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VISITA PASTORALE IN ABRUZZO

SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CITTADINI DI TERAMO 

Domenica, 30 giugno 1985

 

Signor Ministro,
Signor Sindaco,
Cari cittadini di Teramo e di Atri.

1. Nell’esprimere la mia particolare emozione per la visita odierna a questa antica città di Teramo, saluto in primo luogo Lei, Signor Ministro, e Lei, Signor Sindaco, per le deferenti parole di benvenuto testé rivoltemi a nome anche dell’intera cittadinanza.

Saluto cordialmente le Autorità qui presenti, e ringrazio quanti hanno prestato la loro attività collaborazione nella preparazione di questa visita.

Saluto tutti voi, cari Fratelli e Sorelle. Vi sono grato per la festosa e calorosa accoglienza e per l’affetto che in modo così evidente mi manifestate, anche a nome di tutte le popolazioni abruzzesi, oggi qui significativamente rappresentate.

Questa mia visita vuol essere anzitutto viva espressione della mia vicinanza a voi, cari Termani, e ai vostri problemi sociali ed esistenziali; vuole essere un segno di incoraggiamento e di conforto a ben continuare nell’impegno che questa Regione sta portando avanti per migliorare la qualità della vita e per superare definitivamente le conseguenze di certi ritardi nello sviluppo economico e sociale che ancora si fanno sentire tra gli strati più umili della popolazione Abruzzese.

2. Ma questa mia visita vuol essere anche una manifestazione di gioia, resa grande dal fatto che chi ci ha convocati è Cristo presente in mezzo a noi e presente soprattutto nell’Eucaristia. Attorno a Lui vi esorto a stringervi con grande amore, per rinsaldare la vita di fede e per compiere nel suo nome mature opere che “siano espressione originaria e creativa della fecondità dell’amore cristiano” (Giovanni Paolo II, Allocutio in urbe “Loreto” habita, 11 aprile 1985).

La maturità cristiana viene raggiunta quando la legge nuova e fondamentale della carità, quale il Santissimo Sacramento significa e produce, diventa norma quotidiana del pensare e dell’agire, in modo che nel mondo e nella storia operi salvificamente la morte e la risurrezione di Cristo.

Così facendo continuerete a vivere la vostra religiosità autenticamente cattolica e schiettamente popolare, che affonda le sue radici nella predicazione della Buona Novella fin dai tempi apostolici. In pari tempo, sarete profondamente uniti alla vita e al lavoro dei fratelli, offrendo loro una genuina e piena testimonianza della carità di Gesù.

Il compito del cristiano nel mondo non è riducibile alla sola collaborazione per il progresso e il benessere materiale. Consiste nel promuovere la dignità, i diritti, l’unione degli uomini, sulla base delle verità religiose e morali, che Cristo ha insegnato con le opere e parole. In tal modo gli uomini vengono aiutati a “raggiungere la salvezza attraverso la carità verso Dio e verso il prossimo; comincia allora a risplendere il mistero del Cristo, in cui appare l’uomo nuovo, creato a immagine di Dio, e in cui si rivela la carità di Dio” (Ad gentes, 12).

3. Tale amore ha caratteristiche stupende. La prima è l’agape, che accetta la morte sulla croce per i fratelli e rivela, in modo profondo e vertiginoso, il volto del Padre: “Quando ancora eravamo privi di forza, Cristo, nel tempo stabilito, è morto per gli empi. È raro il caso che uno voglia morire per un giusto; tuttavia qualcuno forse accetterebbe di morire per un uomo dabbene. Ma Dio dà prova del suo amore verso di noi, proprio in questo, che mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5, 6-8).

La seconda è che questo amore è per tutti. I Vangeli delineano molte volte l’orizzonte universale dell’amore di Dio, rivelato da Cristo particolarmente agli ultimi, ai poveri, come, per esempio, nelle parabole del Buon Samaritano, della pecorella smarrita, degli operai dell’undicesima ora.

4. Tornando, al termine di questa giornata, alle vostre case e alle vostre occupazioni quotidiane, siate testimoni di questo incontro. Conservatelo nel cuore come una grazia, la quale vi aiuti a mantenervi nella fede e negli impegni di vita cristiana, che avete attinto dalla ricchezza del Congresso Eucaristico diocesano, di cui oggi celebriamo la solenne conclusione.

La Beata Vergine Maria, alla quale sono dedicati molti santuari di questa devota terra e, in particolare, la Chiesa Cattedrale di Teramo, vi aiuti nel desiderio di incontrare Dio nella vita e nell’eternità, vi protegga e vi conforti. Mantenete viva la devozione alla Madonna. A lei ricorrete con fiducia, perché doni ai vostri cuori la forza della verità, la dolcezza della carità, la serenità della speranza.

La mia Benedizione sia pegno degli auspicati doni della concordia, della prosperità e della pace.



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