Index   Back Top Print

[ FR  - IT ]

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
A SUA SANTITÀ
ARAM I,
NUOVO CATHOLICOS ARMENO DELLA GRANDE CASA DI CILICIA

 

A Sua Santità,
il Catholicos armeno
della Grande Casa di Cilicia

Circa tre mesi or sono ho avuto la gioia di inviare un messaggio di felicitazioni al suo predecessore sul Seggio di Antélias, Sua Santità Karékine I, divenuto Catholicos di tutti gli Armeni presso la Santa Sede di Etchmiadzine. Oggi mi è gradito rivolgerLe il mio saluto fraterno nell’amore di Cristo in occasione della sua intronizzazione quale nuovo Catholicos armeno della Grande Casa di Cilicia. Desidero inoltre formulare voti di pace e di prosperità per la sua Chiesa e per tutta la nazione armena.

Il Catolicossato di Cilicia è stato per lungo tempo il centro dell’unità della Chiesa armena, nel corso della Diaspora e di tutti questi anni di emigrazione forzata e di innumerevoli difficoltà. Possa il Catolicossato sotto la Sua illuminata guida continuare a essere quel centro vitale di costante rinascita che è diventato sotto i Suoi venerati predecessori!

Da quaranta anni lo Spirito Santo guida i suoi figli nella ricerca ecumenica, grazie al dono di una rinnovata e netta coscienza dei legami di comunione presenti tra loro. Questa comunione deriva dal fatto che condividiamo gli stessi sacramenti e in particolare, in virtù della successione apostolica, lo stesso sacerdozio e la stessa eucaristia (cf. Concilio Vaticano II, decreto conciliare Unitatis Redintegratio, 15). E su queste solide basi che la Chiesa cattolica ha sviluppato i suoi rapporti, fraternamente sinceri e fiduciosi, sia con il Catolicossato di Cilicia che con la Santa Sede di Etchmiadzine. Fin dal 1967, allorché sulla scia del Concilio Vaticano II il movimento ecumenico trovò nuovo slancio, Sua Santità Khoren I è stato il primo capo di una Chiesa orientale ortodossa a far visita a Papa Paolo VI e a scambiare con lui il bacio della pace. Anche il suo successore, Sua Santità Karékine II, il nuovo Supremo Patriarca di tutti gli Armeni, dopo essere stato un attento osservatore a quello stesso Concilio insieme a Sua Eccellenza, l’Arcivescovo Ardavatz Terterian, il recente locum tenens, è venuto a Roma e serbo ancora il vivo ricordo di quella visita, nel corso della quale abbiamo sottolineato insieme “l’urgenza della piena comunione delle nostre Chiese in vista della loro missione fondamentale: la salvezza dell’umanità d’oggi” (Comunicato congiunto, n. 2, 19 aprile 1983).

Abbiamo dunque la responsabilità di procedere insieme per manifestare in modo ancor più visibile la realtà spirituale della comunione che lega nell’unità le nostre Chiese particolari nel mondo e che ci fa riconoscere Chiese sorelle. “Se oggi, alle soglie del terzo millennio, noi cerchiamo il ristabilimento della piena comunione, è all’attuazione di questa realtà che dobbiamo tendere ed è a questa realtà che dobbiamo fare riferimento” (Lettera enciclica Ut unum sint, 57).

Mi auguro pertanto, di tutto cuore, che questa comunione così reale, ma, purtroppo, ancora incompleta, trovi una sua prima realizzazione nell’ospitale terra del Libano, in Siria, in Iran e in tutto il Medio Oriente. I fedeli delle nostre due Chiese, insieme a tutti il loro altri fratelli cristiani, devono avere un solo cuore e una sola anima, al servizio della pace e della riconciliazione che Cristo stesso ci ha ottenute. Devono collaborare attivamente perché questa regione possa nuovamente adempiere alla sua vocazione di fraternità e di accoglienza, e possa tornare ad essere un luogo in cui i valori spirituali rappresentino ancora una volta una solida base per un dialogo rispettoso e un’efficace cooperazione tra le varie famiglie religiose. L’Assemblea del Sinodo dei Vescovi per il Libano potrebbe essere un’occasione concreta ed immediata.

E con questi sentimenti di grande speranza che mi preme esprimerLe la mia profonda stima e il mio sincero affetto. Auspico che lo Spirito Santo ci aiuti a proseguire insieme il cammino che condurrà alla piena unità e alla concelebrazione eucaristica.

Dal Vaticano, 26 giugno 1995.  

 

IOANNES PAULUS PP. II



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana