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DICORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PELLEGRINAGGIO NAZIONALE SLOVENO

Aula Paolo VI - Sabato, 25 febbraio 1984

 

Venerati Fratelli nell’Episcopato, cari figli e figlie, pellegrini sloveni, che dalla Iugoslavia e da altri Paesi siete venuti a Roma per celebrare qui, presso la tomba di san Pietro, il Giubileo della nostra Redenzione. Siate tutti benvenuti!

1. Porgo il mio deferente saluto ai vostri Vescovi, che vi guidano in questo pellegrinaggio giubilare: il vostro metropolita e arcivescovo di Ljubljana monsignor Alojzij Sustar, il vescovo di Maribor monsignor Franc Kramberger, il vescovo di Koper monsignor Janez Jenko e i Vescovi ausiliari, i monsignori Stanislav Lenic, Jozef Kvas e Jozef Smej.

Saluto di cuore i sacerdoti, che vi accompagnano, i religiosi, le suore, i laici: voi tutti qui presenti.

2. La vostra presenza qui oggi mi è particolarmente cara. Voi rappresentate infatti i lontani eredi dei grandi evangelizzatori e apostoli dei popoli slavi e celesti compatroni, insieme a san Benedetto, dell’Europa, i santi Cirillo e Metodio. Già nel secolo scorso fu proprio uno dei vostri zelanti pastori, il vescovo servo di Dio Anton Martin Slomsek a risvegliare in mezzo a voi e ad altri popoli l’ideale cirillo-metodiano di una Chiesa particolare, profondamente radicata nella cultura del popolo e allo stesso tempo in vitale unità e comunione con la Sede Apostolica e con tutta la Chiesa universale e ansiosa di estendere questa pienezza di comunione ecclesiale a tutti i fratelli cristiani, specialmente quelli d’Oriente.

3. So bene che la stessa fede anima ancora oggi voi e i fedeli vostri connazionali. Ne sono prova, tra l’altro, la vostra intensa partecipazione alla vita liturgica e sacramentale, il vostro amore al canto sacro, il vostro zelo per la casa del Signore, quale si manifesta nel rinnovare con immensi sacrifici le vostre chiese e nel costruirne di nuove, il vostro impegno per la catechesi e per la cultura religiosa mediante un generoso sostegno all’arte sacra e alla buona stampa, la vostra cura per i malati e i sofferenti, che si concretizza nel servizio della Diakonia, il vostro zelo missionario.

4. La celebrazione del Giubileo della nostra Redenzione vi infonda nuovo coraggio e slancio e rafforzi il vostro impegno per il bene, affinché possiate essere testimoni convinti ed efficaci della verità della nostra Redenzione in mezzo alla società, in cui la Provvidenza vi ha posto. E per essere di fatto tali testimoni, la vostra vita in Cristo si rinnovi continuamente e cresca, secondo le parole del Signore: “Voi siete il sale della terra . . . Voi siete la luce del mondo . . . Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (cf. Mt 5, 13-16).

Siate quindi testimoni coerenti di fede viva e di amore ardente verso Dio e verso il prossimo. Sia di esempio a tutti il vostro rispetto per l’uomo e per la sua vita in tutte le sue fasi, dal concepimento alla maturità. Sia a tutti di stimolo la vostra fedeltà al vincolo matrimoniale indissolubile e alla famiglia. Nelle vostre famiglie e in tutta la comunità ecclesiale cresca l’impegno per l’educazione religiosa e morale dei bambini e dei giovani, che è compito oggi forse gravoso, ma allo stesso tempo dovere primario e diritto sacro inviolabile dei genitori e della Chiesa. Santificate il “giorno del Signore”, come vi insegnano i vostri vescovi nella lettera pastorale per la prossima Quaresima. Non affievolisca mai la vostra preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose, di cui la vostra terra fu sempre madre feconda. Partecipando attivamente agli sforzi per il bene comune e per il progresso civile, traete sempre l’ispirazione e la forza nella fede cristiana autentica e vissuta. Sarete così realmente il fermento evangelico in Iugoslavia e in mezzo al mondo, l’umanità nuova redenta in Cristo, a cui ogni uomo è chiamato a inserirsi per la sua stessa piena realizzazione e felicità temporale ed eterna.

5. Ora, conoscendo la vostra affettuosa devozione alla Madre di Dio, affido voi e tutti i vostri connazionali alla materna protezione di colei, che voi nelle vostre famiglie e in tanti santuari invocate sotto il titolo di Ausiliatrice e Regina.

A voi qui presenti, ai vostri cari, specialmente ai malati e sofferenti, ai giovani, a tutto il popolo sloveno imparto di cuore la mia Apostolica Benedizione.



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