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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI VESCOVI STATUNITENSI
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Venerdì, 28 ottobre 1983

Cari fratelli in nostro Signore Gesù Cristo,

1. Ancora una volta sono molto lieto di partecipare ad una intensa esperienza di comunione ecclesiale con un altro gruppo di Vescovi americani. Voi venite da diverse regioni degli Stati Uniti e le situazioni pastorali delle vostre singole Chiese locali variano considerevolmente. E tuttavia sono certo che in tutte le vostre diocesi vi è un profondo interesse comune al tema che vorrei toccare oggi: l’educazione cattolica.

Il concetto stesso di educazione cattolica è strettamente collegato alla missione essenziale della Chiesa, comunicare Cristo. Fa parte del vostro mandato episcopale insegnare - insegnare tutto ciò che Gesù ha ordinato che fosse insegnato (cf. Mt 28, 20). E come maestri, siamo chiamati a rendere testimonianza con la parola e con l’esempio al Cristo che la Chiesa si adopera di comunicare. In altre parole, lo scopo dell’educazione cattolica è di aiutare i fedeli a raggiungere la pienezza della vita cristiana” (Codex Iuris Canonici, can. 794 § 1). Si identifica col grande ideale di san Paolo che non è soddisfatto nei Galati “finché non si sia formato il Cristo” (Gal 4, 19); egli desidera ardentemente di vedere completato questo processo.

2. Il Concilio Vaticano II ha presentato lo scopo di tutta l’educazione cristiana in vari aspetti, che includono “il far sì che i battezzati . . . prendano sempre maggiore coscienza del dono della fede, che hanno ricevuto; imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità (cf. Gv 4, 23), specialmente attraverso l’azione liturgica; si preparino a vivere la propria vita secondo l’uomo nuovo, nella giustizia e santità della verità (Ef 4, 22-24), e così raggiungano l’uomo perfetto . . . e diano il loro apporto, all’aumento del suo Corpo mistico” (Gravissimum Educationis, 2).

Questi elementi hanno implicazioni di grande portata; tengono conto del fatto che l’educazione cattolica si interessa davvero di tutta la persona, al suo destino eterno e al bene comune della società che la Chiesa stessa si impegna a promuovere. In pratica ciò richiede che i talenti fisici, morali e intellettuali dei bambini e dei giovani debbano essere coltivati, affinché essi possano maturare un senso di responsabilità e il giusto uso della libertà e prendere parte attiva nella vita della società (cf. Codex Iuris Canonici, can. 795).

3. Tutti questi elementi sono stati sviluppati dall’educazione cattolica nel vostro Paese. Davvero, l’educazione cattolica costituisce un capitolo privilegiato nella storia della Chiesa d’America. L’educazione cattolica è stata una dimensione molto efficace dell’evangelizzazione, avendo fatto in modo che il Vangelo incidesse su tutte le sfaccettature della vita. Ha coinvolto diversi individui e gruppi nel processo educativo, ed è riuscita a far sì che intere generazioni si siano sentite parte della comunità sociale ed ecclesiale. Nonostante limiti e imperfezioni va attribuito in larga misura all’educazione cattolica in America, per grazia di Dio, la formazione dello splendido laicato d’America. L’educazione cattolica ha in se stessa il fondamento per capire e accogliere l’insegnamento del Concilio Vaticano II, che è stato un’esplicitazione coerente e uno sviluppo dei principi che la Chiesa ha posseduto e insegnato lungo i secoli. Le benedizioni del Concilio erano efficacemente destinate a incidere sulla vita di molti poiché anni di generosa educazione cattolica avevano preparato la strada.

L’educazione cattolica nella vostra terra ha anche promosso numerose vocazioni negli anni. Voi stessi avete un grande debito di gratitudine verso quella educazione cattolica che vi ha messi in grado di comprendere e accogliere la chiamata del Signore. Tra altri contributi dell’educazione cattolica vi è la qualità del cittadino che voi siete stati capaci di generare: uomini e donne retti che hanno contribuito al bene dell’America, e nella carità cristiana hanno lavorato per servire tutti i loro fratelli e sorelle. L’educazione cattolica ha fornito una testimonianza eccellente al perenne impegno della Chiesa per la cultura di ogni tipo. Ha esercitato una funzione profetica - forse modesta in singoli casi, ma sempre molto efficace -per far sì che la fede permeasse la cultura. I risultati dell’educazione cattolica in America meritano il nostro grande rispetto e la nostra ammirazione.

4. C’è ancora, tuttavia, un debito di gratitudine da pagare, davanti alla testimonianza della storia, ai genitori che hanno sostenuto l’intero sistema dell’educazione cattolica; alle parrocchie che hanno coordinato e sostenuto questi sforzi; alle diocesi che hanno promosso programmi di educazione e hanno fornito mezzi di sostegno, soprattutto in zone povere; agli insegnanti - tra i quali vi sono sempre stati generosi laici, uomini e donne - che nella dedizione e nel sacrificio hanno sostenuto la causa dell’aiutare i giovani a raggiungere la maturità in Cristo. Ma, soprattutto, gratitudine è dovuta ai religiosi per il loro contributo all’educazione cattolica. Scrivendo, la Pasqua scorsa, ai Vescovi degli Stati Uniti sulla vita religiosa, ho affermato: “I religiosi furono tra i vostri pionieri. Essi tracciarono la via dell’educazione cattolica a tutti i livelli, contribuendo a creare un magnifico sistema educativo dalla scuola elementare all’università (Giovanni Paolo II, Epistula ad sacros Praesules Foederatarum Civitatum Americae Septentrionalis missa, 2, 3 aprile 1983: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/1 [1983] 892).

Alle religiose è dovuto uno speciale debito di gratitudine per il loro particolare contributo nel campo educativo. Il loro autentico apostolato educativo è stato, ed è ancora, degno del più grande apprezzamento. È un apostolato che richiede molto sacrificio di sé; è pienamente umano in quanto espressione di servizio religioso: un apostolato che segue da vicino la crescita umana e spirituale, e accompagna i bambini e i giovani con pazienza e amore attraverso i problemi della giovinezza e l’insicurezza dell’adolescenza verso la maturità cristiana.

Quante coppie sposate della vostra generazione hanno potuto - e l’hanno fatto - indicare in religiose coloro che avevano influenzato la loro vita e li avevano aiutati a raggiungere quello stadio di sviluppo personale nel quale la loro vocazione all’amore sponsale e alla paternità poteva essere realizzato? E quanti sacerdoti, fratelli e sorelle, hanno trovato edificazione nella testimonianza di amore sacrificale esemplificato nella vita religiosa, e l’incoraggiamento loro necessario per intraprendere la preparazione alla loro vocazione?

5. Fattori di maggiore importanza nell’educazione cattolica dei quali abbiamo parlato includono: l’insegnante cattolico, la dottrina cattolica e la scuola cattolica.

Mentre tutta la missione dell’educazione cattolica è essenzialmente legata alla vita di fede della Chiesa e come tale è parte del ministero del Vescovo, i primi educatori di singoli bambini sono i genitori. Nel nuovo Codice di diritto canonico tutta la trattazione dell’educazione inizia con la parola “genitori”. Agli occhi della Chiesa, e davanti a Dio, i loro doveri e i loro diritti sono unici, come lo sono le grazie capaci di sostenerli che essi ricevono nel sacramento del matrimonio. È da questo Sacramento che “il compito educativo riceve la dignità e la vocazione di un vero e proprio “ministero” della Chiesa” (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 38). Ma tutti gli insegnanti cattolici sono investiti di una grande dignità e sono chiamati a “distinguersi nell’autentica dottrina e rettitudine di vita” (Codex Iuris Canonici, can. 803 § 2). Tutta la struttura educativa dell’educazione cattolica avrà valore nella misura in cui la formazione e l’educazione fornita dagli insegnanti sarà conforme ai principi della dottrina cattolica.

Nell’educazione religiosa c’è una nuova urgenza di spiegare la dottrina cattolica. Molti giovani di oggi guardano agli educatori cattolici, dicendo giustamente: “Voi non dovete convincerci; dovete solo spiegare bene”. E noi sappiamo che, in qualsiasi ambiente sia comunicata la Parola di Dio, essa ha il potere di illuminare le menti e di toccare i cuori: “La Parola di Dio, infatti, è viva ed efficace e più affilata di qualunque spada a doppio taglio” (Eb 4, 12).

6. Nella storia del vostro Paese uno strumento estremamente efficace dell’educazione cattolica è stata la scuola cattolica. Essa ha contribuito immensamente al diffondersi della Parola di Dio e ha fatto sì che i fedeli “si sforzino di raccogliere le vicende e le attività umane in un’unica sintesi vitale insieme ai valori religiosi” (Giovanni Paolo II, Sapientia Christiana, 1). Nella comunità formata dalla scuola cattolica, si è fatto in modo che la potenza del Vangelo incidesse mediante esempi, modelli di giudizio e norme di comportamento. Come istituzione la scuola cattolica deve essere giudicata in modo estremamente favorevole se applichiamo il valido criterio: “Dalle loro azioni li conoscerete” (Mt 7, 16), e ancora, “Dai loro frutti dunque li riconoscerete” (Mt 7, 20). È facile perciò, nell’ambiente culturale degli Stati Uniti, spiegare la saggia esortazione contenuta nel nuovo Codice: “I fedeli devono promuovere le scuole cattoliche, facendo il possibile per contribuire alla loro istituzione e al loro mantenimento” (Codex Iuris Canonici, can. 800 § 2).

Il vostro sistema della scuola cattolica ha da lungo tempo goduto della stima della Santa Sede. Pio XII, all’inizio del suo pontificato, scrisse ai Vescovi americani di quel tempo, dicendo: “È con buona ragione che i visitatori di altri Paesi ammirano l’organizzazione e il sistema col quale vengono dirette le vostre scuole di vari livelli” (Pio XII, Sertum laetitiae, 8; 1 novembre 1939). Anni dopo, Paolo VI, canonizzando Madre Seton, sentì la necessità di rendere lode alla provvidenza di Dio che aveva spinto questa donna a iniziare nel vostro Paese l’opera della scuola cattolica (cf. Paolo VI, Allocutio Em. mis Patribus atque Praesulibus Americae Septentrionalis Foederatarum Civitatum, qui sollemni Canonizationi interfuerunt Beatae Elisabeth Annae Bayley vid. Seton, 15 settembre 1975: Insegnamenti di Paolo VI, XIII [1975] 933-934). E due anni dopo, canonizzando John Newmann, Paolo VI parlò della “inesauribile energia” con la quale egli promosse il sistema della scuola cattolica negli Stati Uniti (Paolo VI, Homilia die Canonizationis Beati Ioannis Nepomuceni Neumann habita in Petriano foro, del 9 giugno 1977: Insegnamenti di Paolo VI, XV [1977] 614).

Ad ogni livello dell’educazione cattolica si sente l’importanza dell’insegnante cattolico e della dottrina cattolica. Ad ogni livello, fino al livello universitario incluso, c’è bisogno di un impegno istituzionale della scuola cattolica con la Parola di Dio quale essa è proclamata dalla Chiesa cattolica. E questo impegno istituzionale è espressione dell’identità cattolica di ogni scuola cattolica.

7. La direzione pastorale del Vescovo è di importanza centrale nel fornire appoggio e guida all’intera causa dell’educazione cattolica. Dipende dai Vescovi, insieme ai loro sacerdoti, incoraggiare tutti gli educatori cattolici ad ispirarsi al grande ideale della comunicazione di Cristo. Solo il Vescovo può dare direttive, assicurare le priorità e presentare efficacemente l’importanza della causa al popolo cristiano.

Nello stesso tempo, lo zelo del Vescovo trova una sfida inesauribile nel fornire cura pastorale agli studenti, rendendosi conto dei particolari bisogni spirituali degli studenti impegnati negli studi superiori, all’interno come all’esterno delle istituzioni cattoliche, il cui progresso è strettamente legato al futuro della società e alla Chiesa stessa (cf. Gravissimum Educationis, 10).

8. Una dimensione particolare dell’educazione cattolica, che è nello stesso tempo un momento dell’evangelizzazione, è il problema della catechesi nel suo essere in rapporto con le istituzioni cattoliche, in quanto attuata al di fuori delle scuole cattoliche, e in quanto esercitata direttamente dai genitori. Da ogni punto di vista, la catechesi implica “l’educare il vero discepolo di Cristo mediante una conoscenza più approfondita e più sistematica della persona e del messaggio del nostro Signore Gesù Cristo” (Giovanni Paolo II, Catechesi Tradendae, 19). Specialmente sotto questo aspetto catechetico della necessità di impartire la dottrina cattolica in modo organico e sistematico, la scuola cattolica rimane uno strumento autenticamente rilevante al servizio della fede, poiché aiuta i giovani ad entrare nel mistero di Cristo. Per questa ragione e per altre già menzionate, rinnovo quel profetico appello di Paolo VI ai Vescovi americani: “Fratelli, noi conosciamo le difficoltà connesse al mantenimento delle scuole cattoliche, e le incertezze del futuro. E tuttavia noi abbiamo fiducia nell’aiuto di Dio e nella vostra zelante collaborazione e nei vostri instancabili sforzi volti a far sì che le scuole cattoliche possano continuare, nonostante gravi ostacoli, ad adempiere alla loro funzione provvidenziale al servizio della genuina educazione cattolica, e al servizio del vostro Paese” (Paolo VI, Allocutio Em. mis Patribus atque Praesulibus Americae Septentrionalis Foederatarum Civitatum, qui sollemni Canonizationi interfuerunt Beatae Elisabeth Annae Bayley vid. Seton, 15 settembre 1975: Insegnamenti di Paolo VI, XIII [1975] 934).

9. In tutto ciò il nostro ministero al servizio della parola dipende dall’effusione dello Spirito Santo. È lui che, venerabili e cari fratelli, noi invochiamo oggi, chiedendogli di assistervi nelle vostre iniziative pastorali e di portare a realizzazione gli sforzi di tanti zelanti sacerdoti, diaconi, religiosi e laici nelle Chiese locali che voi rappresentate. Egli solo può infatti renderci capaci di comunicare Cristo; realmente, “nessuno può dire: “Signore Gesù”, se non per lo Spirito Santo” (1 Cor 12, 3). Soltanto grazie alla sua azione si può raggiungere la maturità cristiana e, perciò, conseguire il fine di tutta l’educazione cattolica. Proclamando la sovranità dell’azione santificante dello Spirito Santo, chiediamogli di sottoporre totalmente il nostro ministero alla sua volontà. E chiediamo la grazia della docilità mediante l’intercessione di Maria, sotto il cui cuore il Verbo di Dio si è fatto uomo e fu all’inizio comunicato al mondo.

“Veni, Sancte Spiritus”!

 

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