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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN PELLEGRINAGGIO DI BERGAMASCHI

Sabato, 24 aprile 1982

 

Carissimi Bergamaschi!

1. Al compiersi di un anno dalla mia venuta nella vostra terra per commemorare il centenario della nascita di Papa Giovanni XXIII, ci ritroviamo di nuovo insieme. Con profonda fede cristiana e con squisita gentilezza avete voluto ricambiare la mia Visita pastorale con questo grande pellegrinaggio che mi commuove e mi conforta.

Desidero innanzi tutto ringraziarvi sentitamente di tanta vostra bontà e cortesia. Porgo il mio riconoscente e cordiale saluto al Vescovo, Monsignor Giulio Oggioni; esprimo poi il mio deferente benvenuto a Monsignor Clemente Gaddi, che per tanti anni ha retto con dedizione la diocesi, e a tutte le Autorità civili e religiose, al signor Prefetto, ai Sindaci, ai Presidenti delle varie Amministrazioni, agli esponenti del mondo politico, culturale, imprenditoriale e sindacale, ai Parroci ed ai Responsabili dei settori di vita religiosa. In modo speciale sono lieto di salutare voi tutti, fedeli della terra bergamasca, lavoratori, artigiani, impiegati, madri di famiglia, bambini e soprattutto giovani, venuti così numerosi e pieni di entusiasmo, affrontando anche disagi e sacrifici! Siate tutti benvenuti nella Casa del Papa. Tutti stringo al mio cuore, mentre invoco dal Signore l’abbondanza delle sue grazie su di voi e sui vostri propositi, ed estendo, per il vostro tramite, il mio saluto e il mio sentimento di gratitudine a tutta la gente di Sotto il Monte e della vasta diocesi e Provincia di Bergamo.

2. È consolante per me ripensare a quella giornata trascorsa con voi, nei luoghi cari e familiari a Papa Giovanni! Nonostante la pioggia e il grigiore del tempo, i vostri occhi erano colmi di attesa, i vostri animi ardenti di letizia e di calore, le vostre voci dimostravano fede e devozione. La mia era una visita di amicizia, di preghiera comune, di riflessione sul messaggio del grande Pontefice vostro concittadino, di conoscenza reciproca più umana e immediata; e con quanta commozione ricordo tuttora i vari momenti di quella intensa giornata e la profonda fede cristiana che ho letto sui vostri volti.

Da allora è passato un anno, ricco certamente di tante gioie e consolazioni, ma purtroppo anche denso di ben tragici avvenimenti. Ma Bergamo è rimasta nel mio cuore!

3. Avete desiderato questo odierno incontro anche per sentire di nuovo la mia parola, al fine di riconfermare la vostra fede e ritemprare i vostri propositi. Ed io volentieri, richiamandomi alla catechesi svolta durante la mia visita, vi lascio alcune brevi esortazioni.

Prima di tutto vi dico con san Paolo: “Siate saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso” (2 Ts 2, 14). Papa Giovanni, nell’Udienza concessa al grandioso pellegrinaggio della diocesi di Bergamo l’8 novembre 1958, confidava che nella sua lunga vita più e più volte gli era giunto all’orecchio “l’elogio della fede radiante e della pietà distinta e generosa della gente bergamasca”, e soggiungeva felicemente: “La fedeltà alla tradizione del passato è garanzia di felice avvenire” (Discorsi, Messaggi, Colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII, I [1958] 73; 75). Nelle encicliche Mater et Magistra e Pacem in Terris egli descrisse realisticamente la drammatica situazione del mondo moderno e le difficoltà talvolta immani della Chiesa nell’annunziare il Vangelo: “La nostra epoca - diceva - è percorsa e penetrata da errori radicali, è straziata e sconvolta da disordini profondi; però - soggiungeva - è pure un’epoca nella quale si aprono allo slancio della Chiesa possibilità immense di bene” (Giovanni XXIII, Mater et Magistra, 274). Mantenere ferme e convinte le tradizioni della fede cristiana cattolica significa oggi sentire la necessità impellente e continua di formare autentiche “coscienze” illuminate e praticanti, che sappiano affrontare il futuro, certe e sicure, nonostante conflitti e contrasti. Avere una coscienza cristiana significa essere convinti che la verità viene da Cristo: è a lui, e a lui solo che bisogna ricorrere, se vogliamo conoscere il significato della nostra esistenza e della storia intera. Ricordiamo ciò che scrisse l’apostolo san Giovanni: “La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1, 17); egli è la “vera luce, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9).

Affinché tale luce di verità risplendesse per sempre, Gesù volle e fondò la Chiesa. Avere una coscienza cristiana significa anche essere convinti che solo Cristo può dare all’uomo la vera vita spirituale, la grazia, che fa partecipi della stessa vita di Dio e rende idonei alla risurrezione gloriosa. In conseguenza, dona pure la gioia della verità e della carità, che si sente così preziosa e necessaria specialmente nelle circostanze dolorose della vita. Gesù infatti si pone come unico e vero consolatore dell’umanità nei travagli della sua peregrinazione: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò” (Mt 11, 28). La formazione delle coscienze cristiane è un compito grande ed essenziale, che deve assillare oggi ogni comunità cristiana.

4. Vi esorto poi a mantenere sempre aperto e confidente il dialogo tra giovani e adulti. Questo è un tema di viva attualità. Il segreto del dialogo autentico e costruttivo per il cristiano si trova nel “sacramento” su cui si fonda la famiglia. Come ben mette in evidenza la esortazione Familiaris Consortio, complicati e non piccoli sono i problemi che angustiano il focolare domestico nella società moderna, causando poi disagi in tutti i settori del consorzio umano. Bisogna far forza sulla realtà del “sacramento”, da cui nasce la famiglia cristiana e su cui si sostiene. È il valore essenziale del “segno sacramentale” che deve essere meditato a fondo, riaffermato in tutta la sua portata dogmatica, morale e ascetica, e vissuto in tutto il suo contenuto di grazia, di luce, di amore, di ideale, di forza, di gioia. Allora si instaura e si mantiene un clima di vero dialogo, consolante e corroborante, come ne è splendido esempio la vita di Giovanni XIII.

5. Infine, impegnatevi con coraggio e perseveranza a trasformare la vostra fede in cultura, e cioè in “vita” nel senso più profondo e ampio della parola. Infatti la cultura, in sintesi, è l’espressione dell’atteggiamento spirituale dell’uomo di fronte alla vita. Vi sono perciò molti tipi di cultura, legati ai tempi, alle epoche, ai luoghi, alle correnti ideologiche predominanti, ecc. La “cultura cristiana” è quella permeata dalla “presenza” di Cristo. È quindi certamente, e innanzitutto, una dottrina filosofica, teologica, morale, ascetica, giuridica, che esige una conoscenza completa e profonda; ma è una conoscenza che diventa amore, fiducia, preghiera, adorazione, comunione personale con Cristo Crocifisso e Risorto e perciò dialogo con la santissima Trinità; è una conoscenza che si fa “sequela di Cristo”, e perciò “cultura”, ben incarnata nelle vicende del tempo, ma sempre con la prospettiva dell’al di là. Nel discorso già citato, Papa Giovanni diceva con profonda saggezza: “Il mistero della nostra vita è nelle mani di Dio. Ciò che importa è camminare con giustizia e santità innanzi al cielo, innanzi alla nostra coscienza, in esemplarità di atti caritatevoli e puri”. La fede cristiana, rettamente compresa e coerentemente vissuta, deve diventare visione globale di tutte le realtà, e cioè deve farsi “cultura”, con tutto il fascino e la pienezza che le derivano dalla verità che è Cristo, il Verbo incarnato: questo è l’auspicio che formulo per voi; questa è la consegna che vi lascio.

6. Carissimi!

Tra pochi giorni inizia il Mese dedicato a Maria santissima. Voi sapete quanto profonda e fiduciosa fu la devozione di Papa Giovanni alla Madre celeste.

Sul suo esempio coltivate anche voi un’autentica devozione alla Vergine santa; mantenete nelle vostre mani la corona del Rosario, come faceva il grande Pontefice, affinché quella brace che cova nel carattere bergamasco, sia sempre anche luce e fiamma di fede e di amore cristiano!

Con questi voti, con grande effusione vi imparto la benedizione apostolica, pegno di copiosi favori celesti, che estendo a tutti i fedeli della diocesi.

                                                     



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