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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI SCIENZIATI PARTECIPANTI AL IV SIMPOSIO INTERNAZIONALE SUL RISCALDAMENTO NEI PLASMI TOROIDALI

Sala Clementina - Lunedì, 26 marzo 1984

 

Cari amici.

Desidero rivolgere un cordiale benvenuto a tutti voi che partecipate al IV Simposio sul riscaldamento nei plasmi toroidali, organizzato congiuntamente dall’Ente nazionale per l’energia atomica e alternativa e dalla Scuola internazionale dei fisici del plasma. Rivolgo un saluto particolare al vostro presidente e ai suoi collaboratori che hanno promosso questo incontro.

Le ricerche scientifiche che voi svolgete, individualmente, nei vostri rispettivi centri di ricerca o, insieme, come in questi incontri che voi dedicate in particolar modo all’approfondimento della conoscenza teorica e alla valutazione pratica degli esperimenti di riscaldamento e che sono parte della fusione termonucleare controllata, sono finalizzate alla scoperta di un’importante fonte di energia per lo sviluppo dell’universo.

In questa impresa la Chiesa vi segue con attento interesse. Essa è conscia che il vostro complesso e delicato lavoro comporta la considerazione di alcuni fondamentali principi etici che toccano il futuro dell’umanità, il suo benessere, la sua sicurezza.

La vostra attività ha ripercussioni al di fuori delle diverse nazioni che sostengono la ricerca. Siete chiamati a fornire un esempio di valida collaborazione internazionale tra i popoli della terra. Per sua stessa natura il vostro lavoro si proietta verso un futuro pacifico e verso lo sviluppo armonioso e fraterno dell’uomo, di ogni singolo essere umano, perché è alla persona umana che i vostri sforzi, i vostri studi, le vostre ricerche devono essere rivolti.

Mediante i vostri esperimenti sul riscaldamento, voi penetrate i profondi misteri del mondo fisico e le sue proprietà e potenzialità. Nelle ricerche scientifiche la Chiesa cattolica vede il compimento della volontà del Creatore dell’universo, che ha affidato all’uomo la terra. Quale Signore della vita, Dio dice all’uomo di avere il dominio sulle forze della terra e di sottomettere il mondo (Gen 1, 26-28), di continuare nei secoli la sua opera di creazione. La vostra ricerca può davvero avere una grande importanza per il futuro dell’umanità, perché, come voi sottolineate, la qualità dell’ambiente e della vita, la produzione di cibo e, in alcuni casi, la sopravvivenza stessa dell’uomo, dipende dall’ampia disponibilità di energia sufficiente.

La Chiesa, fedele custode del messaggio di Cristo, è pienamente cosciente del significato universale della sua parola, che per tutti i credenti è la norma suprema di comportamento e modello di vita. Per questa ragione essa proclama instancabilmente il pieno rispetto della persona umana e l’indiscutibile primato dell’uomo sulle cose che, essendo strumenti, devono essere a lui soggette.

Il riconoscimento della dignità della persona umana è stato uno dei temi principali su cui la Chiesa ha riflettuto durante questo Anno Santo della Redenzione. Affido alla vostra riflessione questa convinzione, cui i cristiani rendono testimonianza con la loro fede religiosa, e anche le ansie connesse alla natura precaria e alla fragilità dell’autentico sviluppo scientifico finalizzato al bene degli uomini d’oggi e delle future generazioni.

Esprimo a ciascuno di voi e a tutti gli uomini della ricerca scientifica le mie speranze per un vero progresso e per la pace e invoco su tutti voi abbondanti benedizioni divine.

 

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