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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PERSONALE DEL SERVIZIO EDILIZIA DEL GOVERNATORATO

Lunedì, 23 dicembre 1985

 

Signor cardinale,
carissimi nel Signore!

1. La lieta ricorrenza del santo Natale offre l’occasione di quest’incontro familiare e affettuoso. Con grande gioia vi accolgo in questa udienza speciale per lo scambio vicendevole degli auguri natalizi.

Voi lavorate nel settore dell’edilizia, alle dipendenze della Direzione dei servizi tecnici del Governatorato e contribuite così al bene della Città del Vaticano, impiegando la vostra perizia e la vostra fatica per la manutenzione e il restauro dei vari edifici e per la degna accoglienza di quanti da varie parti del mondo convengono qui, al centro della cattolicità.

Sono vicino alle vostre situazioni e alle vostre aspirazioni, e vi sono molto riconoscente per l’opera che prestate: il vostro lavoro è un servizio, anche se indiretto, al Papa; con esso collaborate per il vantaggio dell’organismo salvifico, che è la Chiesa. Questo vi sia di stimolo ad agire anche con intenti spirituali e religiosi.

Il lavoro che svolgete con tanta dedizione - come ho detto nel Documento circa il significato del lavoro prestato alla Sede apostolica - comporta una sensibilità e una responsabilità ecclesiale, da vivere in spirito di autentica fede e richiede un reciproco rispetto basato sulla fratellanza umana e cristiana, da parte di tutti e per tutti coloro che vi attendono (cf. Giovanni Paolo II, Epistula Em.mo P. D. Augustino S.R.E. Presbytero Cardinali Casaroli, a publicis Ecclesiae negotiis, missa, 5, 20 novembre 1982: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, V/3 [1982] 1427 s.).

2. Sono particolarmente lieto di vedere e di salutare le vostre famiglie, e le assicuro che sono anch’esse presenti nel mio cuore, perché condivido e comprendo le loro necessità, i loro problemi, le loro speranze e le loro gioie.

A tutti porgo i miei più cordiali voti di un sereno Natale.

La solennità del santo Natale ci fa meditare sulla infinita, amorevole misericordia di Dio Padre che “per noi uomini e per la nostra salvezza” realizza il suo progetto eterno: l’incarnazione, nel tempo, del suo Figlio Unigenito, il quale si fa uomo nel grembo purissimo di Maria santissima.

Tutto questo è un invito alla gioia interiore, alla preghiera intensa.

La fine dell’anno civile e l’inizio del nuovo anno ci spingono a riflettere sul significato autentico della nostra vicenda terrena, scandita, sì, dal ritmo del tempo che passa, ma aperta alla speranza del futuro, che è cammino e tensione verso la formazione e la partecipazione della famiglia di Dio nella gioia eterna.

Auguro a voi tutti che, in questi giorni, la gioia cristiana inondi i vostri cuori e le vostre case: la “grande gioia” promessa e annunciata dall’angelo ai pastori di Betlemme, che vegliano di notte facendo la guardia al loro gregge, perché era nato il Salvatore (cf. Lc 2, 8-13).

Che Gesù, Verbo di Dio fatto carne, porti a voi, alle vostre mogli, ai vostri figli, ai vostri congiunti i doni della pace, della serenità, della prosperità, della grazia, di modo che le vostre case e le vostre famiglie, illuminate e confortate dalla luce della fede, siano - come ha auspicato il Concilio Vaticano II - delle vere e proprie “Chiese domestiche” (cf. Lumen gentium, 11; Apostolicam actuositatem, 11), in particolare mediante il vostro vicendevole affetto e la preghiera in comune.

Vi accompagni la mia benedizione.

 

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