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VIAGGIO APOSTOLICO IN MADAGASCAR, LA RÉUNION, ZAMBIA E MALAWI

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI

 

Carissimi giovani di La Réunion.

1. Voi sapete quanto desidero prendere contatto con i giovani dei paesi nei quali mi reco in visita per intrattenermi con loro sugli argomenti che stanno loro a cuore. Con voi lo farò per iscritto perché non è stato possibile organizzare un incontro abbastanza lungo per dialogare. Mi auguro che questo messaggio vi possa portare il conforto e l’incoraggiamento che avrei voluto darvi a viva voce.

Prima di tutto, voglio ringraziarvi delle vostre lettere, così numerose. Ho particolarmente apprezzato il fatto che mi esprimiate la vostra unione nella preghiera, e sono sensibile al benvenuto che mi date in tutti i vostri scritti.

Come è mia abitudine quando arrivo in un paese che visito, ho baciato la terra della vostra isola, come segno di rispetto per questa terra dove vive un popolo. Vengo come pellegrino in mezzo al Popolo di Dio, che ha le sue radici profonde in questa terra. Il mio semplice gesto vuole congiungersi al vostro amore per la vostra terra, che le vostre lettere mi presentano con tanto entusiasmo.

Mi avete posto molte domande: non mi sarà possibile darvi una risposta esauriente per iscritto. Scoprirete progressivamente elementi di risposta con i vostri amici, con quelli che sono più vecchi di voi, con i vostri sacerdoti che hanno la missione di accompagnarvi nella vostra crescita spirituale. Con questo mio messaggio spirituale, vorrei darvi il gusto di cercare le cose che permettono di riuscire bene nella vita.

Per essere felici nella vita, si tende a credere che debba essere cambiato prima di tutto l’ambiente. Poi, a poco a poco, si ammette che per cambiare il mondo conviene cominciare con il cambiare se stessi. È questo il momento in cui ci si trova nelle disposizioni necessarie per accogliere il messaggio di qualcuno che vuole cambiare il mondo cambiando l’uomo dal di dentro: Cristo.

A La Réunion, respirate la religione un po’ come l’isola respira la “brezza del mare” durante il giorno e la “brezza di terra” durante la notte. Alcuni ritengono forse che vi sia troppa religione da voi; tenderebbero a trascurarla, non fosse che perché è talvolta imposta dai genitori.

Ma conoscete veramente questo Dio che rivela la religione cristiana e che occupa un posto così grande nella vita? Cristo Gesù, Figlio unico di Dio, è venuto a parlarcene. Una delle sue parole più importanti è questa: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv14, 6).

Sì, Cristo è una persona da conoscere, e offre un messaggio che è un cammino di vita nella verità: il Vangelo.

2. Voi dite che è difficile essere cristiani. È in realtà un cammino lungo. E tuttavia, Cristo si appella alla vostra libertà; vi invita a credere, a maturare ed a portare frutti. Aspetta da voi una risposta che impegni tutta la vostra persona.

Voi costituite una vera forza per la Chiesa di oggi e di domani: del resto, i vostri pastori vi dedicano un’attenzione speciale, e vorrebbero aiutarvi a sbocciare nella vostra personalità di battezzati. Insieme ad essi, vi incoraggio a seguire Cristo sulla via rigorosa della Croce e nella certezza della Risurrezione.

3. Da sempre, Dio ha pensato a noi e ci ha amati come persone uniche. Conosce ciascuno di noi per nome, come il Buon Pastore del Vangelo. Ma il progetto di Dio per ciascuno di noi si rivela gradualmente, giorno per giorno, nell’arco della vita. Per scoprire la volontà concreta del Signore riguardo alla nostra vita, occorre ascoltare la Parola di Dio, pregare, condividere con gli altri i nostri interrogativi e le nostre scoperte, per poter discernere i doni ricevuti e farli fruttare, come viene detto nella parabola evangelica dei talenti (Mt 25, 14-30).

Il messaggio di Cristo, vi invito a meditarlo, da soli e in gruppi: nella vostra parrocchia, nel vostro gruppo di quartiere, nel vostro gruppo di riflessione, nel movimento di Azione Cattolica al quale appartenete. La Parola di Dio è un lievito. Mescolato ad una grande quantità di pasta, finisce per farla lievitare tutta. Il Vangelo è una grande forza spirituale: bisogna che lo conosciate e lo accogliate per vivere di esso e irradiarlo.

Del resto, e siete voi stessi a dirlo, provate una gioia immensa nel condurre una vita cristiana. Voi stessi riconoscete che tra di voi si alza un vento di speranza: è incominciata una nuova evangelizzazione anche a La Réunion.

Ho notato nelle vostre lettere che trovate spesso inadatto il linguaggio della Chiesa, di difficile comprensione. Certamente i pastori devono sempre fare uno sforzo per rendere accessibile il messaggio di Cristo: è lo scopo, tra l’altro, dell’omelia durante la Messa. Nel quadro della celebrazione eucaristica, quando la comunità ecclesiale è riunita nello Spirito Santo, la Parola di Dio ci giunge con tutta la sua forza. È resa ancora più accessibile e più comprensibile attraverso i riti, i gesti e i canti. Vi esorto a dare il vostro concorso di giovani alle celebrazioni parrocchiali. Convincetevi che, per trarre profitto dalla Messa, un buon metodo è quello di andarci chiedendosi: cosa posso portare alla comunità?

Infine, nel dialogo con Dio che è tutta la nostra vita, bisogna ricordare che non ci si può appropriare di Dio. Volersi impadronire di Dio, è una tentazione: è la via della magia, una via senza speranze. Cristo è venuto a insegnarci un modo di agire che è il contrario della magia; ci insegna non a possedere Dio, ma a lasciarci amare da lui ed a rispondere con atti al suo amore. La cosa vi sarà tanto più facile quanto più intensamente vivrete la vita di comunità della Chiesa, camminando insieme nella sequela del Signore.

4. Riconoscete che avete bisogno di essere sollecitati, motivati, per mettervi in cammino. Siete desiderosi di superare l’instabilità che vi tenta, e volete essere trattati da esseri responsabili. Sì: ma attenzione alle contraddizioni, agli atteggiamenti di bambini viziati che vogliono avere tutto subito. I rapporti con Cristo, come ogni rapporto tra persona e persona, esigono tempo per costruirsi; ma ne vale veramente la pena.

Quello che Cristo propone a coloro che vogliono mettersi alla sua sequela, lo trovate riassunto in una carta nel cuore stesso del Vangelo: le beatitudini (cf.Mt 5, 1-12).

Le beatitudini sono un invito ad avere un cuore di povero: “Beati i poveri di cuore!”. Nel materialismo in cui siete immersi, non sapete talvolta che pensare dei modi di vivere che vi sommergono e vi stordiscono offrendovi sempre di più, spingendovi ad ottenere quanto il vicino. Più che il livello di vita, è la possibilità di uno sviluppo armonioso che va cercata; ogni uomo sia equilibrato, realizzato, con ciò che vi è di meglio in lui e con gli altri. La vera ricchezza è l’uomo e non ciò che possiede.

Le beatitudini sono anche un invito a costruire la pace. “Beati gli operatori di pace!”, ci dice Gesù. Pace che deve essere fatta regnare nel quartiere, tra i giovani, nell’isola e nella regione dell’oceano Indiano.

Invito a rifiutare la violenza: “Beati i miti!”. In mezzo alle dispute, alle gelosie, alle rivalità, i miti rispondono con amore costruttivo, non violento, tollerante.

Invito alla giustizia: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia!”. Bisogna aspirare a far sì che ogni uomo e ogni donna siano trattati con giustizia, conformemente alla loro dignità. È cosa degna volere ad ogni costo andare a lavorare in città e disprezzare l’agricoltura? È cosa degna voler vivere come assistiti, ricevendo continuamente denaro dall’esterno? Non è forse più giusto e più degno diventare responsabili e prendere risolutamente in mano la propria vita?

5. “Beati i puri di cuore!”. Nella società odierna viene assegnato un posto smisurato al sesso, con il dilagare dei film, delle riviste della pubblicità pornografica. Quando si tratta del corpo, si vuol conoscere il godimento subito. Il piacere nel rapporto con l’altro, nel rapporto sessuale, è stato voluto da Dio, ma non in qualunque modo. Dio non vuole queste contraffazioni dell’amore che troppo spesso sono presentate come normali nell’esistenza. No, Dio vuole che l’uomo e la donna formino una coppia fedele, legata da un amore ad immagine dell’amore in Dio, dove le tre Persone che costituiscono la famiglia trinitaria sono incessantemente volte l’una verso l’altra in un dono reciproco e in una unità perfetta. Il sacramento del Matrimonio dà ai coniugi la grazia necessaria per vivere un dono reciproco simile in un’alleanza che nessun tribunale umano può sciogliere.

Molti giovani di oggi decidono di vivere insieme e mettono in discussione la necessità del matrimonio. Ma questo non è un residuo del passato. È una struttura che si ritrova in tutte le culture, e che ha sempre avuto un posto d’onore nelle grandi civiltà. Il matrimonio esiste per dare all’amore umano tutta la sua dimensione, dando la possibilità di vivere l’incontro dei sessi, di far fiorire i rapporti interpersonali tra marito e moglie, e di assicurare l’educazione dei figli nella stabilità e nella sicurezza.

Bisogna prendere le proprie responsabilità nell’amore. Se si rifiuta la responsabilità nel campo del matrimonio, anche in tutti gli altri campi si arriverà poco a poco ad un lassismo generale. Esprimo l’augurio che i giovani riunionesi si preparino a formare, davanti a Dio, famiglie la cui unione sia suggellata dal sacramento del Matrimonio e aperta alla vita. Qui sta la vera felicità. Qui si trova anche, per molti di voi, il primo spazio per un impegno di cristiani. Avete chiesto nelle vostre lettere: cosa fare nella Chiesa? Ecco una prima risposta: la Chiesa attende da voi che fondiate famiglie secondo il progetto di Dio, perché mediante esse l’intero tessuto sociale sia impregnato del Vangelo. Prego perché costruiate famiglie unite. So bene che molti di voi soffrono per la situazione di famiglie disunite, e mi hanno raccomandato questa intenzione di preghiera.

6. Oltre alla vocazione al matrimonio, vi sono alcuni tra di voi che saranno capaci di seguire Cristo dando tutta la loro vita nel ministero sacerdotale o nella vita consacrata. Il Padrone della messe chiama sempre operai per la sua messe. Dopo il magnifico lavoro compiuto dai sacerdoti, religiosi e religiose venuti da fuori per seminare la fede qui, come fratel Scubilion, tocca a voi dare il cambio e costruire la Chiesa del terzo millennio! Tocca a voi essere “luce” del mondo e “sale” della terra, perché il vostro Paese e l’intera regione indiano oceanica accolga il messaggio trasformatore del Signore Gesù!

7. Poiché vi rivolgo questo messaggio durante il tempo pasquale, l’epoca più importante per la Chiesa, vorrei sottolineare, per terminare, il “senso pasquale” della vita cristiana.

Come sapete, la parola “pasqua” significa “passaggio” e ricorda l’avvenimento storico dell’uscita dall’Egitto del popolo ebraico, passato da una vita di schiavitù ad una vita di libertà. Designa anche il passaggio di Gesù dalla morte ad una vita nuova.

Il cristiano ha il “senso pasquale” della vita quando ha innanzitutto la convinzione incrollabile che Cristo è realmente il Figlio di Dio risuscitato, verità e luce del mondo, e quando decide di passare alla “vita nuova” e camminare con lui verso il Padre.

Ma il cristiano ha anche il “senso pasquale” della vita quando comprende bene la realtà dell’atto redentore di Cristo: con la sua morte in Croce, Cristo riscatta il peccato degli uomini, si è fatto prossimo di coloro che soffrono. Cristo apre la dimensione della speranza anche a coloro che devono affrontare la prova, il fallimento, l’handicap; essi possono scoprire così in verità l’amore di Dio e le vie del servizio degli altri.

Infine, il cristiano ha il “senso pasquale” quando ha capito che la sua vita è “eucaristica”: Gesù ha voluto che il suo sacrificio, atto supremo d’amore, restasse presente dovunque e nei tempi attraverso la Messa che ci permette oggi, là dove viviamo, di partecipare all’offerta che Cristo fece di sé sul Calvario. Ed essendo partecipi, insieme, del corpo eucaristico di Cristo, comprendiamo meglio che, assumendo lo stesso nutrimento, siamo realmente fratelli e sorelle di questa grande famiglia, la Chiesa, corpo mistico di Cristo, che si costruisce attraverso l’Eucaristia.

La Madonna vi aiuti ad essere veramente pietre viventi di questo edificio spirituale!

Di gran cuore vi benedico, carissimi giovani, voi e le vostre famiglie, i vostri accompagnatori ed i vostri amici.

A Saint-Denis-de-La Réunion, 2 maggio 1989.

 

IOANNES PAULUS PP. II

 



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