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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
PER IL CORPO DELLA GUARDIA SVIZZERA
NEL 447° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE

Venerdì, 6 maggio 1983

 

Cari fratelli e sorelle nel Signore.

Le parole del Vangelo odierno (Gv 15, 12-17) non fanno parte per noi di un lontano passato, ma ci parlano con forza del tutto immediata qui e ora: a noi, al Papa tra le sue guardie svizzere, e tra loro soprattutto al nuovi arrivati, circondati dai parenti, dagli assistenti spirituali e dagli amici. Anch’io non vi chiamo servi ma amici: perché noi tutti viviamo della stessa fede che Dio ci ha donato in Cristo; noi tutti cerchiamo di vivere l’amore che il Signore ha vissuto prima di noi, un amore che è perfino disposto a dare la vita per gli amici. “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi!”. Questo è il più alto “ordine di servizio” di Cristo per me, il Papa, come per voi, guardie.

Sono lieto di poter oggi salutare un nuovo gruppo tanto numeroso di guardie. Vi esprimo il mio apprezzamento e la mia sincera gratitudine, per aver preso la decisione di compiere questo particolare servizio. Ai genitori e ai fratelli venuti dalla Svizzera vorrei augurare che l’anno di servizio del loro figlio e fratello qui in Vaticano rafforzi la gioiosa consapevolezza dell’intera famiglia di appartenere alla Chiesa cattolica universale nella sua forte unità e imponente molteplicità.

Fin dalle origini della Chiesa attraverso i secoli fino ai nostri giorni è sempre accaduto che i cristiani lasciassero la propria Patria e si ponessero a disposizione del loro prossimo e dei loro fratelli nella fede di tutto il mondo con le loro capacità ed energie, per aiutarli come missionari o per prestare il loro contributo come collaboratori nella costruzione della comunità cristiana. Voi guardie siate pronti ad aiutare il Pastore supremo della Chiesa, il Vescovo di Roma, ad accogliere in modo ordinato e ben congeniato i gruppi di visitatori che giungono qui e anche a proteggere il suo servizio apostolico in Vaticano. Sono certo che sotto la guida esperta dei vostri superiori, darete prova di questa disponibilità con intelligenza e misura, con decisione e fermezza. Vi auguro anche che il vostro servizio vi lasci tempo sufficiente per conoscere Roma e i dintorni, per fare dello sport, dedicarvi alla musica e divenire inoltre una comunità in cui vi trovate bene.

Imploriamo ora in preghiera e offerta la benedizione di Dio per questo giorno di festa del Corpo della Guardia svizzera, per ogni buona intenzione, per ogni vostra coraggiosa decisione. Il Signore conduca tutto a buon fine!

Di tutto cuore saluto le nuove guardie svizzere provenienti dai cantoni francofoni del loro Paese, i loro parenti e i loro amici. Nel corso di questa Eucaristia, domandiamo insieme a Dio di assistere e di benedire questi giovani affinché compiano al meglio il servizio che sono venuti ad intraprendere con generosità.

 

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 


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