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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI GIUNTI A ROMA PER LA BEATIFICAZIONE
DI PAOLINA MALLINCKRODT E CATERINA TROIANI

Lunedì, 15 aprile 1985

 

Carissime suore francescane missionarie e cari pellegrini!

1. Da tanto tempo attendevate la commovente cerimonia di ieri, la beatificazione di Madre Maria Caterina Troiani, Fondatrice della vostra benemerita congregazione.

Mi unisco alla vostra gioia e al ringraziamento che elevate al Signore, perché ha ricolmato di tante grazie e favori suor Maria Caterina e ha voluto la sua glorificazione ufficiale, per l’onore della Chiesa e della Congregazione da Lei fondata e per il vantaggio delle anime.

Porgendo il mio cordiale saluto alla Superiora Generale, al Consiglio e alle singole Religiose, come pure ai pellegrini qui convenuti da tante regioni e Nazioni, desidero esprimere il mio compiacimento per la meravigliosa espansione in tutto il mondo delle Suore Francescane Missionarie, che da quel lontano e umile inizio al Cairo d’Egitto, ove la Fondatrice giunse nel 1859, sono ora presenti in tanti luoghi, con l’unico intento del totale amore a Cristo e della carità verso i fratelli, sul suo esempio intrepido e generoso. Anche di questa splendida fioritura e del bene che avete potuto compiere, ringraziamo il Signore, chiedendo a Lui, per l’intercessione della nuova beata e con la protezione del Cuore Immacolato di Maria, il dono prezioso della perseveranza nel fervore spirituale e nella donazione alla carità, con l’incremento di sempre nuove e ardenti vocazioni.

2. Quale messaggio si può ricavare dall’insegnamento e dall’esempio della nuova Beata?

Voi conoscete la vita di Madre Maria Caterina e potete convenire che veramente essa fu la “donna forte e amorevole” della Scrittura, tanto che giustamente veniva chiamata dai cristiani e dai musulmani “Madre Bianca” per la sua bontà e per il suo coraggio nel soccorrere i bisognosi, particolarmente le fanciulle, i neonati esposti e abbandonati, i sofferenti, i poveri. Ma voi sapete che, per realizzare questo suo ideale di carità e di testimonianza missionaria, dovette affrontare difficoltà, opposizioni, contrasti, avversioni, complicazioni sia in campo civile che religioso. Nulla però e nessuno mai la poté fermare, perché, sicura della chiamata di Dio e sempre in pieno accordo con le legittime Autorità ecclesiastiche, sentiva appassionatamente il bisogno di amare i fratelli in nome di Dio, e di annunziare e testimoniare loro il Vangelo con assoluta dedizione. Si legge nella sua biografia che quando le prime sei suore francescane, partite dal Monastero di Santa Chiara in Ferentino alla volta del Cairo per iniziare la missione, fecero scalo a Malta, giunse loro la dolorosa notizia della morte del vicario apostolico dell’Egitto, Monsignor Perpetuo Guasco, il quale le aveva colà chiamate. Ci fu tra le suore un momento di sconcerto e di smarrimento, con il proposito di ritornare in Patria. Ma suor Maria Caterina, forte e risoluta nell’effettuare la volontà di Dio, disse loro: “Coraggio sorelle! Ci siamo staccate dalla terra e ci troviamo tra cielo e mare; ma non temiamo, perché è l’Altissimo che ci guida. Abbiamo perduto un padre sulla terra, ma abbiamo il Padre del cielo che non ci abbandona mai. Coraggio! Avanti”. E proseguirono il viaggio. Quelle parole così emblematiche si possono dire il costante programma della vita della nuova Beata; e devono esserlo anche per noi.

Madre Maria Caterina Troiani ci ricorda l’affermazione di Gesù: “Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Giunta dall’Italia in terra d’Egitto, essa si lasciò completamente macerare dall’ansia apostolica unendo insieme l’amore alla preghiera e alla contemplazione, proprio delle claustrali, da cui proveniva; lo spirito francescano di umanità e di sensibilità fraterna, tipico del santo di Assisi; e il coraggio intrepido, che è caratteristica del missionario, non arrestandosi di fronte a nessuna difficoltà. E così dev’essere anche per noi, per tutta la Chiesa, per ogni singolo cristiano: se si vuole portare frutti di carità, di testimonianza, di conversione, di grazia, di santità, bisogna morire, e cioè bisogna vincere se stessi, bisogna lottare contro il proprio egoismo e le proprie passioni, bisogna accettare la sofferenza redentrice e salvatrice della propria croce quotidiana, dell’immolazione nel proprio dovere.

3. Carissime suore e diletti pellegrini!

Oggi l’umanità ha un estremo bisogno di testimonianza convinta e coraggiosa; oggi il mondo chiede ai cristiani il coraggio della fede! La Beata Maria Caterina Troiani con l’eloquenza della sua vita ci indica la strada e ci aiuta con la sua intercessione. Il Cuore Immacolato di Maria partecipi a voi tutti la fermezza della sua fede, la sua ansia apostolica, l’ardore della sua carità!

E vi accompagni anche la mia Benedizione, che ora di gran cuore vi imparto e che estendo con affetto a tutte le Suore Francescane Missionarie sparse nel mondo.

 

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