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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DEI FRATELLI MARISTI DELLE SCUOLE

Sabato, 26 ottobre 1985

 

Cari Fratelli.

1. In questo giorno, situato nel periodo finale del vostro capitolo generale, sono particolarmente felice di incontrarne i rappresentanti qualificati, radunati nel cuore stesso della cristianità per studiare le questioni relative al loro istituto e per mettere definitivamente a punto le loro costituzioni rinnovate secondo la richiesta del Concilio.

Desidero innanzitutto salutare il fratello Charles Howard, vostro nuovo superiore generale, e presentargli i miei auguri per un fecondo apostolato durante il mandato che egli ha accettato in spirito di fede e di servizio. Desidero ugualmente, in nome della Chiesa, ringraziare il fratello Basile Rueda che ha operato durante tutto questo periodo post-conciliare in mezzo alle difficoltà, sforzandosi sempre di aiutare i suoi fratelli nella fedeltà alla loro magnifica vocazione di consacrati e di apostoli.

Costituite qui in qualche modo una reale rappresentanza del mondo perché voi siete presenti in più di settanta Paesi in cui vi dedicate, secondo la volontà del beato Marcelin Champagnat, all’educazione della gioventù, soprattutto nelle scuole, e alla formazione di catechisti.

2. Dopo il Concilio, avete voluto approfondire e ravvivare la vostra vocazione di religiosi laici nella Chiesa ispirandovi sempre più alla spiritualità del vostro beato fondatore. Mi piace ricordare qui alcuni degli elementi di questa spiritualità: un grande amore verso Dio e un impegno totale per l’estensione del suo regno. “Amare Dio - aveva l’abitudine di dire - e lavorare per farlo amare, questa deve essere la vita del fratello marista”. Questo amore di Dio era accompagnato e sostenuto in lui da una fiducia da bambino verso la Vergine Maria che ha voluto rendere patrona speciale del suo istituto.

Siate dunque sempre fedeli a queste basi fondamentali della vostra vita religiosa e impegnatevi costantemente a sostenerle con la preghiera di cui voi conoscete la necessità assoluta: che tutta la vostra vita si trasformi in preghiera per realizzare l’unione tra la contemplazione, l’apostolato e la vita comunitaria.

3. Figli dello stesso Padre, possessori della stessa eredità, portando il bel nome di fratelli, impegnatevi a realizzare una vita comunitaria animata dalla carità di Cristo. Che si possa dire di voi come dei primi cristiani: “Guardate come si amano!”. Questa vita comunitaria, elemento indissolubile della vita religiosa, è per ciascuno di voi una grande ricchezza, grazie al beneficio della complementarità dei doni; essa sarà per i giovani, ai quali vi rivolgete, un marchio e un annuncio del mondo che verrà. Gli uomini del nostro tempo hanno grande bisogno della visibilità e della trasparenza delle comunità religiose.

4. Fondando un istituto destinato all’educazione dei giovani e alla loro formazione cristiana, Marcelin Champagnat ha avuto una vera intuizione profetica: il moltiplicarsi delle vostre scuole non soltanto in Europa ma nel mondo intero, ha permesso un’azione formatrice di grande importanza tra i giovani, specialmente quelli degli Stati meno sviluppati. Voi avete, nella nostra epoca di endemica disoccupazione, anche la viva preoccupazione di aiutare i giovani che avete formato a trovar loro un impiego.

Questa opera di educazione è più che mai di attualità. I giovani sono sempre più spaesati in un mondo spesso senz’anima, in cerca di un assoluto che una parte degli adulti è incapace di rilevar loro. La vostra missione nei loro confronti è dunque indispensabile: essi attendono che voi li prepariate a una vita che valga la pena di essere vissuta e che gli riveliate il Cristo e il suo Vangelo.

La messe è abbondante, e gli operai insufficienti. Con la grazia di Dio sappiate collaborare con i laici, professori, parenti di allievi, ex allievi, formando la grande famiglia marista che cerca di vivere sempre meglio la sua vocazione umana e cristiana.

5. Le costituzioni che state preparando vi aiuteranno nella realizzazione della vostra vocazione: il vostro dono a Cristo, amato sopra ogni cosa, il vostro distacco dai beni di questo mondo, la sequela a Cristo e la vostra obbedienza, vi permetteranno di comprendere meglio i poveri e di mettervi al loro servizio per guidarli verso una promozione autentica.

Io so che, fedeli anche su questo punto agli insegnamenti del vostro fondatore, siete profondamente attaccati alla Chiesa cattolica e al suo Magistero; rimanete sempre risoluti in queste disposizioni, collaborando lealmente, ovunque vi troviate, con la Chiesa locale e i suoi pastori.

Terminando, domando alla Vergine Maria, l’educatrice di Nazaret, di essere per voi il modello eloquente ed efficace della vostra vocazione verso i giovani. Che essa ottenga dal suo Figlio, per il vostro istituto, vocazioni numerose e generose affinché continuiate la vostra opera di evangelizzazione! Di tutto cuore vi benedico.



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