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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELL’UNIONE DELL’APOSTOLATO CATTOLICO
DI SAN VINCENZO PALLOTTI

Sabato, 2 novembre 1985

 

Cari fratelli e sorelle, membri dell’Unione dell’Apostolato cattolico!

1. A voi il mio saluto cordiale! Provenienti da dodici Paesi e cinque Continenti siete venuti qui, nel cuore della cattolicità, come pellegrini per rinnovare la vostra fede, per pregare sulla tomba di San Pietro e per incontrare il suo successore.

Siete venuti anche per pregare davanti alla tomba di San Vincenzo Pallotti nella chiesa di San Salvatore in Onda, per essere ricolmi del suo ardente spirito apostolico. In ogni parte del mondo in cui la famiglia pallottina è presente, si sono celebrati i 150 anni della fondazione dell’Opera di San Vincenzo Pallotti; ma è qui a Roma, città dei Principi degli apostoli, che questa celebrazione giubilare trova la sua massima espressione. Con sentimenti di riconoscenza guardate indietro a questi 150 anni che Dio ha benedetto; il vostro Fondatore, San Vincenzo Pallotti, attraverso l’Opera da lui istituita, ha riunito molti fedeli. L’Unione dell’Apostolato cattolico riunisce in sé sacerdoti, fratelli e suore, laici sposati e non sposati; tutti traggono vita dalla forza del Vangelo e, fedeli alla Chiesa secondo l’esempio del loro Fondatore, operano per essa.

2. San Vincenzo Pallotti ha tanto amato la Chiesa e l’ha servita fino all’ultima ora della sua vita. Come uomo e sacerdote di profonda fede e di incessante impegno, era convinto che nella Chiesa risplende l’Amore infinito di Dio rivelato in Gesù Cristo. Spesso il Santo descrive la Chiesa come segno di salvezza per questo nostro mondo e come il luogo dove Dio riversa per gli uomini la sua misericordia. Dall’amore infinito di Dio è nata la Chiesa come segno visibile della sua bontà. Per questo la missione della Chiesa è diffondere l’Amore che salva e tutti i fedeli sono chiamati a cooperare nell’adempimento di questa missione.

Ecco perché i membri dell’Opera di San Vincenzo Pallotti amano e servono la Chiesa, così che essa si manifesti “come città collocata sopra un monte” (Mt 5, 14). Anche voi, fratelli e sorelle, amate dunque la Chiesa nel cammino di questo nostro tempo: essa è da alcuni contestata, incompresa e perseguitata e tuttavia essa arde del fuoco dell’amore per Gesù Cristo, nostro Signore.

3. Das Zweite Vatikanische Konzil hat in treuer Forführung der Theologie der Väter die ”Kirche als das umfassende Sakrament des Heiles für die Welt dargestellt Auferstanden von den Toten, hat er seinen lebendigmachenden Geist den Jüngern mitgeteilt und durch ihn seinen Leib, die Kirche, zum allumfassenden Heilssakrament gemacht“, so lehrt das Konzil. In der Kirche lebt und wirkt also der Kirche lebt und wirkt also der gekreuzigte und auferstandene Herr, durch den allein die Kirche die Kraft zur Verkündigung der Frohen Botschaft erhält und der ihr in seiner Liebe den Heiligen Geist mitgeteilt hat. Er, der Geist Jesu Christ, festigt die Kirche durch alle Jahrhunderte in der Treue zu ihrem Herrn und Haupt und entzündet in ihr die Liebe zu Gott und den Menschen.

Deshalb darf die Kirche auch nicht nach Art weltlicher Gesellschaftsformen, wie zum Beispiel nach demokratischen Denkmodellen, beurteilt werden. Gewiß gründet sie im Zeitlichen und Geschichtlichen, zu dessen Rettung sie ja berufen ist. Sie nimmt zwar teil am Wechsel der Geschichte: Sie leidet mit den Unterdrückten und Verfolgten; sie tritt ein für die Rettung der wahren menschlichen Werte. Ja, sie selbst wurde im Laufe der Geschichte bis in unsere Tage hinein bedroht, geknebelt und verfolgt, und sie muß immer wieder erneuert werden. Aber ihr tiefes Geheimnis tut sich nicht in der bloßen Betrachtung ihres geschichtlichen Weges kund: Ihr Mysterium gründet in Jesus Christus, der in ihr wirkt. Deshalb kann die Kirche die endgültige Zusage Gottes kundmachen: Gott will die Rettung und das Heil aller Menschen. Aus diesem Geheimnis der Kirche hat der heilige Vinzenz Pallotti gelebt, fest davon überzeugt, daß Gott im Sakrament des Heiles, das die Kirche ist, alle Nationen, Völker und Sprachen durch seinen Sohn Jesus Christus zum Vater heimholen will.

Folgt dem Beispiel eures Gründers und entdeckt das abgrundtiefe Geheimnis der Kirche. Folgt dem heiligen Vinzenz Pallotti, der seiner Gründung eine tiefe, ja kindliche Anhänglichkeit an die Kirche Jesu Christi eingepflanzt hat. Ja, der Heilige bekannte ausdrücklich seine Treue zum Nachfolger des heiligen Petrus, die er meinen verehrten Vorgängern Gregor XVI. und Pius IX. gegenüber vorbildlich gelebt hat. Ihnen hat er sein Werk anvertraut, und mit ihrem Segen wolte er das vereinte Apostolat von Priestern und Laien, von Schwestern, von Jungen und Alten, von Verheirateten und Alleinstehenden in der Vereinigung des Katholischen Apostolates fortführen. Mehr noch: Der heilige Vinzenz wollte seine Gründung gänzlich in den treuen Dienst der Kirche stellen. Deshalb gab er seine Vereinigung” gleichsam als Hilfskorps der Kirche“ unter die volle Abhängigkeit des Nachfolgers des heiligen Petrus. Ein ”Hilfskorps“ soll helfen, soll zu Diensten sein; alle seine Kräfte soll es einsetzen für die Sendung der Kirche in dieser Welt. Diese Einheit des Verstandes, des Willens und des Herzens mit der Kirche, vom heiligen Gründer der Vereinigung eingestiftet, bleibt für euch, liebe Brüder und Schwestern, eine täglich neue Aufgabe.

3. Il Concilio Vaticano II ha descritto la Chiesa, attenendosi fedelmente alla teologia dei Padri, come un sacramento di salvezza per tutto il mondo. Come ha sottolineato il Concilio: “Cristo risorto dai morti ha donato lo Spirito che dà vita ai suoi apostoli e attraverso di esso ha reso il suo corpo, la Chiesa, sacramento di salvezza per tutti” (Lumen gentium, 48). Nella Chiesa vive e opera il Signore crocifisso e risorto dal quale la Chiesa riceve la forza per l’annunzio della buona novella. Egli, nel suo amore, ha donato alla Chiesa lo Spirito Santo che la consolida per sempre nella fedeltà al suo Signore e capo e accende in lei l’amore a Dio e agli uomini.

Perciò la Chiesa non può essere giudicata allo stesso modo delle strutture sociali temporali, come per esempio secondo modelli di pensiero democratico. Certamente essa getta le fondamenta nello stesso ambito temporale e storico alla cui salvezza è chiamata. Prende parte al mutare della storia: soffre con gli oppressi e i perseguitati, difende i veri valori umani.

Essa stessa nel corso della storia e fino ai nostri giorni è stata perseguitata, minacciata e ostacolata e deve essere continuamente rinnovata. Ma il suo messaggio più profondo non si rivela a una semplice osservazione del suo cammino storico: il suo mistero si fonda su Gesù Cristo che opera in lei. Perciò la Chiesa può rendere noto il messaggio definitivo di Dio: egli vuole la salvezza di tutti gli uomini. San Vincenzo Pallotti ha vissuto di questo mistero della Chiesa, fortemente convinto che nel sacramento di salvezza, che è la Chiesa, Dio voglia condurre attraverso suo Figlio Gesù Cristo tutte le nazioni e i popoli di ogni lingua alla casa del Padre. Seguite l’esempio del vostro fondatore e scoprite l’enorme mistero della Chiesa. Seguite San Vincenzo Pallotti che impresse alla sua fondazione uno spirito di dipendenza dalla Chiesa di Cristo. Sì, il santo riconobbe espressamente la sua fedeltà al successore di San Pietro e la visse in modo esemplare nei confronti dei miei onorati predecessori Gregorio XVI e Pio IX. Affidò a loro la sua opera e con la loro benedizione volle portare avanti l’apostolato di preti e laici, di suore, di giovani e vecchi, di sposati e non, in unione con l’Apostolato cattolico.

E ancora: San Vincenzo volle mettere la sua fondazione interamente al fedele servizio della Chiesa. Così pose la sua congrega, quale “corpo aiutante della Chiesa” (OOCC, I, 6 s.), alla piena dipendenza del successore di Pietro (Ivi, 5). Un “corpo aiutante” deve servire e aiutare, deve impegnare tutte le sue forze per la missione della Chiesa in questo mondo. Questa unità dell’intelletto, della volontà e del cuore con la Chiesa, impressa dal santo alla sua fondazione, rimanga per voi, cari fratelli e sorelle, come un nuovo compito ogni giorno.

4. Dzieło świętego Wincentego Pallottiego, zatwierdzone przez mego Poprzednika, papieża Grzegorza XVI, w dniu 11 lipca 1835 roku, zmierza do ożywiania i rozwijania powszechnego apostolskiego powołania catego Ludu Bożego, tak aby wszyscy wierni, stosownie do swego stanu i na miarę sił, możliwości i warunków życiowych, coraz bardziej uczestniczyli w zbawianiu bliźnich i rozkrzewianiu wiary chrześcijañskiej w świecie. We wszystkich ochrczonych należy zatem budzić powołanie apostolskie i umacniać poczucie odpowiedzialności za zbawienie bliznich, a także zachęcać ich do szczerego włączania się w życie i działalność apostolską. Wszyscy chrzescijanie, zdaniem swiętego Wincentego, powinni przyczyniac się do wzrostu zarliwosci apostolskiej i misjonarskiej w Kosciele. Mówia,c o apostolacie i o swoim dziele, Święty często powtarzał słowa: “zjednoczyć”, “łączyć”, “zrzeszac”, “współpracować”. Rozumiał, że kapłani oraz osoby świeckie i zakonne winny zespalać swoje wysiłki apostolskie, aby jak najowocniej służyc Kościołowi. Stąd też założył Współnotę Kaplanów i Braci, będących animatorami Zjednoczenia Apostolstwa Katolickiego jako jego “część ośrodkowa i główna sprężyna działania”; założył Zgromadzenia Sióstr Apostolstwa Katolickiego, które współuczestniczą w zapewnieniu jedności i skuteczności apostolatu całego Zjednoczenia; wezwał osoby świeckie do współpracy w wypełnianiu zadañ apostolskich Zjednoczenia i do dawania żywego ewangelicznego świadectwa w świecie, w rodzinie i w miejscu pracy. Pragnął Święty, aby kapłanów, braci, siostry i osoby świeskie łączyła “święta więź scisłej jedności braterskiej”.

Zjednoczenie Apostolstwa Katolickiego skupia zatem różne powołania i rozliczne posługi: kapłanów i braci, którzy są animatorami i kierownikami; siostry, które poprzez życie poswięcone Bogu oddają się apostolstwu wsród młodziezy, ludzi podeszłych wiekiem i chorych, oraz prowadzą liczne dzieła dobroczynne; osoby świeckie, które są wezwane, by stać się wsród świata “solą ziemi”, Wszystkich zaś łączy miłość, ponieważ - zgodnie z myśłą Założyciela - “Milość praktykowana tak, jak ją przedstawia Apostoł w Pierwszym Liście do Koryntian, stanowi całą istotną treść Stowarzyszenia, i gdyby jej zabrakło, nie byłoby już w nim Apostolstwa Katolickiego”.

4. L’opera di San Vincenzo Pallotti, già esaltata dal mio predecessore papa Gregorio XVI l’11 luglio 1835, contribuisce a ravvivare e sviluppare l’universale vocazione apostolica del popolo di Dio, affinché tutti i fedeli, in conformità al proprio stato e in misura delle proprie forze, possibilità e condizioni di vita, si adoperino sempre di più per la salvezza del prossimo e per la diffusione della fede cristiana nel mondo.

Bisogna infatti risvegliare in tutti i battezzati la vocazione apostolica e fortificare il senso di responsabilità per la salvezza del prossimo, incoraggiando gli uomini a impegnarsi sinceramente nella vita e nell’azione apostolica. Tutti i cristiani, come dice San Vincenzo, devono contribuire alla crescita dell’ardore apostolico e missionario della Chiesa. Parlando dell’apostolato e della sua opera, il santo ripeteva spesso le parole: “unire”, “riunire”, “associare”, “collaborare”. Capiva che sacerdoti, laici e monaci devono unire i propri sforzi apostolici per servire la Chiesa al meglio. Così fondò la Comunità dei sacerdoti e dei monaci, animatori dell’Unione dell’Apostolato cattolico, come sua “parte locale e molla principale di azione”; fondò la Congregazione delle sorelle dell’Apostolato cattolico, che contribuiscono ad assicurare l’unità e l’efficacia dell’apostolato di tutta l’Unione; richiamava i laici a collaborare nella realizzazione dei compiti apostolici dell’Unione e a rendere una viva testimonianza evangelica nel mondo, in famiglia e sul posto di lavoro. Il santo desiderava che sacerdoti, monaci, suore e laici fossero uniti dal “sacro vincolo di una stretta unità fraterna” (Lettere, 527).

L’Unione dell’Apostolato cattolico raccoglie infatti diverse vocazioni e servizi differenti: i sacerdoti e i monaci, che sono gli animatori e responsabili; le suore, che con la loro vita consacrata a Dio si dedicano all’apostolato tra i giovani, gli anziani e gli ammalati e ad opere di misericordia; i laici, chiamati a diventare nel mondo il “sale della terra” (Mt 5, 13). E tutti sono uniti nell’amore, perché, come disse il fondatore: “la carità vissuta come lo descrive l’apostolo nella prima lettera ai Corinzi, costituisce lo spirito integrale, reale della Compagnia, e se dovesse mancare, non esisterebbe in essa nemmeno un apostolato cattolico” (OOCC, III, 137).

5. To his Institute Saint Vincent Pallotti gave as a model the imitation of Jesus, the Apostle of the Eternal Father. This is how he expressed himself: “We must imitate Jesus Christ, who is the Apostle of the Eternal Father, so the life of Jesus Christ which is his Apostolate must be the model of the Apostolate of each one”. In the plan of the work of Redemption, Jesus was sent by the Father to sawe the whole of humanity and to lead back to him all those who had strayed. Following in his footsteps, the members of the Union of the Catholic Apostolate, and in a special way the lay members, must be bearers of his message to the world. To be sent into the world, to be apostles for the world, is rooted in the invincible hope that Christ has conquered the world.

Christians therefore live in the midst of the world in a twofold dimension: they turn to the Lord in union with the entire Church in prayer, and in her and with her receive from the Lord the strength to reach out to humanity. In the same way Saint Vincent Pallotti wanted his children to base their apostolate on a deep communion with God, in order to be able to give a more authentic Christian witness to the world. He was absolutely convinced that the effectiveness of this witness would depend on the extent to which the life of Jesus Christ, the Apostle of the Eternal Father, is reflected in the members of the Union of the Catholic Apostolate. Christians who work in the world must be completely rooted in the life of Jesus: they must gain nourishment from the Eucharist, allow themselves to be purified regularly in the Sacrament of Penance, and draw strength from the word of God and from prayer. The following of Christ, the Apostle of the Eternal Father, as the Saint writes, is an “excellent means of sanctification”; but it is also much more: through the presence of the Lord himself and through the quest of the faithful for holiness, the Church becomes “the light of the world” and the “leaven”, and this promotes a “more human way of life even in this earthly society”. For this reason the Christian vocation is essentially apostolic. Only in this dimension of service to the Gospel will Christians find the fulness of their personal dignity and responsibility.

5. Al suo Istituto, San Vincenzo Pallotti diede come modello l’imitazione di Gesù, l’apostolo del Padre Eterno. Ecco come egli stesso si espresse: “Dobbiamo imitare Gesù Cristo, che è l’apostolo del Padre Eterno, così la vita di Gesù Cristo che è il suo apostolato dev’essere il modello dell’apostolato di ognuno” (OOCC, III, 143). Nel disegno dell’opera della Redenzione, Gesù fu mandato dal Padre per salvare tutta l’umanità e ricondurre a sé chi si era smarrito (cf. Mt 18, 11). Seguendo i suoi passi, i membri dell’Unione dell’Apostolato cattolico, in modo particolare i membri laici, devono essere i portatori del suo messaggio nel mondo. L’essere mandati nel mondo, l’essere apostoli per il mondo ha le sue radici nell’invincibile speranza che Cristo ha conquistato il mondo (cf. Gv 16, 33). I cristiani perciò vivono nel mondo con una duplice dimensione: essi si rivolgono al Signore in unità con tutta la Chiesa in preghiera, e in essa e con essa ricevono dal Signore la forza necessaria per estendersi a tutta l’umanità. Similmente, San Vincenzo Pallotti voleva che i suoi figli basassero il loro apostolato su di una profonda comunione con Dio, affinché fossero in grado di offrire al mondo un’autentica testimonianza cristiana. Egli era assolutamente convinto che l’efficacia di tale testimonianza sarebbe dipesa dal grado con cui la vita di Gesù Cristo, l’apostolo del Padre Eterno, si fosse riflessa nei membri dell’Unione dell’Apostolato cattolico (cf. V. Pallotti, Compendium Regulae, coll. I, 1). I cristiani che operano nel mondo debbono essere completamente radicati nella vita di Gesù: essi devono procurarsi il nutrimento dall’Eucaristia, permettere a se stessi di essere regolarmente purificati nel sacramento della Penitenza, e trarre energia dalla parola di Dio e dalla preghiera. La sequela di Cristo, l’apostolo del Padre Eterno, è, come scrive il santo, un “ottimo strumento di santificazione” (Ivi, coll. I, 35; cf. Lumen gentium, 41); ma è anche qualcosa di più: attraverso la presenza del Signore stesso e la ricerca della santità da parte del fedele, la Chiesa diventa “la luce del mondo” e il “lievito” (cf. Mt 13, 13; Lc 13, 21), e tutto ciò promuove un “modo di vivere più umano anche nella società terrena” (Lumen gentium, 40). Per questo motivo la vocazione cristiana è essenzialmente apostolica. Solo in questa dimensione di servizio al Vangelo, i cristiani troveranno la pienezza della loro dignità e responsabilità personale.

Per questo vi esorto, cari laici dell’Unione dell’apostolato cattolico, a rimanere uniti tra voi, con i sacerdoti, con i fratelli e con le suore; più ancora vi esorto a rimanere uniti a Nostro Signore e alla sua Chiesa, per poter essere testimoni della sua risurrezione e del suo amore per tutta l’umanità. Con questi voti vi imparto di cuore la mia benedizione apostolica.


Saluto dopo la recita del Santo Rosario, guidata dal Santo Padre, nel cortile di San Damaso

Herzlich grüße ich auch die Jugendlichen aus Deutschland, die zur Seligsprechung von Pater Brandsma nach Rom gekommen sind. Der neue Selige werde euch zum Vorbild und Führsprecher!

Vi ringrazio per questa bellissima fiaccolata. Essa ci porta alla memoria tutti i nostri carissimi defunti. Siamo vicini ai loro sepolcri, nei cimiteri di ogni parte del mondo e soprattutto qui a Roma e a loro abbiamo dedicato la nostra preghiera.



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