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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO
DEL CENTRO EUROPEO PER IL TURISMO

Sabato, 7 maggio 1983

 

Illustri Signori!

1. Sono particolarmente lieto di accogliere e di salutare voi, membri del Consiglio direttivo del Centro europeo per il turismo, che siete qui venuti insieme con i rappresentanti di alcune regioni italiane e di enti pubblici partecipanti alla recente mostra a Castel Sant’Angelo in Roma.

A tutti esprimo il mio cordiale benvenuto e il mio apprezzamento per questo gesto, che dimostra il vostro attaccamento alla Sede di Pietro. Vi ringrazio per l’opera preziosa e benemerita che il vostro ente svolge in favore di quanti sono interessati al fenomeno sempre crescente del turismo. Vi sono, in particolare, grato per il pensiero che avete avuto di dedicare nella medesima mostra un padiglione alla Santa Sede, in cui avete voluto esporre, tra l’altro, alcune formelle della “Risurrezione”, che campeggia nell’Aula Paolo VI.

2. Le parole del vostro Presidente mi hanno fatto piacere, perché sono un segno dei nobili sentimenti che ispirano la vostra opera e insieme mi danno l’occasione di ribadire l’importanza che la Chiesa annette al turismo per i suoi risvolti spirituali, morali e culturali.

Come voi sapete, esso è collegato con la grande trasformazione sociale portata dalla moltiplicazione, dalla diffusione e dalla rapidità dei mezzi di trasporto. Il viaggiare, che in passato era riservato a persone isolate o a piccoli gruppi, oggi è diventato un fenomeno di massa: sono folle che si muovono, oltre che per interessi economici e motivi di necessità, a scopo di svago e per il desiderio di vedere luoghi e uomini di Paesi diversi. Da qui derivano grandi vantaggi per la cultura, per i rapporti tra i popoli e, di conseguenza, per la pace, per la promozione della civiltà e per la diffusione di un più ampio benessere.

Tutto questo non può lasciare indifferente la Chiesa, la quale è attenta a tutto ciò che è autenticamente umano. Essa nella costituzione pastorale Gaudium et Spes guardando a tale moderno fenomeno in un più ampio contesto culturale, afferma (n. 61): “La diminuzione più o meno generalizzata del tempo del lavoro fa aumentare di giorno in giorno le possibilità culturali per molti uomini. Il tempo libero sia, a ragione, impiegato per distendere lo spirito, per fortificare la salute dell’anima e del corpo, mediante attività e studi di libera scelta, mediante viaggi in altri Paesi, con i quali si affina lo spirito dell’uomo e gli uomini si arricchiscono con la reciproca conoscenza anche mediante esercizi e manifestazioni sportive, che giovano a mantenere l’equilibrio dello spirito anche nelle comunità e offrono un aiuto per stabilire fraterne relazioni fra gli uomini di tutte le condizioni, di nazioni e stirpi diverse” (Gaudium et Spes, 61).

3. Come si rileva da questo brano del Concilio Vaticano II, numerosi sono i fattori che entrano in gioco nel fenomeno del turismo; esso infatti coinvolge la cultura, l’arte, lo sport e la religione. È vero che, per quanto riguarda l’aspetto religioso, il cristiano che si reca ai Santuari, è un pellegrino e non un turista, ma è anche vero che vi sono tante analogie e interdipendenze tra pellegrinaggio e turismo. Differisce la spinta interiore che induce gli uomini a mettersi in moto e, per conseguenza, lo stile di vita di coloro che si muovono; ma sia il turismo che il pellegrinaggio appagano entrambi una sete interiore e causano incontri e rapporti umani.

Sono certo che in questo Anno Giubilare della Redenzione, durante il quale converranno a Roma, centro del Cristianesimo, numerose persone, voi non mancherete di prodigare tutte le vostre attenzioni per favorire, nel modo migliore, le esigenze dei forestieri. E soprattutto sia il vostro servizio in armonia con le esigenze spirituali dei pellegrini, che si recano a visitare le Tombe degli Apostoli e acquistare l’indulgenza giubilare. Sappiate offrire loro un servizio che sia valido per la esatta conoscenza dei luoghi e della loro storia, e rispettoso dei sentimenti altrui.

Avvaloro questi miei pensieri e voti con una speciale benedizione apostolica, che ora imparto a voi e ai vostri cari.

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 


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