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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO
DELL'INCORONAZIONE DELL'IMMAGINE
DELLA VERGINE DEL CAMMINO


Carissimi fratelli e sorelle,

È per me un motivo di grande soddisfazione essere oggi con voi e unire la mia voce alla vostra, in sintonia di sentimenti e di affetto, per rendere omaggio di amore fedele alla Santissima Vergine, in questo cinquantesimo anniversario dell’incoronazione canonica della sua immagine, immagine che evoca “la pietà” venerata in questo bel santuario, sotto il titolo popolare di “Virgen del Camino”. A tutti i carissimi figli di León e delle regioni vicine, giunga il mio più cordiale saluto di benedizione nel Signore: Che la pace di Cristo abbia sempre in voi l’ultima parola. Siate riconoscenti. (cf. Col 3,15).

I miei sentimenti sono dunque di sincero augurio per voi che seguendo i passi dei vostri predecessori nella fede, camminate all’incontro giornaliero con Cristo, nostra pace, portato in queste terre laboriose proprio dalla Vergine. Il popolo di León sta vivendo felice questa presenza della Madre e del Figlio nella sua terra, specialmente durante queste giornate di ampio respiro spirituale, condensato nella preghiera, nell’attesa di rinnovare l’offerta generosa e fiduciosa a Colei che acclamate con spontaneo fervore e gratitudine come “Regina e Madre”.

So molto bene cosa significa tutto questo e per esso rendo grazie a Dio. Significa che da questo luogo benedetto, focolare spirituale della famiglia di León ed oasi accogliente per i devoti pellegrini, si è diffuso nel tempo e nello spazio e si è acceso nei cuori il mistero dell’amore, che la Vergine del Cammino, tenendolo visibile tra le sue braccia, ha trasformato in realtà fruttuosa e vicina: Cristo nostro Salvatore, Cristo nostro fratello.

La Vergine del Cammino, mostrando e ponendo innanzi ai vostri occhi l’umanità giacente e redentrice del suo divino Figlio, è stata per secoli un vangelo vivente: ha annunciato senza interruzione che le ferite, i dolori e perfino la stessa morte, così come la solitudine, la divisione degli spiriti e dei mali morali non sono per i suoi figli l’ultima parola. Essa vi sta a dire e a testimoniare che la sorte definitiva dell’uomo è Cristo, la Parola incarnata, l’amore fatto perdono, grazia e gioia di Dio in mezzo al suo popolo. Quanti, accanto alla sua immagine, si sono sentiti beati perché, come Lei, “hanno creduto” (cf. Lc 1,45), avvicinandosi così alle fonti della salvezza! In verità, Ella vi ha manifestato, e voi l’avete esperimentato, “il dono di Dio” (cf. Gv 4,10), quel desiderio intimo di redenzione che ha inondato l’anima di questa regione spagnola e che esprimete gioiosamente come una supplica anelante indirizzata alla Vergine: “Mostraci Gesù, vivo e glorioso, che è nostra eredità”.

Sì, Gesù vivo e glorioso, eredità nostra insostituibile: ecco in sintesi il Vangelo perenne della Vergine del Cammino. È immensamente consolante per me sapere che questo messaggio mariano non è caduto su terra arida, ma ha trovato terreno propizio per radicarsi in un cuore nuovo e in uno spirito nuovo che vi mantiene uniti nella speranza e nell’amore fraterno. Sia un eco vivente di questa solidarietà in Cristo per Maria, la Residenza per minorati che sorgerà all’ombra protettrice di questo santuario, affidata alla Caritas diocesana; niente di meglio che questi fratelli nostri, resi dalla loro esistenza dolorante più simili al Servo di Dio, per rendere attuale e familiare, cioè, ecclesiale, la presenza di Cristo, cammino di verità e di vita, che “ci trasformerà in un corpo glorioso come il suo”.

Tutto questo vi ricorda ed a tutto questo vi chiama la Vergine del Cammino, nella sua raffigurazione della “Pietà”. E dalla vostra generosità si aspetta anche che vi offriate di proclamare ancora il suo messaggio. Se lo aspetta da tutti, ma in maniera particolare dai sacerdoti, dai religiosi e dalle persone consacrate, che con il loro “fiat” assumono come propria la gioiosa missione di dare la vita per gli uomini, per Cristo parola definitiva ed eredità nostra.

A voi, alle vostre famiglie, agli anziani e ai malati, ai bambini e ai giovani la mia più cordiale benedizione apostolica, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

19 ottobre 1980

 



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