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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI GIOVANI DI ORIGINE POLACCA

Martedì, 3 agosto 1982

 

Caro signor Vescovo, fratelli sacerdoti e voi tutti, carissimi, che partecipate a questo incontro. Celebrando la santa Messa ho ricordato il grande Primate di Polonia, il Cardinale Stefan Wyszynski, e nello stesso tempo l’ho pregato per il nostro popolo - e questa è stata l’altra principale intenzione della celebrazione -, per la Polonia e, in particolare in questi significativi giorni, per la gioventù polacca.

Innanzitutto, perché la prima intenzione è stata proprio per il Primate defunto? Perché oggi è, sarebbe, il suo compleanno. Oggi avrebbe compiuto ottantuno anni. Dio gli ha permesso di compiere il suo tempo e l’ha richiamato nell’ora stabilita. Tuttavia restano nella nostra memoria la sua grande figura, il suo fermo servizio di Vescovo e di Primate, la sua opera.

Riguardo, poi, la seconda intenzione, quella che ho affidato al cuore del Primate defunto - la grande intenzione che attraverso il mio cuore ho in un certo senso condiviso con il suo - ha una ragione sufficiente nella vostra presenza. Infatti, anche se vivete in Paesi diversi fuori dalla Polonia, tuttavia fate parte della grande comunità della nazione polacca e, in particolare, della grande comunità giovanile della nazione polacca.

Ebbene, questi giorni, la giornata odierna, quella di ieri e dell’altro ieri, hanno un particolare significato nella storia di questa comunità. Sono le giornate dell’insurrezione di Varsavia nel 1944, dell’impeto e del rischio di puntare tutto su una carta: la propria giovinezza e la propria vita; della prontezza di accettare la morte in giovane età per la grande causa della libertà della Patria.

Ogni anno, quando la nostra memoria torna ai giorni dell’insurrezione di Varsavia, ripensiamo a quei giorni come a giorni di un particolare slancio di eroismo, di quell’eroismo di cui hanno dato prova intere generazioni di nostri antenati. Pensiamo a quei giorni come ad una testimonianza che la generazione che ha vissuto l’insurrezione di Varsavia nel 1944 ha lasciato alle generazioni successive. Siete giovani, come lo erano tanti, allora. Dalla loro giovinezza ci separano 38 anni. Siete giovani e bisogna che di quel grande, eroico slancio resti nei vostri cuori l’essenziale. L’essenziale è l’amore per la libertà e la prontezza a testimoniare personalmente la verità e la libertà. Penso che questa sia l’eredità lasciatavi da questa generazione, questo è quanto essa ha voluto lasciare per sempre alla storia della Nazione, alla storia della Patria. Miei cari amici, sono contento di questo incontro. Non è il primo: ci incontriamo qui ogni anno! Il Vescovo Szczepan e i sacerdoti che si occupano della pastorale dell’emigrazione, tutti gli anni, durante le vacanze, conducono qui un gruppo di giovani polacchi provenienti da tutto il mondo. Ogni anno sono felice di questo incontro e pregando insieme con voi, come oggi, celebrando il Sacrificio Eucaristico, prego il Padre celeste, tramite suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore e per intercessione della Madre del Figlio, affinché ogni nuova generazione di polacchi, la vostra e quelle che verranno, partecipi incessantemente all’eredità di verità e libertà. Perché questo? Perché in ciò consiste il valore della vita, per questo l’uomo è uomo, in questo si esprime la sua grande dignità, dignità di persona, dignità di figlio di Dio. Per questo vale vivere, e bisogna che ogni uomo e ogni generazione viva nel modo che vale e non nel modo che non vale.

A voi che vivete sparsi tra diversi popoli del mondo, principalmente dell’Europa ma anche fuori dell’Europa, auguro di vivere nel modo che vale. Per questo prego insieme con voi e per voi nel giorno del ricordo dell’insurrezione di Varsavia e della nascita del grande Primate di Polonia, il Cardinale Stefan Wyszynski. Sostenuto da questi ricordi prego, nello stesso tempo, invitando all’unione nella preghiera lui e tutti coloro che con la loro vita e con la loro morte ci hanno mostrato come merita vivere, come l’uomo debba essere uomo, portando in sé quell’unica e irripetibile dignità che a ciascuno viene da Dio stesso.

Con questo pensiero, cari amici, a conclusione dell’odierna comunione eucaristica, desidero impartirvi la benedizione perché vi accompagni nella vita in questo e negli anni futuri. 

                                        



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