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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI ATLETI ITALIANI PREMIATI NELLE
ULTIME OLIMPIADI DI LOS ANGELES

Sala del Concistoro - Sabato, 24 novembre 1984

 

Carissimi atleti olimpionici.

1. Vi sono grato per questa visita che avete voluto rendermi, in occasione del vostro incontro a Roma, promosso dagli amministratori della Regione Lazio. Saluto tutti e ciascuno: dirigenti e atleti! Ringrazio monsignor Emanuele Clarizio per le cordiali parole che, interpretando i sentimenti dei presenti, ha voluto testé rivolgermi.

A pochi mesi dagli splendidi primati che voi avete conseguito nei Giochi olimpici di Los Angeles, suscitando il giusto orgoglio non solo degli ambienti sportivi, ma dell’intera nazione italiana, che ha seguito con entusiasmo i vostri successi, mi offrite la bella occasione di esprimervi le mie congratulazioni e i miei rallegramenti per la valentia da voi dimostrata in quelle competizioni e per il numero delle medaglie, con le quali sono state coronate le vostre prestazioni agonistiche. Aggiungo inoltre fervidi auguri per ulteriori affermazioni nella vostra esaltante attività sportiva.

2. Mentre vi esprimo il mio sincero ringraziamento per questo gesto di cortesia, permettetemi di rivolgervi, in questo breve incontro, alcune considerazioni che vi aiutino a vivere in profondità il vostro impegno così entusiasmante, ma anche così arduo. Voi ben sapete che lo sport, in tutte le sue espressioni, prima ancora di essere manifestazione agonistica, è tensione morale. Esige una carica ideale. Lo sport rischia di degradare l’uomo, se non è basato e sorretto dalle virtù umane della lealtà, della generosità e del rispetto delle leggi del gioco, oltre che del giocatore. Virtù, queste, che ben si armonizzano con lo spirito cristiano, perché esigono capacità di dominio di se stessi, abnegazione, sacrificio, umiltà e quindi atteggiamento di gratitudine verso Dio, che è datore di ogni bene, e quindi anche delle necessarie doti fisiche e intellettuali. Lo sport non è semplice esercizio di muscoli, ma scuola di valori morali e di educazione al coraggio, alla tenacia e al superamento della pigrizia e della trascuratezza; è inoltre antidoto alla mollezza, allo scoraggiamento e avvilimento nella sconfitta. Non c’è dubbio che questi valori siano in sommo interesse per la formazione di una personalità, che considera lo sport non fine a se stesso, ma come mezzo di totale e armonico sviluppo fisico, morale e sociale.

3. La vostra professione di atleti vi offre, tra le altre, anche la possibilità di migliorare le condizioni spirituali della vostra persona. Chiamati, come siete, ad esercitare spesso le vostre competizioni in mezzo alla natura, tra le meraviglie dei monti, dei mari, dei campi e dei nevai, voi siete posti nelle condizioni migliori per avvertire il valore delle cose semplici e immediate, il richiamo alla bontà, l’insoddisfazione della propria pochezza e per meditare sui valori autentici, che sono al fondo della vita umana.

Anche la disciplina, necessaria per condurre le prestazioni sportive, può considerarsi un presupposto per l’elevazione spirituale; infatti essa crea un certo tipo di controllo personale, di cui ogni passo verso la perfezione ha assoluto bisogno. Dice l’apostolo Paolo a questo riguardo: “Ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria” (1 Cor 9, 25-26). Con queste parole san Paolo inculca la necessità non solo di una ginnastica dei muscoli, ma anche di una ginnastica dello spirito mediante l’esercizio delle virtù cardinali, cioè prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, e di quelle teologali, cioè fede, speranza e carità.

Carissimi giovani, se farete tutto questo, non solo sarete eccellenti atleti, ma anche buoni cristiani e cittadini esemplari, che sanno testimoniare un certo stile di vita sia sui campi da gioco, sia negli ambienti, ancor più impegnativi, della propria famiglia e della società.

A questo scopo, invoco su di voi copiosi favori celesti, mentre di tutto cuore vi imparto la benedizione apostolica che estendo ai vostri cari.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 


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