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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UNA RAPPRESENTANZA DEL CENTRO TURISTICO GIOVANILE

Castel Gandolfo - Venerdì, 3 settembre 1982

 

Ringrazio di cuore per questa visita tutto il gruppo, nazionale, romano e delle diverse regioni, rappresentanti l’apostolato del turismo e del tempo libero, un apostolato veramente importante, perché la libertà è dono di Dio. Tempo libero vuol dire che l’uomo è specialmente libero in quel tempo: e se in ogni tempo è importante il modo in cui si adopera la libertà, come si utilizza la libertà, è specialmente importante come si utilizza questa libertà nel tempo libero, quando cioè si è liberi.

Possiamo dire che il tempo libero, o la libertà di tempo, è una speciale vocazione. Io, ciascuno di noi, ha una sua vocazione, ha una sua professione. Lavora sei giorni o cinque la settimana e poi è libero un giorno o due, o più giorni durante l’estate. È giusto concentrarsi su questo momento della vita umana con uno speciale apostolato, perché il tempo libero si può perdere: l’uomo può perdere la sua libertà in questo tempo, o può guadagnarla; si può approfittare del tempo libero.

Il tempo libero è dato a ciascuno di noi per diventare più uomo, per guadagnare. Questa, veramente, è una vocazione, un compito: guadagnare il tempo libero, diventare più uomini, crescere umanamente, spiritualmente in questo periodo. Sono questi i diversi modi di approfittare del tempo libero. Voi avete illustrato questi modi parlando del turismo e soprattutto rappresentando qui diverse forme, opere dell’arte, specialmente il canto. Il canto esprime la libertà; il canto approfondisce anche la libertà. Non solo il canto ma anche le altre forme artistiche sono connaturali alla nostra libertà e al nostro tempo libero.

Poi c’è la famiglia. La famiglia aspetta il tempo libero per essere più famiglia, per essere più comunione, per stare più insieme. Poi c’è la Parola di Dio, un momento molto importante nel tempo libero. Dio con la sua Parola aspetta il vostro tempo libero per parlarci di più. Ecco come io vedo la presenza dei catechisti fra voi. Dio aspetta il vostro tempo libero per parlarci di più e questo fa la Chiesa ogni domenica; ogni festa ci parla di più con la Parola di Dio, ci introduce nella Parola di Dio. Questo vuol dire celebrare, celebrare Dio, e celebrare l’uomo. Si deve celebrare l’uomo, l’uomo deve celebrare se stesso perché l’uomo è anche un mistero religioso, sacro, una realtà sacra. Deve celebrare se stesso, e la festa, il tempo libero, è necessario per la festa. La festa ci invita a celebrare Dio, a lodare Dio, a cantare “Gloria in excelsis”, “Te Deum laudamus”, ma ci invita anche a celebrare la sua umanità, a celebrare l’uomo.

Ecco, queste sono alcune riflessioni che mi sono venute partecipando a questo incontro e riflettendo sulla finalità del vostro gruppo, della vostra associazione e del vostro apostolato. È un apostolato molto ricco nel suo contenuto.

Si deve sviluppare il contenuto, si devono sviluppare le strutture perché sempre più compaesani, connazionali, sempre più fedeli sappiano celebrare la propria umanità e lodare Dio nel giorno festivo, nel tempo libero. Per questo vi ringrazio. Vi ringrazio per la vostra visita e vi auguro di continuare bene con tutti i gruppi, in tutte le diocesi, in tutte le parrocchie, di continuare sempre meglio in questo vostro apostolato. Grazie. 

                                               



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