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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIUDICI DELLA CORTE INTERAMERICANA DEI DIRITTI UMANI

San José (Costa Rica) - Giovedì, 3 marzo 1983

 

Illustri Signori.

Nella cornice della mia visita ai Paesi dell’America Centrale, ho accettato volentieri quest’incontro con voi che, in virtù dell’alta funzione che svolgete, siete stati chiamati a realizzare un’importante compito di protezione dei diritti umani in questo amato e tormentato Continente. Vi saluto quindi con profonda stima.

La creazione della corte interamericana dei diritti umani, che ha la finalità di applicare e interpretare la Convenzione americana dei diritti umani, entrata in vigore nell’anno 1978, ha segnato una tappa particolarmente rilevante nel processo di maturazione etica e di sviluppo giuridico della tutela della dignità umana. Infatti, questa Istituzione, che non senza motivo scelse come sede la città di San José di Costa Rica, manifesta una viva presa di coscienza da parte dei Popoli e governanti americani del fatto che la promozione e la difesa del diritti umani non è un mero ideale, per quanto nobile ed elevato si voglia, ma, in pratica, astratto e privo di organismi di controllo effettivo; bensì qualcosa che deve disporre di strumenti, efficaci di verifica e, se necessario, di opportuna sanzione.

È vero che il controllo del rispetto dei diritti umani compete prima di tutto ad ogni sistema giuridico statale. Però una maggiore sensibilità e un’accentuata preoccupazione per il riconoscimento o per la violazione della dignità e della libertà dell’uomo, hanno fatto vedere non solo la convenienza, ma anche la necessità che la protezione e il controllo che esercita uno Stato, si completino e si rafforzino attraverso una istituzione giuridica sopranazionale ed autonoma.

La corte interamericana dei diritti umani, di cui voi fate parte, è stata istituita proprio per svolgere questa specifica funzione giuridica, sia contenziosa che consultiva. In vista di questa nobile missione, desidero esprimervi, Signori, il mio appoggio e il mio incoraggiamento, mentre invito le istanze interessate a ricorrere con coraggio a questa corte per affidarle i casi di sua competenza, dando così prova concreta di riconoscerle il valore plasmato nei suoi statuti. Questo sarà il cammino verso una migliore applicazione del contenuto della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, alla quale mi riferii abbastanza estesamente durante la mia visita alla sede delle Nazioni Unite (Giovanni Paolo II, Allocutio ad eos qui interfuerunt Coetui Nationum Unitarum, 9. 13-20, 2 ottobre 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II/2 [1979] 527. 531-538).

A voi, illustri giudici, voglio formulare il fervente voto che, con il disimpegno delle vostre funzioni, esercitate con profondo senso etico e con imparzialità, facciate crescere il rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo; quell’uomo che voi, educati in una tradizione cristiana, riconoscete come immagine di Dio e redento da Cristo; e, di conseguenza, come l’essere più prezioso della creazione.

Chiedo a Dio che vi benedica ed illumini nel fedele compimento di questo vasto compito, così necessario ed importante nell’attuale momento della storia umana.

 

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 



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