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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI PARTECIPANTI AI
XIII "GIOCHI DELLA GIOVENTÙ"

11 ottobre 1981

 

Cari ragazzi e giovani sportivi!

1. Sono lieto di accogliervi e di salutarvi cordialmente, unitamente ai Dirigenti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, i quali, al termine della manifestazione nazionale dei “Giochi della gioventù”, vi hanno accompagnati per darvi la possibilità di esprimere qui a nome anche dei vostri colleghi appartenenti a tutte le regioni d’Italia, i sentimenti della vostra fede cristiana e della vostra giovanile letizia. Rivolgo il mio vivo ringraziamento al Dott. Franco Carraro, vostro solerte Presidente, per le amabili parole con le quali ha voluto introdurre questo incontro familiare.

2. La vostra presenza rallegra il mio animo non solo per lo spettacolo di stupenda giovinezza che offrite al mio sguardo, ma anche per i valori fisici e morali che voi rappresentate. Lo sport infatti, anche sotto l’aspetto di educazione fisica, trova nella Chiesa sostegno per tutto quello che esso comporta di buono e di sano. La Chiesa infatti non può non incoraggiare tutto ciò che serve allo sviluppo armonioso del corpo umano, giustamente considerato il capolavoro di tutta la creazione, non solo per la sua proporzione, vigoria e bellezza, ma anche e soprattutto perché Dio ne ha fatto l’abitazione e lo strumento di un anima immortale, infondendogli quel “soffio di vita” (cf. Gen 2,7) per cui l’uomo è fatto a sua immagine e somiglianza. Se poi si considera l’aspetto soprannaturale sono di illuminante monito le parole di San Paolo: “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?... Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio?... Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Cor 6,15; 19-20).

3. Ecco, carissimi giovani, alcuni tratti di ciò che la rivelazione ci insegna sulla grandezza e dignità del corpo umano, creato da Dio e redento dal Cristo. Per questo la Chiesa non cessa di raccomandare la valorizzazione di questo strumento meraviglioso mediante una appropriata educazione fisica, la quale, mentre da una parte fa evitare le deviazioni del culto del corpo, dall’altra allena e il corpo e lo spirito allo sforzo, al coraggio, all’equilibrio, al sacrificio, alla nobiltà, alla fraternità, alla cortesia e, in una parola, al “fair play”. Se praticato in questo modo, lo sport vi aiuterà, soprattutto, a divenire cittadini amanti dell’ordine sociale e della pace; vi insegnerà a vedere nelle competizioni sportive, non già lotte tra rivali, non fattori di divisione, ma pacifiche manifestazioni agonistiche, nelle quali non deve mai venir meno, pur nel doveroso sforzo per conseguire la vittoria, il senso del rispetto verso il concorrente. Con questi pensieri e con questi voti, ben volentieri imparto a voi, ai vostri familiari e ai vostri amici la mia speciale benedizione apostolica, in pegno di abbondanti grazie celesti e quale segno della mia benevolenza.



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