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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL
CONSIGLIO SUPERIORE DELLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE

Sabato, 7 maggio 1983

 

1. Al termine dell’annuale assemblea generale del Consiglio superiore delle Pontificie Opere Missionarie avete desiderato, come già gli altri anni, questa udienza, ed è per me una grande gioia porgervi il mio saluto cordiale ed esprimervi il mio ringraziamento per questo vostro atto di ossequio, e soprattutto per l’infaticabile e intensa opera che svolgete a servizio della Chiesa missionaria.

Saluto anzitutto il Cardinale Agnelo Rossi, Prefetto della Sacra Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli; Monsignor Simon Lourdusamy, Segretario della Congregazione e Presidente delle Opere Pontificie, i Segretari generali, i Consiglieri, i Direttori nazionali, convenuti da ogni Paese e il personale dei Segretariati generali.

Ma, in questa circostanza, estendo il mio affettuoso saluto, espressione di profonda gratitudine, a tutti i vostri collaboratori nelle diocesi e parrocchie, ai missionari delle varie Congregazioni e ai sacerdoti secolari partiti dalle loro regioni in ossequio alla “Fidei Donum”, che in mezzo a gioie e a tribolazioni, a consolazioni e a disagi compiono con amore e costanza il compito della “evangelizzazione”.

A voi tutti ripeto con intimo gaudio le parole di san Paolo ai Romani: “Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo” (Rm 15, 13).

2. Durante la vostra assemblea avete ascoltato varie relazioni e, vedendo pur in rapida sintesi l’immenso lavoro compiuto, avete notato quanto sia sempre necessario continuare a lavorare con coraggio e lungimiranza nelle varie sezioni delle Opere Pontificie, per l’animazione missionaria tra i sacerdoti e i religiosi, nei seminari e tra i laici, per la formazione a un’autentica sensibilità e mentalità apostolica e per l’aiuto concreto alle comunità più bisognose e disagiate. Creare, sviluppare, mantenere viva la coscienza missionaria è compito necessario e meraviglioso, per il quale merita davvero spendere la propria vita! Sono lieto di sapere che quest’anno nella Sessione pastorale il vostro impegno di animazione si volgerà particolarmente al mondo dell’infanzia, trattando l’argomento “La Pontificia opera della santa infanzia”. La scelta e i programmi sono provvidenziali, perché anche mediante tale Opera si realizza quella finalità attribuita dal Concilio alle Opere Missionarie, che sono, come si è espresso il decreto Ad Gentes, “lo strumento principale . . . per infondere nei cattolici, fin dalla più tenera età, uno spirito veramente universale e missionario” (Ad Gentes, 38). So che la Segreteria internazionale dell’Opera della santa infanzia verrà prossimamente trasferita da Parigi a Roma: ciò contribuirà a darle un sempre più vigoroso slancio ed entusiasmo.

Sia ringraziato il Signore, che pur nelle innumerevoli difficoltà dei tempi, concede sempre alla Chiesa la gioia delle sue grazie e delle sue consolazioni per la perseveranza nell’ideale e nell’impegno missionario.

3. In questo momento, vi ricordo le parole di Cristo: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me . . . Chi ha visto me, ha visto il Padre . . . Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere” (Gv 14, 1. 6. 9. 11).

Gesù affermava con autorità suprema di essere egli stesso Persona divina e “via” al Padre, che vuole essere conosciuto, amato, obbedito per mezzo del Verbo Incarnato, Gesù Cristo. “Questa è la vita eterna - diceva ancora Gesù - che conoscano te, o Padre, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo!” (Gv 17, 3). La Chiesa, a cominciare dagli Apostoli e da san Paolo, non ha mai messo in dubbio questo suo dovere radicale e assoluto di evangelizzare per convertire a Cristo, e cioè all’unica Verità e all’unica salvezza nel piano ordinario di Dio. Dall’esplicito comando di Cristo: “Andate, predicate, insegnate, battezzate” (cf. Mt 28, 19-20; Mc 16, 15 ss.), la Chiesa ha derivato l’impegno di diffondere la fede e la salvezza del Redentore, continuando e sviluppando nel corso della storia la sua missione divina (cf. Ad Gentes, 5).

Cristo, dunque, è la via al Padre! Fu così per gli ebrei contemporanei degli Apostoli e per i popoli pagani avvicinati da san Paolo; fu così per sant’Agostino e sant’Ambrogio, per san Benedetto e i santi Cirillo e Metodio; fu così per ogni secolo, per ogni epoca, in ogni mutamento nello sviluppo della storia e nella maturazione dell’umanità; ed è così anche oggi. Come ancora ha detto il Concilio Vaticano II: “La Chiesa crede di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine dell’uomo, nonché di tutta la storia umana” (Gaudium et Spes, 10).

Certamente l’evangelizzazione, come notava Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi, non deve trascurare i problemi così dibattuti oggi che riguardano la giustizia, la liberazione, lo sviluppo, la pace, il rispetto della coscienza e della persona umana (cf. Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 29. 31). Tuttavia, l’evangelizzazione non può e non deve scostarsi dall’asse religioso che la governa: “Il Regno di Dio prima di ogni altra cosa nel suo senso pienamente teologico” (Ivi 32). Non si turbi dunque mai il vostro cuore! Abbiate fiducia! Mantenete vivo e fervoroso lo spirito missionario, perché tutti gli uomini, per quanto è possibile alle umane risorse, conoscano Cristo morto in croce e risorto per la nostra salvezza. Infatti rimane necessario, essenziale, prioritario l’annunzio chiaro ed esplicito della salvezza offerta da Cristo ad ogni uomo, né si può prescindere oggettivamente dalla Chiesa, come segno visibile dell’incontro dell’uomo con Dio (cf. Ivi 27-28).

Pertanto la formazione della “coscienza missionaria” acquista oggi un’importanza fondamentale, perché insieme a tutto il patrimonio dottrinale da conoscere e da assimilare, è necessaria anche una fede convinta e vissuta in assoluta coerenza, insieme con una profonda sensibilità spirituale e religiosa, che abiliti al dialogo costruttivo, nell’intento rispettoso ma coraggioso di portare gli uomini al Padre per mezzo della via che è Cristo.

4. Nel mese dedicato a Maria santissima, vi invito alla costante e fervente preghiera alla Regina delle Missioni. Invochiamo da lei la grazia che ogni cristiano viva sempre con uno spirito coscientemente e coraggiosamente missionario!

Con questi voti, di gran cuore vi imparto la propiziatrice benedizione apostolica, che estendo volentieri ai collaboratori, ai benefattori e a tutte le persone care.

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