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MESSAGGIO URBI ET ORBI
DI SUA SANTIT
À GIOVANNI PAOLO II

Domenica di Pasqua, 31 marzo 1991

 

1. “Questo è il giorno fatto dal Signore” (Sal 118, 24).
Come pellegrini, siamo in cammino verso questo giorno
lungo tutta la storia, sin dall’inizio della creazione:
“In principio Dio creò il cielo e la terra.
La terra era informe e deserta
e le tenebre ricoprivano l’abisso
e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gen 1, 1-2).
Siamo pellegrini verso questo giorno
attraverso tutto il creato visibile
:
attraverso il cosmo, attraverso le galassie,
attraverso il nostro sistema solare, attraverso la terra.
Siamo pellegrini attraverso la storia dell’uomo,
nella quale agisce l’invisibile Spirito:
lo Spirito di Dio,
“il vento che soffia dove vuole” (Gv 3, 8).
Il giorno “fatto dal Signore”
è il giorno della manifestazione della sua potenza.

2. Verso questo giorno, noi, la Chiesa
-Popolo di Dio disseminato sulla terra -
camminiamo insieme a Cristo
seguendo la via del suo Vangelo,
seguendo tutto ciò che Egli “fece e insegnò” (At 1, 1)
fino a questo vertice della Pasqua,
quando assunse su di sé totalmente
la nostra umanità insieme col peccato.
Lui, che non ha conosciuto peccato,
ha assunto su di sé il peccato,
divenendo per noi peccato,
lui senza peccato (cf. 2 Cor 5, 21).
Avendo preso su di sé anche la morte,
discese nella tomba umana ai piedi del Golgota:
“con uno Spirito eterno offrì se stesso
senza macchia a Dio” (Eb 9, 14).
Lo Spirito, che sin dal principio aleggiava sulle acque,
divenne sul Golgota fuoco per bruciare il Sacrificio,
e il fuoco significa Amore.

3. Abbiamo seguito le orme di Cristo,
abbiamo percorso le vie delle sue parole
e dei segni da Lui operati.
Sul Golgota siamo restati attoniti,
e quando è sopraggiunta l’ultima notte,
abbiamo vegliato presso la tomba.
Ha vegliato la Chiesa che è in Roma.
Ha vegliato la Chiesa sparsa in tutta la terra.
Ed ecco, si è aperto davanti a noi il Giorno.
“Il Giorno fatto dal Signore”
nella storia dell’universo e nella storia dell’uomo.
Questo Giorno spunta dalla notte di veglia.
È il Giorno in cui Dio ha rivelato
di essere il Dio dei viventi e non dei morti
(cf. Mc 12, 27).
E lo ha rivelato proprio là
dove la morte dell’Uomo era stata sigillata
come un fatto definitivo e irreversibile.
“Diventerò, o morte, la tua morte”:
queste parole la Liturgia mette
sulle labbra di Cristo (cf. Antifona ai Vespri del Sabato santo).
Davvero, questo è “il Giorno fatto dal Signore”
proprio da Lui.
L’uomo non sarebbe stato capace di farlo.
Forse anche per questo cerca di accantonarlo,
forse anche per questo lo evita,
forse è per questo che dubita . . .

4. Ma questo Giorno dura.
Dura in modo più irreversibile di ogni morte umana.
Dura come la Promessa e come il Nuovo Inizio.
Dura nella potenza dello Spirito che, in principio,
aleggiava sulle acque del cosmo nascente,
diventate, oggi, l’Acqua
che zampilla dal fianco trafitto di Cristo,
e si riversa nel cuore degli uomini assetati
come Amore che non muore e non passa,
perché ha in Lui la sua eternità:
esso -l’amore -diventerà pure misura definitiva del “giorno fatto dal Signore”.
“Rallegriamoci ed esultiamo in esso” (Sal 118, 24).

5. Sì, questo è giorno di Luce, di Forza e di Speranza
che fa indietreggiare le tenebre
minaccianti la terra.
Tenebre che anche di recente hanno oscurato
la comunità degli uomini:
quando s’è scelta l’aggressione e la violazione
del diritto internazionale;
quando s’è preteso risolvere le tensioni tra i popoli
con la guerra, seminatrice di morte;
quando dal Baltico al Mediterraneo,
ed in altre aree del mondo,
s’è levata invano la voce dei popoli,
anelanti al rispetto della propria identità
e della propria storia;
quando non tutto s’è fatto
per fronteggiare l’inesorabile minaccia della carestia,
che ha colpito intere popolazioni africane,
come ad esempio nel Sudan ed in Etiopia,
o per arrestare in quello stesso Continente,
in particolare in Angola, Mozambico, Liberia e Somalia,
guerre e guerriglie che stremano popoli
già in condizioni precarie.

6. Ma Cristo vince le tenebre e rivela all’uomo
la piena dignità della sua vocazione.
Risorgi con lui, umanità del nostro tempo!
Potrai, allora, accogliere con amore la vita,
dal suo sbocciare al naturale tramonto.
Impedirai con vigore lo sfruttamento del povero.
Dirai no al commercio lucroso delle armi,
che sostituirai con progetti di autentica solidarietà,
al servizio integrale dell’uomo.
Presta ascolto, umanità del nostro tempo,
all’aspirazione a lungo trascurata di popoli oppressi,
come quello palestinese, quello libanese, quello curdo,
che reclamano il diritto di esistere con dignità, giustizia e libertà,
legittime richieste per anni invano reiterate.
Non temere di consentire ad ogni persona
la libera professione della sua fede religiosa.
Penso anche a te, diletta comunità cattolica d’Albania,
rimasta fedele al Vangelo di Cristo;
riprendi coraggio,
cammina verso stagioni di frutti copiosi!

7. Da questo luogo, cuore della Chiesa,
dove giungono grida di dolore
e imploranti appelli all’aiuto,
mi rivolgo a voi, responsabili delle Nazioni,
in quest’ora difficile della storia:
ascoltate la voce dei poveri!
Soltanto su un ordine internazionale
in cui diritto e libertà siano per tutti indivisibili,
può fondarsi la società da tutti auspicata.
Aiutate i popoli che in Africa, in Asia, in America Latina
aspirano a società più libere e democratiche!
Sia totale il rispetto per l’uomo,
nel quale brilla l’immagine di Dio!
Ogni offesa alla persona è offesa a Dio,
che con l’essere umano ha stretto solida e fedele alleanza.

8. Questo è il “Giorno fatto dal Signore”. Alleluia!
Riprendete speranza,
fratelli e sorelle del mondo intero!
Con Cristo, nostra Pasqua, tutto è possibile!
Cristo avanza nel nostro futuro!
Nel suo nome vi saluto,
con Lui tutti vi benedico! L’augurio ai popoli del mondo

Prima di impartire la solenne Benedizione “Urbi et Orbi”, il Santo Padre rivolge in 55 lingue il suo augurio pasquale ai popoli della terra.

A quanti mi ascoltano

- di espressione italiana:
Buona Pasqua nella gioia e nella pace di Cristo Risorto.

- di espressione francese:
Bonne fête de Pâques, dans la joie et la paix du Christ ressuscité!

- di espressione inglese:
A blessed Easter in the joy of Jesus Christ, the Risen Lord and Saviour of the world!

- di espressione tedesca:
Frohe und gesegnete Ostern! Der Friede des Auferstandenen sei mit euch!

- di espressione spagnola:
Felices Pascuas en la alegría de Cristo Resucitado.

- di espressione portoghese:
Feliz e santa Pascoa em Cristo, Redentor do homem e nossa paz

- di espressione polacca:
Drodzy Rodacy, Bracia i Siostry!

W ten uroczysty Dzień wsłuchuję się od świtu w głos Kościoła, wsłuchuję się w odgłosy rodzimej Ziemi. Słucham rezurekcyjnego bicia dzwonów i wielkanocnej pieśni: “Wesoły nam dziś dzień nastał”. Przede wszystkim zaś wsłuchuję się w rytm Waszych serc.

Oby każda i każdy z Was odnajdywał własną drogę w Zmartwychwstałym Chrystusie! Oby w Nim odradzało się Społeczeństwo i Kraj, zgodnie z naszą tradycją i słowami Poety:

“Probę Grobu my odbyli; / Prawem naszym - Zmartwychwstanie!”.

Wesołego Alleluja!

- di espressione latina:
Surrexit Dominus vere, Alleluja!

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 


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