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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI STUDIOSI DI DIRITTO CANONICO

Sabato, 14 maggio 1983

 

1. A voi il mio saluto, carissimi docenti e discepoli e discepole tutti, che avete partecipato al Corso Peculiare istituito dalla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, per lo studio del nuovo Codice di Diritto Canonico. Mi è gradito oggi salutarvi di persona, e rivolgermi a voi proprio in quella stessa lingua latina, nella quale è redatto tutto il Codice. Con successo avete infatti portato a termine il lavoro accademico che vi eravate proposti, con il quale avete cercato di approfondire la conoscenza di quel Codice di leggi, emanato nello scorso mese di gennaio.

In primo luogo desidero dimostrare a voi la mia singolare riconoscenza e testimoniare la mia stima agli autori e estensori di questo Curricolo Speciale. Infatti in tale opera mostrarono di ben comprendere quale sia in questi tempi l’intelligenza del legislatore e quale sia la più importante delle sue preoccupazioni pastorali: e cioè che realmente sia sollecitata e consolidata la corretta conoscenza e la consapevolezza della stessa Legge, che entrerà in vigore nella prima Domenica di Avvento di questo Anno Santo del Giubileo della Redenzione.

Rendo poi grazie al Signore per quell’alacre dedizione, mediante la quale sono già stati istituiti o si stanno preparando parecchi Corsi simili in tutta la Chiesa sul rinnovamento Canonico, da parte delle Conferenze Episcopali o dei singoli Vescovi, da parte delle Università o delle Facoltà Ecclesiastiche, delle Consociazioni di esperti o di studiosi del Diritto Canonico, ma anche da parte di semplici gruppi di fedeli desiderosi di sapere quali siano le nuove norme universali di tale disciplina nella Chiesa.

2. È certamente un dovere necessario per sua stessa natura, non soltanto conoscere ma anche far conoscere a tutti queste norme, che dopo tanto solerte e lungo lavoro di ricerca e di consultazione sono state emanate e che in futuro dovranno regolare l’ordinato e tranquillo progresso della vita sociale del Popolo di Dio. Voi sapete molto bene che queste norme non sono un patrimonio dei soli Pastori di anime o di culto della disciplina canonica. Infatti le leggi di ciascuna società toccano tutti e i singoli in essa: e chi è autorità e i sudditi. La legge Canonica dunque, i cui principi derivano dallo stesso diritto divino, e insieme dalla teologia confermata dal Magistero della Chiesa, comporta lo stesso obbligo morale o la responsabilità di tutti i fedeli della Chiesa cioè nel sacro ministero, e nel laicato e nella vita religiosa - poiché la medesima legge regola i loro diritti e doveri, mentre dispone anche la loro comune partecipazione dell’unico compito e missione apostolica e della Chiesa missionaria (cf. Lumen Gentium, 31; Apostolicam Actuositatem, 2) secondo la molteplice varietà dei doni e delle opere, delle condizioni e delle forme di vita tra i fedeli (Lumen Gentium, 7 et 13).

È compito poi dei Sacri Ministri - in tutti gli ordini e le parti del corpo ecclesiastico - aiutare in base al proprio e principale dovere pastorale tutto il popolo di Dio ad acquisire conoscenza e coscienza dell’altissimo significato e del valore salvifico, che la Legge Canonica rappresenta per la vita della Chiesa, e anche a far sì che il Popolo di Dio abbracci, osservi e rispetti queste sacre regole con un atteggiamento di amorosa devozione. È altresì necessario che i maestri e gli studiosi e gli esperti di Diritto Canonico affidino ai Pastori di anime, nel loro insigne compito, i frutti degli studi e delle ricerche e i concreti aiuti ad applicare la nuova legge; e questi sussidi devono evitare ogni uso disordinato da parte di diverse fazioni, mentre pongono in una luce limpidissima lo stesso compito che il nuovo Codice è necessario adempia come strumento di disciplina per proseguire nel modo migliore il Concilio Vaticano II.

So bene che tutte queste cose sono oggetto di attenta meditazione da parte vostra e che questa vostra disposizione d’animo e i desideri e i propositi sono stati corroborati da quella comune decisione di queste settimane. Perciò su di voi e sulla vostra opera invoco l’aiuto di Dio Onnipotente e prego per voi Maria santissima, Madre della Chiesa e Specchio della Giustizia. Sia testimonianza per voi di questo affetto e aiuto per questi propositi l’apostolica benedizione di cuore impartita ai presenti fisicamente e spiritualmente.

© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana

 


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