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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI DOCENTI E AGLI ALUNNI
DEL SEMINARIO REGIONALE DI CHIETI

Venerdì, 22 giugno 1984

 

Cari superiori, docenti e alunni del seminario regionale d’Abruzzo e Molise!

1. Ringrazio innanzitutto monsignor Vincenzo Fagiolo per le parole con le quali ha voluto presentarmi la comunità del seminario regionale di Chieti.

Questo incontro mi richiama alla memoria le visite pastorali da me compiute alle vostre regioni, abitate da un popolo - secondo un detto proverbiale - “forte e gentile”: ricordo la mia visita a L’Aquila, per commemorare il VI centenario della nascita di san Bernardino da Siena; e la mia visita compiuta a San Salvo e a Termoli, in occasione della festività di san Giuseppe lavoratore, nello scorso anno.

Saluto tutti con effusione d’affetto: monsignor rettore, docenti e alunni, sacerdoti, religiosi, religiose e collaboratori.

2. Voi sapete bene quanto mi stia a cuore la promozione di buone e sante vocazioni nel popolo di Dio, e in special modo le vocazioni sacerdotali. Uno degli scopi principali del Concilio è stato proprio quello di approfondire e di dar nuovo vigore alla missione del sacerdote nel mondo moderno. In tal senso, il Vaticano II non ha fatto che riprendere quello zelo per la formazione di retti e santi sacerdoti che, come è risaputo, fu una delle maggiori preoccupazioni del mio venerato predecessore san Pio X - fondatore del vostro seminario - e uno dei titoli più importanti della sua feconda ed efficace azione pastorale.

Da questo potete rendervi ben conto come il doloroso calo di vocazioni, avvenuto in questi anni, ha operato nel senso del tutto contrario ai veri scopi e alle vere attese del Concilio. Il vostro seminario ha risentito anch’esso della bufera, ma tuttavia, “fondato sulla roccia”, ha resistito bene, e oggi, nella fedeltà alle sorgenti perenni della parola di Dio, dona le prove della più consolante speranza, nell’attuazione dell’autentico rinnovamento conciliare. Non posso, per questo, che ringraziare il Signore e benedire con tutto il cuore l’opera che state portando avanti, nel fermo proposito di responsabile docilità alla guida della Chiesa.

3. Il lavoro che intendete proseguire e migliorare richiede un concorso unitario di forze e d’intenti. Il seminario dell’Abruzzo-Molise è l’espressione di tale sforzo collegiale e organico e, come tale, non può non avere tutto il mio caldo appoggio e la mia fervente raccomandazione. Questa istituzione di san Pio X, nella sua struttura regionale, è oggi più che mai attuale e riveste un’importanza fondamentale: l’intera compagine della Chiesa abruzzo-molisana deve sentirsi coinvolta e compartecipe nel sostenere e nell’aiutare con ogni mezzo il suo seminario, in uno spirito di fraterna e costruttiva collaborazione tra tutti gli operatori di tale venerabile e benemerito istituto, ciascuno secondo le proprie funzioni e responsabilità.

Occorrerà in modo particolare mantenere sempre presente la necessità che al seminario sia garantito un corpo insegnante culturalmente preparato e spiritualmente zelante, profondamente conscio delle proprie responsabilità, e capace quindi di promuovere negli alunni quell’educazione integrale della persona e quella preparazione al sacerdozio, che sappiano unire strettamente la sete per il sapere e la fedeltà al magistero della Chiesa con un’intensa vita di pietà e una generosa dedizione al prossimo. Tutte le virtù del futuro sacerdote e pastore di anime devono poter essere formate e sviluppate contemporaneamente nel loro vicendevole e armonioso collegamento, onde evitare lacune, squilibri, scompensi e ritardi.

4. La ripresa vocazionale alla quale stiamo assistendo dà molto bene a sperare, ma occorre mantenersi forti e vigilanti, contro i ricorrenti pericoli e le tentazioni di un certo falso rinnovamento secolaristico, che in realtà non rinnova ma distrugge. L’arma più importante contro i rischi di questo genere, resta sempre una sola: la preghiera fervorosa e perseverante, che nasce da un cuore puro e da una coscienza retta. Ricordiamoci sempre di questo principio, fratelli carissimi: nessun valore soprannaturale si sostiene, si protegge e si promuove, se non con mezzi soprannaturali. E il sacerdozio si trova in modo eminente a far parte di queste realtà soprannaturali. Ecco perché, al di là di tutti i mezzi e gli espedienti umani, pur sempre utili e necessari, un seminario, per reggersi e sostenersi, ha bisogno più di altre istituzioni di preghiere e sacrifici offerti da anime rettamente intenzionate e sinceramente attaccate alla volontà del Signore.

Nell’augurare a tutti voi un fecondo cammino sulle vie del Signore in un servizio sempre più generoso ai suoi sapientissimi disegni, secondo i compiti ad ognuno affidati, desidero assicurarvi della mia costante preghiera al Signore e alla Vergine santissima, perché, sostenuti dai doni celesti, sappiate sempre guardare ai fratelli con lo stesso sguardo misericordioso di Cristo.

Con questi voti nel cuore imparto a ciascuno di voi una speciale benedizione apostolica, che desidero estendere a tutte le brave popolazioni d’Abruzzo e del Molise.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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