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SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL COMITATO CENTRALE DELLA
«CONFEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEL CREDITO AGRICOLO»

Sabato, 8 maggio 1982

 

Signor Presidente,
Signore, Signori.

1. In quanto membri del Comitato centrale della “Confederazione internazionale del Credito agricolo”, eccovi riuniti a Roma, e avete manifestato il desiderio di incontrarmi. Vi rispondo volentieri, testimoniandovi la stima che nutro per la vostra professione e incoraggiando il servizio qualificato che volete rendere al mondo agricolo.

Come scrivevo nell’enciclica Laborem Exercens, è importante “ridare all’agricoltura - e agli agricoltori - il loro giusto valore come base di una sana economia, nell’insieme dello sviluppo della comunità sociale” (Giovanni Paolo II, Laborem Exercens, 21). Tutti vedono infatti che il mondo rurale si trova di fronte quasi ovunque a seri problemi. Nei paesi che hanno voluto e che hanno potuto concentrare la maggior parte dei loro sforzi nella produzione industriale, gli agricoltori sono spesso rimasti come marginali in rapporto a questo progresso economico e sociale. E in modo ancora più grave, nei paesi in via di sviluppo, la mancanza di strumenti appropriati e di formazione professionale, come anche strutture sociali ingiuste, fanno in modo che i contadini vivano in condizioni precarie. Nei due casi, ne deriva, tra l’altro, un esodo massiccio dalla campagna verso le città, in cui i contadini rischiano di trovare condizioni di vita ancora più disumanizzanti.

La Chiesa si interessa a queste situazioni perché è in gioco la dignità dei lavoratori rurali, e anche il bene comune dei popoli: quando l’agricoltura non ha più il suo posto, è l’equilibrio della società che è in pericolo, senza contare che si aggrava anche la mancanza di beni alimentari di primaria necessità. Ci si ricollega qui alla drammatica questione della fame nel mondo.

2. Non è direttamente un vostro problema. Ma questo sottolinea a che punto il mondo agricolo ha bisogno di aiuto, di investimenti, di assistenza tecnica, di promozione a tutti i livelli. Ed è qui che interviene il sistema del Credito agricolo, organizzato principalmente a partire dal mondo agricolo, sotto forma per esempio di risparmio, e soprattutto per il mondo agricolo, sotto forma di prestiti. Il fatto di disporre per questo genere di finanziamenti, di istituti bancari specializzati si comprende agevolmente; è importante in effetti che il sistema di credito sia ben adattato alle realtà del settore, del dipartimento, della provincia, della regione; che esso tenga conto delle caratteristiche umane e socio-economiche di società rurali molto diverse, che voglia servire in Europa, in Africa o altrove; che abbia la fiducia degli agricoltori, in una parola che sia semplice, umano ed efficace. È evidentemente necessario assicurare anche legami con i differenti organismi che, a livello nazionale, continentale o internazionale, hanno lo scopo di promuovere l’agricoltura, nell’interesse di tutto un paese o dell’intera comunità umana.

È proprio a questo scopo che si è formata, or sono trent’anni, la Confederazione internazionale del Credito agricolo, che promuove e armonizza l’azione di circa cinquecento istituti di credito in quaranta paesi.

3. Il Papa non può entrare negli aspetti tecnici dei vostri lavori; è vostro onore e vostro dovere di apportarvi il massimo di competenza e di probità nella gestione dei fondi. Ma auguro che tutti i responsabili e i collaboratori di “banche” o “casse” che voi rappresentate, e quelli della Confederazione stessa, non si contentino di gestire dei fondi importanti per trarne dei benefici, ma che essi abbiano sempre chiaro la finalità umana di una tale impresa, quella che ha ispirato generalmente i fondatori: vale a dire il servizio del mondo agricolo, non solamente per sviluppare le risorse e le tecniche di questo mondo agricolo, ma per assicurare la promozione integrale degli uomini del mondo rurale sul piano materiale, sociale e morale, per avere, anche in seno a operazioni di credito e di risparmio, una preoccupazione di formazione. Prego Dio di aiutarvi a mantenere la qualità di questo spirito di servizio. E gli domando anche di benedire le vostre persone, le vostre famiglie e tutti coloro che vi sono cari.

                                                      



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