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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
A SUA SANTITÀ BARTOLOMAIOS I, ARCIVESCOVO DI
COSTANTINOPOLI, PATRIARCA ECUMENICO

 

A Sua Santità Bartolomaios I,
Arcivescovo di Costantinopoli,
Patriarca ecumenico

“Simon Pietro, servo e Apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo: grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro” (2 Pt 1, 1-2).

In occasione dei festeggiamenti solenni di Sant’Andrea Apostolo, è con queste parole della Lettera di Pietro che saluto Sua Santità e la Chiesa riunita nel suo mistero. Glorifichiamo Dio e rendiamo grazie per aver fatto pervenire sino a noi e alle estremità del mondo, per mezzo degli Apostoli, la Buona Novella della salvezza. Nella nostra fede comune, la celebrazione di un Apostolo ci ricorda la successione apostolica, garanzia dell’unità del popolo di Dio e della sua continuità nella fedeltà alla fede, “trasmessa ai credenti una volta per tutte” (Gd 1, 3).

Teniamo presente la prossima entrata nel terzo millennio e il Grande Giubileo con il quale celebreremo l’Incarnazione del Verbo di Dio. Nell’attuale momento storico, meditando le S. Scritture, come i discepoli di Emmaus, ci sentiamo “ardere il cuore nel petto” (cf. Lc 24, 32), nel vivo desiderio di proclamare a tutti il Vangelo della salvezza. Desideriamo annunciare Gesù Cristo con nuovo ardore e con un più profondo amore. Ma si sa, egli vuole che l’unità dei suoi sia il segno dato “perché il mondo creda” (Gv 17, 21). Il mio più grande desiderio è che, in questi anni di preparazione al Giubileo, noi troviamo le vie per una stretta collaborazione tra Chiesa Cattolica e Chiesa ortodossa!

In questo contesto, si situano le nostre celebrazioni annuali comuni, come le conversazioni cordiali e fraterne tra le delegazioni delle nostre Chiese in occasione delle feste, a Roma, dei Santi apostoli Pietro e Paolo e, a Costantinopoli, dell’apostolo Andrea, il primo chiamato. Avvenimenti consacrati a coordinare i nostri sforzi verso l’unità e a promuovere una comune testimonianza e una pratica concertata dell’evangelizzazione.

A questo riguardo, il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa Cattolica ha raggiunto traguardi importanti nell’affermazione della “nostra fede comune sul mistero della Chiesa e il legame tra la fede e i sacramenti”, come già dichiarato al vostro predecessore Sua Santità Dimitrios I (AAS 80 [1988] 253). Ne rendiamo grazie a Dio; e esprimiamo la nostra riconoscenza verso coloro che hanno contribuito a questo dialogo in uno spirito di fede, di speranza e di servizio della Chiesa. Ora, dopo aver risolto una questione che ostacolava pesantemente il nostro procedere verso nuovi progressi, il dialogo teologico può riprendere il suo corso, secondo il programma convenuto, esaminando le conseguenze ecclesiologie e canoniche della struttura sacramentale della Chiesa. Ci incamminiamo così verso la considerazione più diretta dell’articolazione della comunione ecclesiale.

L’alba del terzo millennio dovrà dunque trovarci più vicini all’unità che insieme raggiungeremo. E la domanda che insistentemente rivolgo al Signore.

E in questo senso che invito la Chiesa Cattolica tutta a partecipare a questa grande supplica. Sarò profondamente felice se tutti i cristiani si ritrovassero uniti in tale preghiera e nell’invocazione comune di nostro Signore Gesù Cristo, certi che “non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4, 12). Da parte mia, posso assicurare Sua Santità della costante disponibilità della Chiesa Cattolica per la preghiera, i contatti fraterni, lo studio teologico e la pratica collaborazione.

E in questi sentimenti di fede e di gioia condivisa che invio a Sua Santità e alla sua Chiesa, la delegazione presieduta dal nostro Venerato fratello il Cardinale Edward Idris Cassidy. La sua presenza vuole essere, presso di voi, la testimonianza della partecipazione della Chiesa di Roma alle festività della Chiesa sorella di Costantinopoli in occasione della celebrazione del suo Santo Patrono.

Nell’attesa di un prossimo incontro personale con Sua Santità, La abbraccio affettuosamente nel Signore.

Dal Vaticano, 25 novembre 1994.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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