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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL V INCONTRO
INTERNAZIONALE «UOMINI E RELIGIONI»

Domenica, 6 ottobre 1991«»

 

Illustri rappresentanti delle Chiese cristiane
e delle grandi religioni mondiali
,

A voi che siete riuniti a Malta, giunga il mio saluto e il mio fraterno incoraggiamento. Desidero anche esprimere la mia solidarietà verso tutti voi in questa importante occasione di incontro tra esponenti delle grandi religioni del mondo. Come ho avuto modo di sottolineare fin dall’ottobre 1986, nella giornata mondiale di preghiera indetta ad Assisi, la preghiera e la testimonianza dei credenti, a qualunque tradizione religiosa essi appartengano, può molto per la pace del mondo (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX/2 [1986], p. 1252).

Il cammino intrapreso, dopo quella riunione, vi ha visti pellegrini in altre città, ed ora nel cuore del Mediterraneo, nell’Isola di Malta, coinvolgendo, in maniera crescente, uomini e donne, rappresentanti delle differenti fedi. Si è allargato così il gruppo di coloro che, pur non avendo particolari responsabilità politiche, si impegnano nella via dell’invocazione a Dio, per ottenere il dono della pace, e si ritrovano solidali nella preghiera.

Questo nostro mondo, che ha sentito e tuttora sente il grave e disumano fragore della guerra, deve oggi udire anche la voce dei pellegrini della pace e delle loro invocazioni. Esse interpretano l’anelito di milioni di uomini e donne che cercano pace e sicurezza per la loro vita, mentre confidano di poter assicurare un’esistenza dignitosa e serena per sé e per le proprie comunità.

Spiritualmente unito al vostro pellegrinaggio, desidero far giungere a ciascuno il mio fraterno compiacimento.

Chiedo a Colui che è al di sopra di tutti noi, di donare al mondo una pace stabile, e di consentire a ciascuno di voi, e alle comunità religiose che rappresentate, di lavorare per il bene degli uomini e per la fine di ogni conflitto. La pace attende il nostro contributo, fatto di preghiera, di penitenza, di conversione interiore, di generosa solidarietà.

Dalle tristi esperienze belliche del passato lontano o recente bisogna ricavare l’insegnamento e lo stimolo, a far sì che non si rinnovino mai più circostanze capaci di insidiare la pace e minacciarla.

L’incontro di Malta, perciò, ha voluto soffermarsi opportunamente sulle responsabilità dei credenti di fronte ad un nuovo ordine mondiale, e ha offerto, in un clima di meditazione e di dialogo, opportuni spunti per suggerire le vie di un ordinamento nuovo nei rapporti tra gli Stati e i popoli, fondato sulla coscienza morale, sui valori umani, sul diritto.

Noi tutti, che crediamo, dobbiamo però essere perseveranti nella preghiera e nell’amore fraterno.

La Chiesa cattolica, alla scuola della parola di Cristo, principe della pace, riconosce in questo impegno la propria vocazione, mentre esprime la sua stima per tutti gli uomini religiosi, i quali, dalla obbedienza a Colui che è Creatore e Padre di tutti, traggono motivi e speranze per impegnarsi a costruire un clima di pace vera.

Affido al Signor Cardinale Edward I. Cassidy di porgere il mio cordiale saluto ai partecipanti al Convegno e ai fedeli della cara Isola di Malta, che si uniscono a questa preghiera, auspicando che sappiano trarre dall’incontro copiosi frutti, mentre rivolgo una fervida invocazione a Dio, affinché doni al mondo tempi nuovi, segnati dalla pace, ed accolga l’aspettativa e i desideri dei popoli che anelano ad un più tranquillo avvenire.

Dal Vaticano, 6 ottobre 1991.

IOANNES PAULUS PP. II



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