di Connecticut, dove molto provvidamente esse fu costituita dal sacerdote Michele McGivney.

Difficilmente si trova qualcuno in quella Nazione, e anche all’estero, che ignori i grandi propositi e le insigni opere – le ingenti testimonianze, diciamo, di carità e di unità, di amore fraterno e di devozione verso la patria, di giustizia sociale e di educazione – che quella Associazione ha compiute ininterrottamente durante questi cento anni in ogni parte del mondo, in ogni campo della vita umana ed ecclesiastica, ed ancora compie splendidamente.

Non senza motivo, anzi, si è detto che quella Associazione è una specie di modello americano dell’Azione Cattolica: essi infatti, in pieno accordo con il pensiero e la volontà della Madre Chiesa, devono essere considerati i veri cavalieri della nostra epoca: il loro scudo è la fraternità cristiana, la loro spada la verità, la loro bandiera la pace del sacrificio.

D’altra parte, sia la quantità immensa, sia la mirabile varietà delle benefiche iniziative per ogni necessità della Chiesa, per la causa totale della giustizia, per ogni umana calamità, per ogni lodevole interesse della società, comprovano, illustrano, confermano questi alti principi del Cavalieri di Colombo.

È bene perciò che lo stesso Vicario di Cristo dichiari con piacere e pubblicamente la gratitudine della Madre Chiesa per tutti i meriti di tale malagnamità e le lodi che i Cavalieri di Colombo si sono acquistate in questi cento anni.

È bene che il successore del Beatissimo Pietro sia là in certo modo presente tra i capi dei Cavalieri e i sostenitori, gli inviati e gli associati, convenuti da ogni parte, per celebrare insieme la solennità del centenario, per congratularsi con la sua propria voce ed esortare, onorarli con la sua persona e con parole affettuose incitarli a proseguire in futuro, con aumento di forze, l’opera eccellente di quell’apostolato.

Tutto questo Tu farai con successo al posto di Noi, che saremo assenti, Venerabile Fratello Nostro, ad Hartford, dal 3 al 6 di agosto, dove, in forza di questa Lettera, svolgerai l’incarico di Nostro “Inviato Personale” per le celebrazioni del centenario dei Cavalieri di Colombo. Presiederai le funzioni sacre in vece Nostra e con parole Tue spiegherai tutto questo Nostro pensiero, come se fossimo presenti personalmente. Infine comunicherai a tutti gli intervenuti e partecipanti, conforme al nostro affetto, la Benedizione Apostolica, con la quale, mentre ci rallegriamo vivamente dei cento anni dei Cavalieri di Colombo e fermamente confidiamo nei cento che seguiranno, imploriamo da Dio per quella Associazione tantissimi aiuti e lumi celesti, perché possano rispondere in modo sempre più pieno alla loro missione nella Chiesa e alle necessità dei tempi, e siano in grado, con le loro magnifiche opere di beneficenza, di portare più largamente a tutti gli uomini di Cristo stesso e la luce e il conforto del Vangelo.

Dai Palazzi Vaticani, il 22 giugno, l’anno del Signore 1982, quarto del Nostro Pontificato.

GIOVANNI PAOLO II

 

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