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VIAGGIO APOSTOLICO IN TOGO, COSTA D'AVORIO II, CAMERUN I,
REPUBBLICA CENTRO-AFRICANA, ZAIRE II, KENYA II, MAROCCO

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto Internazionale di Lomé-Tokoin (Togo)
Giovedì, 8 agosto 1985

 

Signor Presidente,
Cari Fratelli nell’episcopato,
Cari Fratelli e Sorelle, cari amici.

1. La mia gioia è grande e ringrazio il Signore di trovarmi, oggi, accolto nel Togo! Accolto calorosamente, come sa farlo questo popolo ospitale! Lo so che avete una certa impazienza di vedere il Papa da voi, dopo la sua visita ai due paesi vicini del Ghana e del Benin, e a parecchie altre comunità africane. Anch’io ero impaziente di incontrarvi.

Oggi, siete il primo paese che visito durante questo mio terzo viaggio in Africa. Esso mi condurrà in sei altre nazioni africane e in particolare nel Kenya dove mi assocerò - con fratelli e sorelle cattolici del mondo intero - al culto che rendiamo a Cristo, presente nel santo sacramento dell’Eucaristia. È lui che è il capo invisibile della Chiesa. È lui che noi adoriamo, che noi seguiamo, che noi serviamo in tutti i nostri fratelli umani.

La tappa nel Togo inaugura questo grande periplo missionario. E mi rallegro di passare due giorni con voi.

2. Lo devo agli inviti convergenti di sua eccellenza il presidente della Repubblica e della Conferenza episcopale. Sì, Signor Presidente, lei ha manifestato la sua disponibilità a ricevermi fin dal momento in cui ha incontrato il primo pro nunzio apostolico presso il Togo, nel gennaio 1983. La ringrazio per questo amabile invito, che lei ha rinnovato più volte, e sono commosso per l’accoglienza che mi ha preparato oggi, della fiducia che mi dimostra, e di tutte le disposizioni prese per assicurare il buono svolgimento di questo viaggio in parecchi luoghi del suo Paese, da sud a nord.

I vescovi, a più riprese, specialmente tramite Monsignor Robert Casimir Dosseh Anyron, mi avevano espresso il desiderio di questa visita pastorale, in occasione della loro venuta a Roma.

3. Il vostro Paese ha raggiunto l’indipendenza civile venticinque anni fa. Era una tappa importante, impegnativa ma necessaria, per assumere il suo destino e per svolgere il suo ruolo sul piano internazionale. Ma io non dimentico che è l’erede di dinastie prestigiose notevolmente strutturate, risalenti almeno a quattro o cinque secoli. Il vostro passato è tessuto di gloria e anche di sofferenze. Voi non volete perdere il beneficio della saggezza della vostra cultura ancestrale e, d’altra parte, non volete mancare nemmeno alle possibilità di sviluppo che vi offre il mondo moderno.

La città di Lomé si è giustamente resa celebre ospitando numerose riunioni regionali e internazionali. Il suo nome è diventato il simbolo dell’incontro Nord-Sud, tra i Paesi industrializzati della Comunità europea e i Paesi africani. So che sto visitando un popolo dalla religiosità molto spontanea, un popolo formato da molti giovani avidi d’imparare, un popolo di persone che lavorano spesso con mezzi poveri.

Succedendo all’Apostolo Pietro, che era stato scelto da Gesù tra i pescatori di Galilea per essere il Pastore della sua Chiesa, sono lieto di trovarmi tra di voi.

4. La mia visita pastorale si rivolge prima di tutto a coloro che condividono pienamente la mia fede cattolica. Ho baciato la terra del vostro Paese. Tutta la terra è di Dio, e tutta la terra è bella, perché è popolata da uomini creati a immagine di Dio, e in qualche modo è santa, poiché Dio stabilì la sua santa alleanza con questi uomini.

Io realizzo oggi un pellegrinaggio su questa terra che ha ricevuto il Vangelo. Rifaccio, in condizioni facili e agevoli, il tentativo umile e coraggioso dei primi cinque missionari della Società del Verbo Divino, inviati dal beato Arnold Janssen, loro fondatore, il 27 agosto 1892. A partire da essi e da molti altri discepoli di Cristo, uomini e donne, la parola di Dio si è diffusa qui, è stata accolta, ha prodotto i suoi frutti. E oggi, meno di cento anni dopo, vengo ad ammirare i frutti di questa evangelizzazione. Trovo una comunità cattolica africana, forte in numero e in vitalità. Dio sia lodato!

5. Fu Papa Leone XIII che, nel 1887, chiese alla Società del Verbo Divino d’iniziare questa evangelizzazione, e fu la Santa Sede che, cinque anni più tardi, stabilì la prefettura apostolica del Togo. Il successore di Pietro non può rimanere indifferente quando un Paese intero non ha avuto la grazia di ascoltare la novella di Gesù, per potervi aderire liberamente.

Oggi, il Vescovo di Roma vi rende visita, come Pietro e Paolo visitavano le prime comunità cristiane, dove a volte non avevano né seminato né annaffiato. Cari Fratelli e Sorelle, vengo a ricevere la testimonianza della vostra Chiesa, a pregare con voi, a rafforzare la vostra fede e a stringere i vostri legami con la Chiesa universale. Secondo il tema delle vostre riunioni preparatorie, vi offro l’occasione di “fare Chiesa con Pietro” .

Le Chiese in Africa, particolarmente giovani, arrivano ad uno stadio in cui la loro fede deve maturare e portare dei frutti autenticamente africani e autenticamente cristiani. Noi approfondiremo questo problema.

6. In questo Paese, incontro pure dei fratelli protestanti che hanno dato anch’essi la loro fede nel Cristo Salvatore. Incontro degli adoratori dell’Onnipotente e misericordioso, secondo la religione musulmana. Incontro una grande numero di persone che esprimono il loro sentimento religioso nell’ambito delle religioni tradizionali. Io le saluto tutte di gran cuore. Cari amici, il Papa viene a voi prima di tutto come un uomo religioso, un servo di Gesù Cristo; viene a voi con auguri di pace, sperando di promuovere in questo Paese la dedizione al Dio vivente e l’amore fraterno che è la sua legge.

Dio benedica il mio ministero in mezzo a voi! Benedica ciascuno di voi, secondo i vostri bisogni. Che benedica questo caro paese del Togo!

 



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