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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN AUSTRALIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA CITTADINANZA DI BRISBANE DALLA CITY HALL

Brisbane (Austrlia), 25 novembre 1986

 

1. Prima di lasciare questa prospera e fiorente città di Brisbane, sono lieto di quest’ultima occasione che mi è data di salutare tutti voi qui riuniti nella King George Square.

Scopo del mio viaggio in Australia, come quello delle mie visite pastorali in molti Paesi del mondo, è di manifestare il mio amore per Gesù Cristo e farlo meglio conoscere e amare. Più particolarmente, sono venuto per offrire sostegno e incoraggiamento ai miei fratelli e sorelle della Chiesa cattolica. È importante per me visitare le Chiese locali e constatare in prima persona la loro vitalità, le loro difficoltà e le loro speranze. Nello stesso tempo sono lieto che i miei viaggi pastorali mi diano l’occasione di incontrarmi con rappresentanti di altre comunità cristiane e altre religioni, e con molte persone di buona volontà. Per ogni persona che incontro cerco di essere un amico e un servitore della pace.

2. Sono oggetto di particolare preoccupazione per la Chiesa i diritti e la dignità della persona umana. Ho fiducia che condividiate questa stessa preoccupazione. È un problema dalle molte sfaccettature, che variano molto da un Paese all’altro, particolarmente tra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi che, come l’Australia, hanno raggiunto un grado più alto di sviluppo. Ma esiste talvolta la tentazione di misurare il progresso umano basandosi su quello economico e tecnologico, trascurando le sue dimensioni spirituali ed etiche. Come ho detto nella mia prima enciclica, la mia profonda convinzione è questa; “Si tratta dello sviluppo delle persone e non soltanto della moltiplicazione delle cose, delle quali le persone possono servirsi. Si tratta non tanto di "avere di più quanto di essere di più"” (Redemptor Hominis, 16). I criteri ultimi per il vero progresso dell’uomo sono la legge di Dio nostro creatore e il bene di ognuno.

3. È importante ricordare anche che il destino del mondo non è interamente nelle nostre mani. Dio è il creatore di tutto, e la provvidenza di Dio, governa la storia umana. È nostro dovere tuttavia operare insieme per il bene dell’intera famiglia umana facendo un giusto uso dei nostri talenti naturali. Dobbiamo essere sicuri di comprendere i bisogni del mondo intero e di non escludere nessuno dal nostro amore. Siamo profondamente responsabili delle nostre azioni, e anche del bene che non facciamo. Dobbiamo chiedere nello stesso tempo l’aiuto di Dio per la nostra vita personale e per il mondo intero, ed essere consci che “il suo potere, operante in noi, può fare infinitamente più di quanto possiamo domandare o pensare” (Ef 3, 20). La nostra dipendenza da Dio, il nostro bisogno di lui e la sua amorosa preoccupazione per noi fanno tutte parte della verità della vita.

Desidero esprimere a voi tutti la mia profonda gratitudine per la splendida ospitalità che mi è stata riservata in questo Stato del Queensland. Grazie per il vostro cordiale benvenuto. Possa il Signore colmare i vostri cuori della sua pace e della sua gioia. Dio vi benedica tutti!

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

 



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