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VISITA PASTORALE A BRESCIA

VISITA DI GIOVANNI PAOLO II AGLI AMMALATI
NELL'OSPEDALE CIVILE DI BRESCIA

Domenica, 26 settembre 1982

 

Appena giunto in questa Città, il mio primo saluto è per voi, carissimi ammalati, ricoverati in questo grande Ospedale Civile. È un saluto particolarmente affettuoso per ciascuno di voi. Esso si rivolge, poi, al personale dirigente, medico, paramedico ed ausiliario, nonché alle religiose Ancelle della Carità che, sull’esempio della loro Fondatrice, santa Maria Crocifissa di Rosa, spendono le loro energie a sollievo e conforto di tanti ricoverati in questo luogo di cura.

Cari ammalati, voi occupate un posto speciale nel mio cuore, perché, pur essendo umanamente deboli e poveri, arricchite la Chiesa con le vostre sofferenze, sopportate in unione con Cristo Crocifisso. Nel dire questo io so di annunciare il mistero centrale del cristianesimo: il mistero “incredibile” del Figlio di Dio che, per salvarci, assunse la condizione di servo, divenendo simile a noi e facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (cf. Fil 2, 7-8).

Voi ammalati partecipate in modo tutto speciale a tale mistero, condividendo con Cristo il peso della croce, il cui duro legno sentite premere sulle vostre carni, tormentate dalla malattia. Ma voi sapete anche di avere, proprio per questo, un ruolo privilegiato nella edificazione della Chiesa, alla cui espansione e purificazione recate un contributo insostituibile.

Entrando nell’area di questo ospedale ho stretto la mani di coloro che mi erano più vicini. In loro ho inteso stringere le mani di tutti per manifestarvi il mio desiderio profondo di essere unito a ciascuno di voi. Io conto sul vostro sostegno spirituale: la vostra sofferenza è la mia forza, perché nella vostra sofferenza opera la forza redentrice della croce di Cristo. Siatemi vicini con l’offerta delle vostre preghiere e dei vostri sacrifici! Fin d’ora vi ringrazio e con un grande abbraccio tutti vi stringo al mio cuore.

Il mio apprezzamento e la mia stima vanno altresì a quanti vi assistono con cura premurosa ed assidua. Auspico che essi abbiano sempre più viva nel loro animo la coscienza della loro nobile missione a servizio della vita. Sentano essi ogni giorno di più quanto sia bello consacrare la propria esistenza al servizio della vita umana; e quanto sia meritorio ridare salute, sorriso e gioia di vivere a tanti fratelli.

Vi assista il Signore in questa vostra opera, carissimi, e vi dia il coraggio di essere fedeli a quei principi deontologici che fanno sacra la vostra professione medica.

Benedico tutti nel nome del Signore. 

                             



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