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VISITA PASTORALE A PARIGI E LISIEUX

SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AL SINDACO DI PARIGI

30 maggio 1980


Signor Sindaco,

Sono stato molto sensibile alle parole di benvenuto da lei rivoltemi, in nome degli abitanti di Parigi, dei suoi eletti, e a suo nome. Invitato per alcuni giorni dalla Francia - e con quale gioia! - è nella sua prestigiosa capitale che passerò quasi tutto il mio tempo. Ho già avuto l’onore di venirci molte volte negli anni passati, scoprendola ogni volta più grande, più bella grazie anche agli sforzi compiuti per valorizzarla. È veramente una delle capitali mondiali.

Oggi, il Successore di Pietro vi ritorna non senza emozione. E in questa piazza situata a due passi dalla Cité, la culla della città, in questi luoghi che furono testimoni di grandi momenti e delle principali vicissitudini della sua storia, in questi luoghi così simbolici per molti aspetti, egli viene a salutare il popolo parigino con tutto l’affetto del suo cuore e tutto il rispetto che meritano le pagine gloriose che essa ha scritto nel registro dei tempi.

“Ville Lumière”, come fu giustamente chiamata, io le auguro di continuare ad esserlo sia per il suo paese che per il mondo. Ne è sicuramente in grado per lo splendore della sua cultura, ne è in grado per la fedeltà al suo patrimonio artistico e storico. Da molte parti si guarda ad essa con ammirazione ed invidia; anche nella mia patria d’origine si sa cosa si deve a Parigi. Ma il passato non è tutto. C’è il presente, è il presente è fatto di problemi concreti. E c’è anche l’avvenire da preparare. Ci sono molti problemi di organizzazione che sono comuni alle grandi metropoli. Ma nessuno di questi aspetti, nemmeno dal punto di vista tecnico, è senza un lato umano. Parigi è in primo luogo uomini e donne, persone travolte dal ritmo frenetico del lavoro negli uffici, i luoghi di ricerca, i negozi, le fabbriche; una gioventù alla ricerca di formazione e lavoro; poveri che spesso vivono la loro miseria e la loro indigenza con commovente dignità e che non possiamo mai dimenticare; un va e vieni incessante di gente spesso sradicata; volti anonimi dove si può leggere la sete di felicità, di benessere e, credo anche, di spiritualità, la sete di Dio.

La mia visita in Francia è una visita spirituale, lo sapete. Vescovo di Roma, mi trovo di fronte ogni giorno, nella mia diocesi, a problemi simili, nonostante il contesto a volte diverso. Cerco quindi di capire le preoccupazioni di coloro che sono responsabili dei problemi di una città gemellata con la mia, e penso, o almeno spero, di riuscirci.

Riceva, Signor Sindaco, gli auguri sentiti del suo ospite, per il gravoso compito che i rappresentanti della città devono assumersi. Domando al Signore di assistervi in tutti i vostri sforzi intrapresi al servizio del bene comune, affinché il popolo di Parigi così caro al mio cuore trovi sempre più le condizioni per sbocciare, e sia sempre più degno del nostro orgoglio.

 



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